Dalla medicina d’attesa alla medicina d’iniziativa
Dalla medicina d’attesa alla medicina d’iniziativa. Questo il tema del XVI sedicesimo congresso della Scuola di Formazione in medicina di famiglia e del VII congresso regionale Fimmg-Lazio. L’appuntamento è per il 6 e 7 aprile all’Hotel Fontana Olente di Ferentino. L’apertura dei lavori è prevista alle ore 8. Numerosi i relatori.
La finalità
“Siamo alle porte di un imponente ricambio generazionale all’interno del sistema sanitario nazioanle – speigano gli organizzatori – ed in particolare della medicina di famiglia, che dovrà cogliere l’opportunità per una riorganizzazione che, prendendo il buono di quanto fin qui fatto, non potrà che proiettarsi in un futuro in continua evoluzione. Compito non facile ma necessario per la salvaguardia del sistema sanitario nazioanle”.
L’analisi
“L’invecchiamento della popolazione ed il conseguente aumento delle patologie croniche – aggiungono – rendono necessaria una presa in carico da parte del medico di famiglia, così come l’aumento della fragilità richiede una domiciliarizzazione delle cure, che non può e non deve prescindere dalla medicina di famiglia, la cui centralità, però, non può esaurirsi qui, si corre il rischio di prendersi cura dei nonni, tralasciando i figli ed i nipoti, che, di fatto, costituiscono la maggioranza della popolazione, benché la percezione sia diversa, realizzando una medicina di iniziativa che dovrà diventare la mission principale del medico di famiglia”.
L’importanza del medico di famiglia
“La conoscenza del contesto familiare, sociale, lavorativo del cittadino – evidenziano – rende il medico di famiglia figura centrale ed unica nell’ambito del servizio sanitario nazionale per la realizzazione di percorsi di prevenzione, indispensabili per una Sanità che sia efficiente, efficace, equa, appropriata e sostenibile. A tal fine le associazioni della medicina generale devono essere potenziate ed avvalersi della collaborazione di collaboratori di studio, di infermieri di studio e di altri operatori sanitari a seconda delle caratteristiche del territorio in cui le associazioni operano, senza mai snaturare il rapporto di fiducia, che rimane la colonna portante della medicina di famiglia”.
Le nuove tecnologie
“Occorre una rete informatica che renda possibile lo scambio di informazioni tra i presidi, la telemedicina per erogare prestazioni sanitarie e socio-sanitarie sono strumenti indispensabili per garantire una equità di accesso alle cure, un supporto di gestione alla cronicità, la possibilità di accedere all’alta specializzazione, una migliore continuità della cura attraverso un confronto multidisciplinare ed un supporto per i servizi di emergenza- urgenza. Le nuove tecnologie possono dare un valido aiuto, sempre però nella consapevolezza che la componente umana non può essere alienata dalla tecnologia.
Sfida da vincere
“Le sfide sono ingenti ma non impossibili e sicuramente i medici che si affacciano alla professione sono in grado di affrontarle con il supporto di quelli che li hanno preceduti, con il loro know-how ed il forte desiderio di vedere una medicina di famiglia protagonista in un servizio sanitario nazionale assolutamente da preservare“.