Truffa sul parcheggio del Bambinello: nei guai sindaco, tecnico e altri 4

L’accusa è di truffa aggravata ai danni dello Stato, false attestazioni e sovrafatturazione. Il sindaco di Gallinaro, Mario Piselli; il responsabile del servizio tecnico comunale, i direttore dei lavori e un imprenditore edile sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza di Frosinone che li ha denunciati alla Procura. Sequestrati, in via cautelare d’urgenza, i beni degli indagati.

L’indagine

I finanzieri del Gruppo di Cassino, continuando l’azione di contrasto agli illeciti perpetrati nei confronti della Pubblica Amministrazione sotto la direzione del Comando Provinciale di Frosinone, agli ordini del colonnello Alessandro Gallozzi e coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, hanno scoperto una vera e propria truffa ai danni dello Stato.

 

guardia finanza frosinone gallozzi il corriere della provincia
Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone Alessandro Gallozzi

 

I fondi pubblici stanziati per la realizzazione di un parcheggio nel Comune di Gallinaro e destinato ai fedeli in visita alla cappellina del Bambino Gesù, non venivano impiegati per l’effettuazione delle opere così come falsamente attestato dai pubblici funzionari preposti al controllo.

Le accuse e i provvedimenti

Sotto i riflettori delle Fiamme Gialle sono finiti il primo cittadino, il responsabile del servizio tecnico, i direttori dei lavori e un imprenditore edile i quali, occultando ovvero distruggendo la documentazione amministrativo – contabile relativa al finanziamento pubblico erogato dalla Regione Lazio, nel tentativo di ostacolare l’accertamento dei reati commessi, dovranno rispondere, a vario titolo, di truffa aggravata, abuso d’ufficio nonché di falsità ideologica e materiale.

I finanzieri hanno analiticamente ricostruito tutte le fasi dell’iter criminoso che, mediante le attestazioni fittizie dei funzionari pubblici e la sovrafatturazione delle prestazioni rese dall’impresa, ha consentito di ‘truffare’ lo Stato, ‘intascando’ circa 67.000 euro per l’esecuzione di lavori i quali, o non venivano eseguiti o presentavano gravi difformità rispetto alle previsioni contrattuali, cagionando in tal modo un danno patrimoniale corrispondente all’illecito profitto dei reati.

In corso di esecuzione il sequestro sui beni nella disponibilità degli indagati, disposto in via cautelare dal Pubblico Ministero.

Redazione

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