Valle del Sacco, Magliocchetti: “La Regione certifica la potenziale criticità ambientale”
“La Regione Lazio certifica con documenti ufficiali la perdurante pericolosità ambientale del territorio della Valle del Sacco, e finalmente stanzia 960 mila euro per il piano di attività per la valutazione epidemiologica della popolazione residente nel Sin Valle del Sacco”. Lo evidenzia Danilo Magliocchetti, consigliere comunale di Frosinone.
L’analisi
“Alcuni passaggi del documento – fa notare – inducono a serie e profonde riflessioni. La prima a pag 7, delle 30 totali della determina, laddove è scritto: ‘considerato che il programma di valutazione epidemiologica, di cui alla DGR n. 228/2017 non ha trovato attuazione, in attesa di una programmazione delle risorse economiche e finanziarie necessarie attraverso un accordo di programma con il MATTM trattandosi di un intervento da attuare in un Sin’.
“Tradotto, dal tecnicismo amministrativo – continua Magliocchetti – significa che c’era dal 2017 la necessità di fare questa indagine epidemiologica, ma non c’erano i soldi per farla e che avrebbe dovuti metterli il Ministero dell’Ambiente. E intanto sono ormai passati quasi 3 anni. Sempre a pagina 7 del documento c’è scritto: ‘considerato che nel corso di decenni la produzione di sostanze chimiche nei complessi industriali della Valle del Sacco è stata accompagnata dalla produzione di ingenti quantità di residui di lavorazione, il cui smaltimento ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi un elemento di forte rischio ambientale, specie per la contaminazione diffusa di beta–esaclorocicloesanoe che il fiume Sacco è stato potenziale veicolo per la contaminazione delle aree riparali attraverso esondazione o a seguito di irrigazione dei terreni con acque captate dall’alveo fluviale o per una combinazione dei due fenomeni, facendo si che l’area di cui trattasi presenta diverse criticità ambientali con rilevanti implicazioni per la salute della popolazione residente’”.
L’allarme
“Ulteriore traduzione, la pericolosità ambientale della zona è tutt’ora concreta e reale, con riflessi per la salute della popolazione. Ma vi è ancora di più da riflettere, se si continua con la lettura, dove si apprende che: ‘considerato, altresì, che la contaminazione delle acque afferenti al bacino idrografico del fiume Sacco è stata oggetto di attività di monitoraggio da parte della Asl Roma 5 in collaborazione con ARPA Lazio e che i dati relativi a specifiche campagne di misura hanno messo in evidenza livelli di contaminazione delle acque per diversi inquinanti, oltre all’ esaclorocicloesano, quali arsenico, fitofarmaci e metalli; preso atto che l’intera area del Sin è caratterizzata da una rilevante attività agricola e di allevamento, le acque del fiume Sacco utilizzate per scopo irriguo rappresentano un importante potenziale veicolo di contaminazione dell’intera catena alimentare e che tali aspetti sottolineano l’importanza della pianificazione di specifici studi epidemiologici ad hoc finalizzati a valutare lo stato di salute della popolazione residente in relazione al consumo di acqua e di prodotti agricoli’.
La denuncia
“Le acque del fiume Sacco con tutta la loro acclarata pericolosità vengono, evidentemente, utilizzate ancora a scopo irriguo dei terreni, con un potenziale rischio di contaminazione della catena alimentare. Di fronte a queste certificazioni messe nero su bianco dalla Regione Lazio, c’è da rimanere interdetti sul fatto che il territorio della Valle del Sacco sia ancora in queste condizioni di mancata bonifica e rischio ambientale, pur essendo l’area stata dichiarata Sina dal TAR del Lazio, addirittura dal 2014. Dove sono stati vari Ministri dell’Ambiente in tutti questi anni????”.
L’impegno
“Di contro c’è di positivo che la Regione Lazio, finalmente, oltre a mettere a disposizione le risorse finanziarie necessarie, frutto dell’accordo di programma con il MATTM, stipula anche la convenzione con la – Asl Roma 1- Dipartimento di Epidemiologia per la indispensabile sorveglianza epidemiologica e sanitaria della popolazione residente. E’ chiaro che provvederò ad inviare questo importante documento della Regione Lazio al Ministro dell’Ambiente Costa, affinché anche lui prenda atto di quanto scritto nella Determina e fare le sue valutazioni su coloro che l’hanno preceduto. al vertice del Dicastero”.