Fardelli: D’Alessandro, pochi botti….anche nei programmi

“Sulla stampa locale abbiamo letto le considerazioni di fine anno del sindaco della Città Martire che necessitano di alcune riflessioni dal punto di vista amministrativo e politico. Abitando in una zona collinare di Cassino ho notato come quest’anno lo spettacolo offerto dai fuochi e botti di fine anno sia stato molto più soft rispetto agli anni precedenti e se ciò è un bene, dal punto di vista politico immagino che i cittadini siano rimasti soddisfatti dei botti di fine anno lanciati qualche ora prima dal sindaco nel tradizionale appuntamento con la città che da anni si svolge in Sala “Restagno” alla presenza dei cittadini”.
 Così Marino Fardelli in riposta al discorso di fine anno di Carlo Maria D’Alessandro.
“Se il botto più grande può essere rappresentato dalla nomina ad assessore di una persona che non più tardi di qualche settimana fa lanciava strali, accuse politiche e gridava all’immobilismo ad una maggioranza e ad un sindaco sordi alle richieste della città la domanda – fa notare Fardelli – oggi sovviene più naturale che mai: cosa ha fatto cambiare opinione al neo assessore tanto da accettare la comoda poltrona di componente di giunta? Nemmeno il tempo di sedersi accanto al sindaco che il neo assessore si è sentito accusato di essere, a detta del sindaco stesso, tra coloro che hanno portato Cassino nelle condizioni in cui vive oggi affermando come le responsabilità politiche ed amministrative siano di chi ha amministrato da dieci anni a questa parte”.
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Carlo Maria D’Alessandro

L’autogol del sindaco

“Chissà perché solo da dieci anni e non dal 1997? E’ una domanda che vorremo porre al sindaco perché potremmo affermare che dal 1997 ad oggi, esclusi gli anni 2011-2016, chi ha governato la città di Cassino sono gli stessi compagni di viaggio che da tre anni a questa parte sostengono il sindaco in giunta ed in consiglio comunale quindi con la sua affermazione ha di fatto disconosciuto i suoi stessi consiglieri comunali, assessori ed ex assessori che dal 1997 ad oggi hanno governato la città (ndr Di Zazzo, Panaccione, Valente, Papa, Di Mascio, Palombo, Sebastianelli, Evangelista, Abbruzzese, Fella, Tiseo, Terenzio, Scittarelli), tutte persone di centro destra che hanno fatto il tifo per D’Alessandro al ballottaggio 2016 ed anzi alcuni sono stati eletti proprio con lui nella tornata delle amministrative. Il sindaco richiama ad un senso di responsabilità le opposizioni per continuare a governare la Città considerato che non ha i numeri per farlo nonostante in una scorsa conferenza stampa quando ritirò le dimissioni (mai capiti i motivi della presentazione delle stesse) affermò che poteva governare la città con una maggioranza granitica che oggi nei fatti ed ieri nell’immaginario collettivo tutti sapevano e sanno che non esiste. Quindi mente sapendo di mentire. Questa mossa, disperata, sembra che voglia indurre il sindaco, oramai all’ultima spiaggia, a spaccare le opposizioni e a far leva sui richiami di altra natura, quindi non politica perché tale appello poteva avere un senso alla vigilia della composizione della Giunta e non dopo a cose fatte”.

Promesse non rispettate

“Essendo la Politica una cosa seria che diventa poco seria per colpa degli atteggiamenti delle persone, il sindaco non solo con l’appello cerca di prendere in giro le opposizioni ma i cittadini stessi già presi in giro con le promesse da campagna elettorale del 2016 e che oggi ancora non trovano applicazioni anzi molte sono state disattese davanti ai fatti compiuti a dimostrazione che le chiacchiere stanno a zero e governare è ben altra cosa che raccontare le bugie ai cittadini. Se qualcuno dei consiglieri iscritti al PD ha intenzione di aderire all’appello del sindaco, che lo faccia ma non a nome del PD, semmai solo a titolo personale chiamandosi fuori dal PD ovviamente.  Dal 2016 la Città di Cassino a guida sindaco D’Alessandro ha perduto il proprio ruolo guida sulle scelte cittadine e sulle politiche del territorio. Tra le cose annunciate dal sindaco anche quella di ridare alla città di Cassino quel ruolo guida che le compete. Come mai in due anni e mezzo ciò non è mai avvenuto? Di chi la colpa? Sempre degli altri? Come mai per la questione ecobonus e per difendere lo stabilimento FCA di Piedimonte San Germano-Cassino il sindaco non ha ritenuto ancora opportuno convocare la consulta dei sindaci del cassinate proprio con l’idea di coordinare un’azione comune con i sindaci e le amministrazioni locali che in questi giorni stano deliberato precisi Ordini del Giorno in sede di consiglio comunale a difesa stabilimento FCA del nostro territorio? L’attuale sindaco di Cassino ha mai alzato il telefono e fatto una chiacchierata con i sindaci limitrofi per un’azione comune sui grandi temi e progetti per il territorio? O avrà chiamato i sindaci solo per invitarli a votare la governance negli enti di secondo livello che il suo capo politico aveva deciso di attuare?”.

L’analisi in un direttivo

“Come Segretario PD Cassino – conclude Fardelli – intendo convocare per la prossima settimana un direttivo utile per delle riflessioni all’interno del circolo sulle questioni amministrative e politiche, sulla questione gruppo consiliare, sulle elezioni provinciali. Se vogliamo governare un processo per una valida alternativa in città che si inizi ora una discussione all’interno del PD e da avviare con i partiti e movimenti ed associazioni per costruire insieme dei punti programmatici per ridare a Cassino il ruolo che merita. Noi siamo pronti e consapevoli che da soli non andiamo da nessuna parte ma bisogna costruire insieme per una valida alternativa credibile”.

Redazione

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