L’economia ciociara frena ancora. Federlazio: dalla ripresina alla recessione

Ci ha provato, il Magnifico rettore dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, il professor Giovanni Betta, a leggere i numeri con un maggior ottimismo rispetto a quello, di fatto inesistente, con cui il presidente e il direttore di Federlazio hanno presentato gli esiti dell’analisi sul secondo semestre del 2018.

E neanche la lettura “più bucolica” del presidente del consiglio provinciale, Luigi Vacana, che ha fatto riferimento al Leopardi costruens de ‘La Ginestra’ ha stemperato l’alone di negatività che ammanta il settore imprenditoriale ciociaro.

Campione, dati e parametri

Un campione formato da 450 imprese a livello regionale e che ha coinvolto nella nostra provincia un sottocampione di 72 aziende, il 32% delle quali fino a 9 addetti, il 56% da 10 a 49 dipendenti e il 12% con oltre 50 unità.

I dati emersi dall’indagine congiunturale sulle piccole e medie imprese del Frusinate, condotta dall’Ufficio studi di Federlazio, lasciano poco spazio a interpretazioni positive: dal lieve conforto per lo stato di salute delle imprese del primo semestre dell’anno scorso, ecco che la fotografia scattata nella seconda parte dell’anno immortala un tessuto aziendale locale in netta difficoltà. Ancora impantanato nei soliti handicap di un territorio affetto dal ‘nanismo imprenditoriale’ che ne mina costantemente la ripresa.

 

Federlazio indagine il corriere della provincia

 

Unico valore in controtendenza quello relativo all’occupazione, con i numeri delle nuove assunzioni lievemente più confortanti. Frenano anche gli investimenti: dal 42% del primo semestre scendono al 30% del secondo. Migliore organizzazione dei fattori interni e strategia di investimenti in macchinari e tecnologie innovative: queste le due leve essenziali per accrescere la produttività aziendale. Ma serve anche ripensare il modello burocratico tradizionale: la Pubblica Amministrazione deve assumere il ruolo di partner attivo dell’impresa e concorrere in prima persona a far diventare questo territorio un habitat ideale per lo sviluppo imprenditoriale attuale e futuro.

De Gennaro: un nuovo e pericoloso rallentamento

È un quadro a tinte fosche quello rappresentato dal presidente reggente di Federlazio, Emanuele De Gennaro, nel corso della conferenza stampa di questa mattina nella sede di via Marco Tullio Cicerone.

“L’unico dato relativamente positivo – ha tenuto a sottolineare – è sull’occupazione, questo perché l’imprenditore, negli ultimi due anni di ‘ripresina’, ha investito anche sul personale, con contratti a tempo determinato che sono diventati a tempo indeterminato, sperando in una ripresa futura a stretto giro”.

 

de gennaro federlazio indagine il corriere della provincia
Il presidente reggente di Federlazio Emanuele De Gennaro

 

Ma non può fare a meno di rappresentare, il numero uno reggente dell’associazione, il perdurante problema relativo alla pubblica amministrazione, “che non si vuole adeguare a certi canoni di sviluppo e dare una mano alle imprese, tanto che un grosso vulnus della nostra provincia sono le aree Sin”. Una questione che, a breve, sarà al centro di un incontro promosso da Federlazio, al quale saranno invitati Ministero e Comuni interessati, insieme al vicepresidente regionale Beccidelli e al vicepresidente dell’area Anagni, Fantini.

Battisti: congiunture internazionali e caratteristiche interne non aiutano

Non tutta colpa di una cultura imprenditoriale stagnante e da rinnovare. Richiama l’attenzione, il direttore di Federlazio, Roberto Battisti, anche sulla “congiuntura internazionale negativa che penalizza il nostro Paese forse più di altri, insieme a delle caratteristiche che in questo momento non aiutano la fuoriuscita dalla crisi. Guardo, ad esempio, alla dimensione delle imprese del territorio che è ancora troppo piccola per misurarsi con le sfide imposte dal mercato globale”.

 

roberto battisti federlazio il corriere della provincia
Il direttore di Federlazio Roberto Battisti

 

“C’è bisogno – continua Battisti – che intanto le aziende trovino le forme per rapportarsi tra di loro secondo dei ‘modelli a rete’ oppure la possibilità di crescere attraverso modelli di fusione che superino una certa soglia dimensionale, al di sotto della quale diventa difficile anche adottare modelli organizzativi più moderni, fare innovazione e trovare quelle economie di scala che solo la media e la grande dimensione possono portare. Senza contare – conclude il direttore di Federlazio – il contesto nel quale le imprese si trovano, definito da elementi infrastrutturali, sui quali noi siamo ancora carenti, e tutto il sistema dei servizi, sia privati che pubblici, sui quali scontiamo grandi rallentamenti e farraginosità che determinano un clima di incertezze di fronte alle quali un imprenditore trova oggettive difficoltà anche a programmare la propria attività”.

Il rettore e le dinamiche nella percezione della ripresa

Se non si può sempre parlare di crescita di un territorio, non è detto che la lettura dei numeri debba essere interpretata in modo totalmente pessimista.

