Svuota canili e contrasto al randagismo. Una proposta di legge

Il consigliere regionale Sara Battisti ha presentato una proposta di legge che mira ad arginare il randagismo.  “Il fenomeno del randagismo rappresenta una criticità che costa alla collettività centinaia di migliaia di euro ogni anno: in media, infatti, come riportato sul sito della “A.N.M.V.I.” il costo di un cane in un canile è mediamente di 1.277,50 euro ogni anno. I dati nella nostra regione – fa notare Sara Battisti – parlano di cifre molto alte, con costi enormi sia per la Regione ma soprattutto per i comuni. Sono soldi che mancano per altri servizi a tutti noi”.

Un fenomeno allarmante

“Inoltre nella nostra regione il fenomeno è esteso, ivi compreso quello delle femmine gravide che continuano a partorire cuccioli che muoiono di stenti e di malattie, mentre quelli che non muoiono restano un serbatoio di nuovi randagi che finiranno nei canili, con costi a carico della collettività. Senza contare – aggiunge il consigliere regionale –  che il loro stato di abbandono rende questi animali sempre più “inselvatichiti”, con una permanente e complicata gestione della loro presenza, soprattutto dei cani che spesso si riuniscono in branchi e causano evidenti rischi per l’uomo. Sono frequenti per questo le aggressioni, gli incidenti stradali provocati o anche la diffusione di malattie infettive legate proprio al randagismo. Per questo la presente legge cerca di ridurre il fenomeno e stimolare l’adozione di animali, garantendo un contributo economico a soggetti determinati tramite agevolazioni a rimborso di spese a carattere veterinario – alimentare”.

 

Gli obiettivi

“Si prevede l’erogazione delle prestazioni veterinarie gratuite, compresa la microchippatura e la sterilizzazione degli animali per i neo padroni, ma anche il rimborso di spese alimentari sostenute, sia per i cani che per i gatti adottati presso le strutture convenzionate. Inoltre la legge mira a sostenere le persone indigenti nella loro volontà di adottare un animale, anche a scopo terapeutico. Con questa proposta, infatti, si richiede di istituire un fondo per tutte le persone che, per la cosiddetta pet therapy, utilizzano proprio un cane o un gatto adottato da un canile o da un’oasi felina. Si riconosce, altresì, il responsabile del cane di quartiere, nelle modalità consentite dalla legge: si tratta di modello attraverso il quale anche i cani in libertà potranno avere un tutore a cui vengano erogati i giusti finanziamenti per prendersi cura del cane di quartiere. E’ un provvedimento di civiltà e sensibilità, che può aiutare persone sole o in difficoltà ad avere un impegno ed uno stimolo, prendendosi cura di un animale e allo stesso tempo punta a svuotare gradualmente le strutture che rappresentano un costo per le casse pubbliche e un impegno per i gestori. Ringrazio il collega Buschini per aver scelto di sottoscrivere questo testo di legge”.

Redazione

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