Vetreco festeggia due anni senza infortuni. E investe
“È fondamentale e prioritario per tutti noi uscire dallo stabilimento alla fine del lavoro e tornare in famiglia nelle medesime condizioni fisiche in cui eravamo all’inizio della giornata”.
Con queste parole Giuseppe Tozzi, direttore operativo della società Vetreco con sede a Supino, aveva chiuso un anno fa la riunione per festeggiare con i dipendenti un anno senza infortuni. Ed è ripartito da lì ieri quando, incontrando le persone che lavorano nello stabilimento, si è congratulato ancora una volta con tutti loro per un altro anno, il secondo consecutivo, senza alcun incidente sul lavoro.
Formazione e sensibilizzazione delle persone unite a un aumentato coinvolgimento delle stesse, cura degli impianti e corretto uso dei mezzi di protezione individuale sono state le leve essenziali per il raggiungimento di questo risultato.
Un’azienda nata nel 2013
Vetreco nasce sei anni fa su iniziativa di Verallia, Ardagh e Zignago, tre aziende di dimensione internazionale, che producono contenitori in vetro per bevande e alimenti. Dopo i primi anni non brillanti e non in linea con le attese degli azionisti (che vi avevano investito oltre 20 milioni di euro per creare il più grande stabilimento del Mezzogiorno per il trattamento ed il recupero del vetro proveniente dalla raccolta differenziata, dando occupazione ad oltre 50 persone tra diretti ed indiretti), nell’ultimo biennio ha registrato risultati positivi in termini economici, di sicurezza sul lavoro e di qualità del prodotto finito.
Investimenti per tre milioni di euro
E, come spesso accade, gli andamenti positivi, compresi relazioni interne ed esterne e clima aziendale più distesi, hanno portato gli azionisti a decidere un piano di investimenti per il 2019 di circa 3 milioni di euro per il potenziamento delle capacità produttive e il miglioramento delle performance degli impianti dello stabilimento di Supino. Tali investimenti saranno portati a termine nei prossimi mesi.
Lo stabilimento di Vetreco si colloca a pieno diritto nell’ambito della green economy italiana. Riciclare vetro, reimpiegandolo come materia prima negli stabilimenti di produzione di contenitori, significa non aumentare i quantitativi smaltiti nelle discariche, salvaguardare il territorio, non estraendo altre materie prime, risparmiare energia di fusione per la produzione di nuovi contenitori, ridurre le emissioni di CO2.