È, invece, più propositivo l’atteggiamento del Magnifico Rettore dell’Università di Cassino, che sottolinea come si tratti, nello specifico, “più di un problema di dinamiche che di effettiva risposta delle piccole e medie imprese del territorio. Se la strategia, come credo e come ha sottolineato il direttore di Federlazio, è quella di fare rete, stiamo avviando le Apea (aree produttive ecologicamente attrezzate) che potrebbero essere uno degli strumenti per mettere a sistema aspetti di interesse comune legato all’economia circolare”.

“Come Università c’è la massima disponibilità anche perché l’innovazione può essere interpretata come uno dei possibili volani per la ripresa. Se è vero, dunque, che non bisogna sottovalutare i numeri, – ha sottolineato ancora Betta – basandomi sulle richieste di neolaureati, soprattutto in ambito tecnologico, ritengo che qualche segnale di ripartenza e nuovo interesse da parte del tessuto imprenditoriale ci sia”.

 

betta vacana federlazio il corriere della provincia
Il Rettore Giovanni Betta e il presidente del Consiglio provinciale Luigi Vacana

 

Il ruolo della Provincia. Vacana: serve semplificare

Di sistema in sofferenza ma anche di dati che fanno ben sperare ha parlato il presidente del Consiglio provinciale di Frosinone, Luigi Vacana, che si è soffermato principalmente sulla necessità di semplificare, “affiancare concretamente queste imprese, anche da parte delle amministrazioni locali e della politica”.

“L’imprenditore a cui oggi bisogna rivolgersi è, dunque, sia quello che sta ancora attraversando la fase buia della crisi ma anche colui che decide di investire su questo territorio proprio perché intravede una speranza. Domani, con la firma dell’Accordo di programma per la bonifica della Valle del Sacco, la Provincia dà un segnale positivo anche se questo non elimina le responsabilità della politica in una visione tendenzialmente preoccupante”.

Qualche dato dell’indagine congiunturale

Per entrare nel vivo dell’indagine congiunturale di Federlazio, il dato che salta immediatamente agli occhi è un rallentamento forte nell’export del Lazio, con un -17,5% medio, che diventa -29,2% nel caso dell’export verso i paesi extra Ue. In riduzione anche le importazioni, con una flessione del 15,2% a fronte di una media regionale del +0,4%.

Il quadro generale si completa con i numeri relativi alla cassa integrazione guadagni: nel periodo luglio-novembre 2018 la provincia di Frosinone ha subito un netto rialzo delle ore di cig concesse, nettamente in controtendenza con il dato delle altre province laziali.

Per quanto concerne gli ordinativi, poi, quelli dall’Italia hanno fatto registrare una drastica caduta rispetto al primo semestre 2018, passando da +27 a +6 (analoga caduta di 20 punti, da +14 a -6, per gli ordinativi provenienti dall’Ue) mentre il saldo del fatturato in Italia flette da +27 a +4.

Brusca frenata anche degli investimenti: dal 42% nel primo semestre al 30% del secondo. Quanto alle previsioni per il primo semestre 2019, formulate dagli imprenditori intervistati, non sono affatto ottimistiche: nel confronto con il semestre precedente emerge che il saldo tra chi prevede una crescita e chi, invece, si aspetta un calo si riduce nettamente da +27 a +15 punti.

Gli imprenditori e la percezione della fase economica

In conclusione, l’indagine di Federlazio ha tentato di catturare lo ‘stato d’animo più intimo’ degli imprenditori nei confronti dell’attuale fase del ciclo economico. Quell’atteggiamento, cioè, che al di là dell’oggettività dei numeri e degli indicatori statistici, consente di cogliere la percezione maturata dai singoli operatori rispetto alla natura, all’entità e alla prevedibile durata di questo periodo economico negativo.

Il 64,3% degli intervistati dichiara che “nonostante timidi segnali di miglioramento, l’equilibrio economico è ancora precario”; solo il 14,3% (nel primo semestre 2018 erano il 23,3%) afferma che “si stanno realizzando le condizioni per raggiungere un discreto equilibrio economico”. Solo il 3,6% (nel primo semestre 2018 erano il 10%) parla di “segnali positivi e di una certa tranquillità con cui su può guardare al futuro” mentre sono saliti al 17,9% dal 6,7% coloro che dicono che “la situazione è di grave difficoltà e il futuro non si presenta positivo”.

 

 

 

 

Giulia Abbruzzese

Giornalista dei quotidiani online "Il Corriere della Provincia" e "TuNews24.it" e del settimanale "Tu News", ha collaborato anche con il mensile "Qui Magazine" oltre che con il settimanale "Qui Sette"; è stata inoltre Caposervizio del quotidiano "‘Ciociaria Oggi" e Caporedattore de "Il quotidiano della Ciociaria". Collabora con la rivista "Chic Style".

Giulia Abbruzzese ha 261 articoli e più. Guarda tutti gli articoli di Giulia Abbruzzese