Biodigestore, Turriziani: allarmismo infondato. E smentisce voci su candidatura a sindaco

Non è una centrale  di biogas tantomeno un termocombustore che brucia rifiuti o altri scarti. È un biodigestore che si basa su una modernissima tecnologia. Lo ha presentato la società Maestrale che fa capo all’imprenditore Giovanni Turriziani. L’obiettivo, così come sollecita a fare l’Unione Europea, è quello di rafforzare il ruolo del gas naturale come soluzione immediata per ridurre le emissioni, facendo leva proprio sulla leadership delle aziende italiane in tale settore. L’Invito dell’Ue è, infatti, quello di sviluppare il biometano come soluzione centrale per la mobilità sostenibile del futuro, in particolare nel trasporto, ma anche nel riscaldamento delle abitazioni.

Dottor Turriziani, la società Maestrale che fa capo alla sua famiglia ha presentato un progetto per la realizzazione di una centrale di biogas. Vuol spiegare di che cosa si tratta?

“Innanzitutto voglio chiarire che non si tratta di una centrale di di biogas. Pertanto non produce questo impatto di cui sento parlare. Evidentemente lo si confonde con gli impianti che bruciano biogas per la produzione termoelettrica e che fanno emissioni in atmosfera, ma che nulla hanno a che vedere con questo progetto. II biometano è una fonte di energia rinnovabile che si ottiene da biomasse agricole quali colture, sottoprodotti e scarti agricoli, deiezioni animali; oppure agroindustriali come gli scarti della lavorazione della filiera alimentare ed anche dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani. La nostra autorizzazione si riferisce alla Forsu, ma il digestore potrà essere alimentato anche con prodotti o sottoprodotti agricoli. Il gas di cui parliamo, una volta prodotto viene pulito, e trasformato in biometano per uso autotrazione. E, quindi, ripeto non ci sono questi impatti di cui leggo: né dal punto di vista sanitario, né per il peggioramento della qualità dell’aria e neppure dal punto di vista del traffico, perché si vivrà una normale trasformazione e transizione da carburanti tradizionali a biocarburanti. Quindi, man mano che prenderà piede la filiera verde del biometano uso autotrazione, sia per le autovetture sia per i mezzi pesanti, ci sarà minore impatto ambientale. Solo per fare un esempio già dal 1° dicembre due nostri distributori di metano, uno a Frosinone e l’altro a Latina, erogheranno biometano. Così gli automobilisti, come le aziende, potranno certificare l’alimentazione del veicolo o del loro impianto con bio gas naturale”.

C’è, comunque, chi ritiene si tratti di un impianto altamente impattante in un’area come il Sin Valle del Sacco. Come risponde?

“Il punto è che quando si parla di ciclo dei rifiuti c’è sempre il sospetto, o semplicemente il pensiero, che ci sia qualcosa che non funziona. Quello che intendiamo portare avanti rappresenta il ciclo più virtuoso a livello di ‘best practices’ possibili in questo momento per trattare i rifiuti organici che provengono dalla raccolta differenziata porta a porta. Conferirli in discarica non è un ciclo virtuoso, trasferirli a mille chilometri di distanza per smaltirli non è altrettanto virtuoso. La produzione di biometano avviene all’interno di contenitori a tenuta stagna, dove si verifica il processo di fermentazione delle biomasse naturali, grazie ai batteri che le trasformano in gas. Questo processo anaerobico, ovvero in assenza di ossigeno, non comporta alcuna emissione all’esterno, tantomeno la combustione delle sostanze. Da tenere presente che tale progetto permette di ridurre proprio le emissioni inquinanti sfr contribuendo a incrementare la produzione nazionale. Parlare di inquinamento dell’aria in proposito non è corretto.”.

Senta, mi tolga una curiosità, corre voce che sia intenzionato a scendere in lizza per la carica di primo cittadino di Frosinone. Che c’è di vero?

“Io faccio un altro mestiere e vorrei esercitarlo. Mi piace farlo e soprattutto mi consente di avere miei spazi personali. Quindi smentisco in maniera categorica. In più penso che il mestiere di primo cittadino sia il più difficile e ingrato in questo momento, perché le amministrazioni comunali lavorano sotto budget, con organici ridotti, pur dovendo fornire ai cittadini una serie consistente di servizi. Non saprei farlo. I Comuni sono attualmente i piedi di argilla del gigante della Pubblica Amministrazione. Lo Stato non può e non vuole concedere più risorse: credo dunque si dovrebbe procedere a una sostanziale riforma di questi enti.. Per quel che mi riguarda, dunque, continuerò ad essere un cittadino attento e con delle proposte, pronto a fornire il mio sostegno per progetti utili.”

Redazione

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