Biomedica Foscama, Cisl e Ugl replicano a Spl Lab

Botta e risposta tra Cisl, Ugl e la SPL LAB srl.  I sindacati, infatti, intervengono per replicare alle dichiarazioni dei vertici aziendali. E respingono le accuse al mittente.

L’intervento

“A seguito di retrocessione del ramo d’azienda dall’affittuaria Biomedica Foscama Group spa al Fallimento Biomedica Foscama in liquidazione spa , esercitato ad oltre sei anni di distanza dalla dichiarazione di fallimento – ricordano le sigle sindacali – è stata indetta dal giudice delegato, con due diversi provvedimenti del gennaio 2019 e del luglio 2019, la vendita del compendio aziendale”.

La cronistoria

“E’ opportuno precisare che la prima vendita comprensiva dell’intero personale occupato oltre 70 lavoratori era stata fissata al prezzo di 6.000.000 euro, con offerta minima ammissibile di 4.300.000 euro. Andata deserta detta asta, con scadenza 4 aprile, la SPL spa presentava una offerta per l’acquisto l’8 aprile per 3.000.000 euro e con impegno al trasferimento di numero 30 unità, che migliorava il 15 aprile in 3.900.000 euro, e nuovamente il 23 aprile 2019 in 4.050.000 euro . Veniva quindi indetta nuova procedura competitiva con scadenza 5 agosto 2019 al prezzo di 4.050.000 euro, prevedendosi che i rapporti di lavoro pari a 76 unità lavorative sarebbero stati trasferiti ex art. 2112 c.c all’aggiudicatario, salvo eventuale accordo sindacale per il trasferimento parziale dei dipendenti ovvero di indicazione nella offerta da presentare del numero dei dipendenti da trasferire, che comunque non potevano essere inferiori a 30 unità e laddove non specificati nell’offerta si sarebbe inteso l’intero personale occupato”.

“Il  31 luglio 2019 la Special Pharma Lab srl, con socio unico Special Products Line spa presentava offerta confermativa per la somma di 4.050.000 euro, precisando che detta offerta era condizionata al trasferimento parziale per 30 dipendenti che saranno individuati dall’offerente- di concerto con le OO.SS.- come funzionali alla fase di riavvio e riorganizzativa delle attività aziendali, previo accordo con le rappresentanze sindacali ex art. 47 L.29.12.1990 n.428 s.m. e previo accordo individuale con i lavoratori ex art. 411 cpc avente ad oggetto – la quantificazione del TFR maturato sino alla data del trasferimento; -la rinuncia espressa del personale aziendale selezionato a far valere nei confronti dell’offerente i crediti da lavoro sorti o aventi comunque titolo o causa prima della data del trasferimento( e connessi e/o conseguenti ad atti e/o a fatti inerenti i rapporti di lavoro e risalenti ad epoca antecedente alla data del trasferimento); -l’accettazione da parte del personale aziendale selezionato di politiche retributive coerenti con quelle applicate dal CCNL di categoria e conseguente rinuncia, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 2113 c.c. ad ogni eventuale diverso trattamento maturato dai medesimi in ragione del precedente rapporto di lavoro”.

Non essendo pervenute ulteriori offerte migliorative entro il 18 agosto 2019, l’aggiudicazione diveniva definitiva, il 28 agosto 2019 avviata la procedura di consultazione sindacale ex art.47 L.N.428/90; -sin da subito le OO.SS. contestavano nella seduta del 5 settembre 2019 che nella bozza di verbale già redatto dalla Biomedica Foscama spa in liquidazione-Fallimento e dalla SPL srl si dava atto di circostanze, avvenimenti e atti giuridici, non a conoscenza e non fatti visionare alle stesse OO.SS. in cui si andava ben oltre quello che era lo scopo dell’incontro, vale a dire conoscere il piano industriale della acquirente, capire perché dovesse essere fatto un accordo in cui si doveva procedere a riqualificare tutti le vicende anche processuali intercorse tra la curatela fallimentare ed il
precedente affittuario e soprattutto i motivi per cui l’assunzione del personale dovesse essere realizzata non già con passaggio ex art.2112 c.c., bensì previo licenziamento e sottoscrizione di un accordo sindacale di tutti i dipendenti e non già dei soli 30 selezionati, in cui si prevedeva la manleva di tutte le obbligazioni scaturenti dal rapporto di lavoro in essere sia con la curatela fallimentare che con l’acquirente. Inoltre nell’accordo si prevedeva altresì che la selezione del personale da assumere sarebbe avvenuto senza alcun coinvolgimento delle OO.SS., diversamente da quanto stabilito nell’offerta confermativa e in piena autonomia da parte dell’aggiudicatario”.

E’ di tutta evidenza che le organizzazioni sindacali  chiamate a compiere un ruolo di controllo e di verifica delle condizioni del trasferimento dei 30 dipendenti che l’acquirente avrebbe dovuto sin da subito acquisire, si sono trovate ad affrontare problematiche del tutto diverse laddove nella predetta bozza il termine trasferimento parziale dei dipendenti in numero di 30 veniva trasformato in assunzione parziale del personale aziendale in numero di 30 dipendenti, eccezion fatta per 4 unità individuate tra i profili professionali delle aree servizi tecnici/qualità/ produzione che sarebbero invece state trasferite contestualmente al trasferimento dell’azienda in sede notarile.

Sollecitano il rispetto degli accordi

I sindacati, che rivendicando il proprio ruolo di garante dei livelli occupazionali e dei diritti dei lavoratori, non possono avallare e consentire modifiche dei termini e delle condizioni offerte in gara, che vanno ad incidere su diritti inviolabili dei lavoratori i quali, a tuttoggi a seguito di un fallimento dichiarato nel 2012, di un affitto di ramo d’azienda protrattosi sino ad ottobre 2018, e quasi dopo un anno di CIGS, ignorano le sorti dei propri crediti sorti durante il regime di affitto del ramo di azienda e poi proseguito senza soluzione di continuità con la curatela fallimentare Cisl E Ugl hanno pertanto ribadito la loro disponibilità ad un accordo che preveda espressamente il rispetto delle condizioni di cui alla offerta confermativa ed irrevocabile del 31 luglio 2019, invitando la curatela in caso di inadempimento da parte del’offerente a valutare e porre in essere tutte le azioni a tutela dei lavoratori e creditori. A seguito di tale ultima missiva la SPL ha reso pubblico il comunicato in cui si accusano le sigle sindacali sopra indicate di “alzare improvvisamente la posta”: qualcuno forse pensa di giocare su un tavolo verde, noi pensiamo a tutelare i lavoratori e ci meravigliamo che altri non agiscano in questo modo”.

“E comunque, solo per precisazione e come peraltro comprova la messa in mora inviata  alla curatela ed alla SPL ed un preaccordo già siglato, le scriventi sigle sindacali non vogliono assolutamente che la SPL risponda del TFR maturato sino ad oggi, ma non accettano che i lavoratori debbano rinunciare nei confronti del fallimento ai crediti sorti, ivi compreso il TFR. Non solo le scriventi sigle sindacali non accettano tale richiesta di accordo che peraltro segue quello da tempo richiesto e mai ottenuto dalla curatela, ma non capiscono a quale titolo SPL richieda che i lavoratori rinuncino ad eventuali diritti nei confronti di un terzo soggetto giuridico, visto che gli stessi lavoratori sono da sempre d’accordo a sottoscrivere dette rinunce nei confronti della SPL”.

Redazione

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