Fondi europei: il Lazio ha ancora un miliardo e mezzo da spendere entro il 2023
Quasi un miliardo e mezzo da utilizzare entro i prossimi tre anni. É questa la somma che la regione Lazio ha a disposizione attraverso il fondo Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e il Fse (Fondo sociale europeo) per il periodo 2014-2020.
A pubblicare le tabelle sui finanziamenti è stata l’Agenzia per la Coesione Territoriale che ha evidenziato quanto hanno speso le Regioni italiane e alcuni Ministeri del pacchetto complessivo di risorse messe a disposizione dall’Europa.
La lentezza italiana nell’utilizzo delle risorse
Sulla situazione italiana e sulla lentezza con cui il nostro Paese spende i fondi strutturali europei era intervenuta, già a inizio novembre, la Direzione Generale Politiche regionali della Commissione europea. Una questione sulla quale, ora, spinge anche il consigliere comunale di Frosinone e delegato per il Lazio al Consiglio Nazionale Anci, Danilo Magliocchetti.
L’intervento di Magliocchetti
“Di fatto la capacità complessiva di assorbimento di tali risorse a fine 2019 – sottolinea il consigliere – si è fermata al 28,53%, un dato che resta tra i più bassi dell’intera Unione. Vale la pena ricordare però, opportunamente, che grazie alla regola conosciuta come N+3, che consente di utilizzare i fondi entro tre anni dall’impegno a bilancio, le spese potranno essere certificate alla Commissione europea entro la fine del 2023”.
“Si tratta di 9,5 miliardi all’anno, una cifra imponente se confrontata con i 15,2 miliardi spesi dal 2014 a oggi. Il dato del Lazio fa riflettere: il totale complessivo ancora da spendere ammonta a 1.373.028.760 euro“.
Le preoccupazioni
“Se si prendono in esame i dati ufficiali comunicati dall’Agenzia della coesione territoriale, circa la capacità di spesa fino ad oggi del Lazio – continua Magliocchetti – appare oggettivamente difficile riuscire a spendere questa montagna di soldi, visto che parliamo appena del 27% certificato per il fondo Fesr e addirittura il 25% per il Fse”.
L’importanza dello Sportello Europa
Assolutamente indispensabile – evidenzia – che la Regione metta ulteriormente a disposizione delle imprese del territorio, a cominciare da quelle della provincia di Frosinone, il proprio Sportello Europa, che già svolge un lavoro importante, per attivare ogni possibile sinergia, o collaborazione, per aiutare le imprese nella partecipazione ai bandi europei”.
“Penso a delle vere sessioni formative/informative da svolgere, ogni 2/3 mesi a Frosinone, in collaborazione con le associazioni datoriali e delle imprese, per fornire il maggior supporto possibile nella predisposizione dei documenti necessari per la partecipazione ai bandi”.
E i soldi non spesi tornano in Europa
Magliocchetti insiste su quello che è un evidente paradosso: “le risorse finanziarie disponibili sulla carta ci sono, abbiamo visto quasi un miliardo e mezzo di euro, ma poi, o per scarsità di informazioni, o complessità delle procedure di accesso ai finanziamenti, i soldi devono essere rimandati indietro in Europa ed utilizzati da altri paesi”.
“L’imprenditoria della provincia di Frosinone, in alcuni casi vere e proprie eccellenze nazionali e internazionali, è costituita da tante piccole, medie o micro imprese che, pur in una situazione congiunturale negativa e con enormi difficoltà di accesso al credito, vanno comunque avanti e provano a svilupparsi e a crescere, creando nuova occupazione. Ma per fare questo, giustamente, chiedono un supporto, in questo caso da parte della Regione, per accedere ai finanziamenti europei”.