Operazione ‘predator’, ecco come operava l’organizzazione

Alle prime luci dell’alba, i poliziotti della Squadra Mobile della Questura del capoluogo ed  i Carabinieri del NORM della Compagnia di Frosinone, a conclusione di una prolungata e articolata attività investigativa, hanno dato esecuzione a nove misure cautelari personali a carico di altrettanti indagati emesse dal GIP del Tribunale di Frosinone: 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 4 divieti di dimora nella Provincia di Frosinone.

Le accuse

A tutti gli indagati è stato contestato, a vario titolo e in concorso, il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi delitti di furto aggravato e ricettazione di automezzi, carburante o altri beni, e, per due di loro, anche il danneggiamento a seguito d’incendio.

L’indagine

L’indagine, condotta sinergicamente dalle due compagini di Carabinieri e Polizia, è iniziata nell’aprile 2018, a seguito di una serie di furti consumati nottetempo ai danni di attività commerciali e imprese della Provincia, e si è conclusa nel giugno 2019. Nei gravi atti predatori messi a segno sia nel capoluogo sia nei comuni di Anagni, Alatri, Supino, Patrica, Ceccano, Ferentino e Monte San Giovanni Campano, si è registrato quasi lo stesso “modus operandi” tra cui, in alcune circostanze, anche l’incendio di mezzi rubati utilizzati dai malviventi per le loro azioni delittuose.

La convergenza investigativa delle autonome risultanze operative delle due forze dell’ordine, ha determinato nella Procura la predisposizione di un’attività congiunta atta ad arginare l’allarmante fenomeno.

Nonostante l’iniziale scarsità di elementi acquisiti dopo i primi furti, attraverso una incisiva attività informativa le attenzioni degli investigatori si sono concentravate su un gruppo di giovani rumeni specializzati, sin dalla minore età, nella sistematica commissione di furti e rapine, ed i quali, per sfuggire all’identificazione, si spostavano frequentemente tra il Paese di origine e l’Italia.

Il Comando provinciale dei carabinieri di Frosinone

Il coordinamento delle forze in campo, gestito dal Dirigente della Squadra Mobile e dal Comandante della Compagnia, si è estrinsecato in un incremento dei servizi di pattuglia esterni notturni e ha raggiunginto un importantissimo risultato ed una svolta investigativa nel corso degli eventi criminosi verificatisi tra il 6 e 7 aprile 2018.

La ricostruzione

Durante la notte del 6 aprile, i malfattori dopo aver rubato un furgone presso una società ubicata nella zona industriale di Frosinone, lo utilizzarono, prima, per commettere un altro furto a danno di un esercizio commerciale di Veroli e l’indomani, come ariete, per sfondare la serranda d’ingresso di un bar-sala slot di Ceccano e poi per darsi alla fuga. L’intervento di una pattuglia dei Carabinieri costrinse però i ladri ad abbandonare frettolosamente il veicolo presso un capannone dismesso della zona industriale di Ceccano.

polizia questura frosinone

Il rinvenimento del furgone consentì ai militari, attraverso una accurata attività di sopralluogo e repertamento, di individuare e raccogliere consistenti indizi a carico del principale indagato O.A. che, questa volta, non aveva avuto la possibilità di dare alle fiamme il mezzo utilizzato. L’intuito investigativo portò quindi a compiere nell’immediatezza mirate perquisizioni domiciliari, veicolari e personali, che consentirono di recuperare presso l’abitazione dell’uomo, celati in uno zaino nascosto tra i cespugli di pertinenza dell’abitazione, l’intera somma di denaro in monete, per complessivi 2mila euro, asportata proprio dalle slot machine del bar della città frabeterna e vari oggetti frutto di altri atti predatori, successivamente riconosciuti e riconsegnati agli aventi diritto, tra cui: PC portatili, hard disk e numerosi prodotti cosmetici di bellezza provento di un furto da oltre 22mila euro subìto a marzo da un negozio di Ceccano.

Un ulteriore impulso alle indagini veniva dato dal rinvenimento, presso un’abitazione di Veroli, di un ingente quantitativo di refurtiva costituito da abiti da sposa, del valore complessivo di oltre 150.000 euro, asportati circa una settimana prima presso un atelier di Alatri.

La spregiudicatezza degli indagati emergeva ancor più chiaramente a seguito dello speronamento e del ferimento degli agenti della Polizia di Stato da parte di due componenti della banda criminale in occasione di un appostamento predisposto nella zona industriale frusinate. In quell’occasione tre equipaggi della Squadra Mobile sorprendevano i due mentre tentavano un furto ma, vistisi scoperti, iniziavano una rocambolesca fuga speronando le autovetture di servizio, immettendosi sulla Via Armando Vona contromano, nella speranza che gli investigatori desistessero dall’inseguimento. I poliziotti riuscivano comunque a trarre in arresto uno dei malfattori, non prima di aver ingaggiato con lo stesso una violenta colluttazione.

La stretta finale

Questi significativi elementi, uniti agli oggettivi riscontri ottenuti a carico del sodalizio dalle pattuglie del NORM e della Squadra Mobile, e corroborati da una puntuale attività tecnica, hanno consentito di concentrare gli sforzi investigativi nella giusta direzione. Operando quindi su più fronti e mettendo a frutto tutte le reciproche conoscenze del territorio e delle persone che lo popolano o vi gravitano, gli operatori hanno colto una sequenza di importanti indizi che hanno consentito di scoprire una vera e propria organizzazione criminale, operante nella provincia ciociara, dedita alla sistematica commissione di furti, anche di grossa entità, principalmente rivolti ai danni di attività commerciali e industriali, commessi da un gruppo di pericolosi rumeni senza scrupoli, capeggiati proprio da O.A.

Il valore totale della merce trafugata nel corso dell’anno di indagine è stato di circa 350.000 euro, parte del quale rinvenuto e restituito ai legittimi proprietari.

Redazione

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