A come Appassionate. Donne che fecero l’impresa

‘Ero molto emozionata questa mattina quando mi sono alzata dal letto; erano almeno due anni che non dovevo svegliarmi così presto per andare a lavoro. A dirla tutta, erano due anni che non lavoravo. 

Nel gennaio del 2010 la mia vita era cambiata radicalmente, o almeno si era interrotta quella che avevo vissuto fino a quel giorno. Dopo quasi dieci anni di esperienza come autrice per programmi televisivi, allo scadere dell’ennesimo contratto non me la sono sentita di ricominciare. In televisione per trovare un nuovo lavoro ogni volta bisogna fare il giro delle sette chiese; amici, amici di amici, aperitivi, feste, produttori, raccomandazioni. Due anni fa ho deciso che tutto questo non mi piaceva più.

D’allora ho scritto. Un libro, un film e poi ho partecipato a concorsi, immaginando che le porte del successo si sarebbero aperte davanti al coraggio di chi lasciava tutto per seguire la sua passione. Invece nulla di tutto ciò è mai accaduto. No, neanche in sogno. I due anni che sono seguiti sono stati un incubo, ho praticamente fatto la fame, subaffittato casa a stranieri di tutto il mondo per pagare l’affitto e non ho azzeccato un fidanzato.

(da ‘Appassionate’ di Filomena Pucci)

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Il libro ‘Appassionate’ scritto da Filomena Pucci

Al civico 11 di via Francesco Passino, nel cuore della Garbatella e a quattro minuti dal bar dei Cesaroni, il 5 novembre scorso si sono accese le luci del ‘Lotto 20’. Tre gradini sotto il livello della strada ed entro in un ambiente dove non conosco praticamente nessuno, eccetto chi lì dentro, con pochi ma fidati amici, ha lavorato notte e giorno per farne una serra coltivata a passioni.

Lei è Elisabetta Mirabella, frusinate trapiantata a Roma otto anni fa, con un passato nel marketing di Class Editori e un presente da imprenditrice di se stessa, oltre che del suo amore per la musica, la convivialità e il buon vino. In una di quelle serate di ‘Escape Monday‘, dove incontri gente che ha lasciato il lavoro e cambiato vita, conosce Filomena Pucci. Ed è anche grazie a lei se con un po’ di paura, tanto coraggio e innumerevoli sacrifici, in primis economici, si è convinta che quello che ti piace è ciò che sai fare meglio.

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Un momento della presentazione

È la frase scritta su un post-it che Filomena aveva avuto davanti per tanto tempo su una parete arancione, fino a che un giorno di sette anni fa, accarezzandolo tra le dita, ha lasciato che venisse fuori la madre di tutte le domande a cui non aveva ancora dato risposta: come faccio a trasformare quello che mi piace in un lavoro? A 37 anni –  oggi è più la versione italiana della dolcissima Juliette Binoche di Chocolat – il suo nome scorreva nei titoli di coda dei programmi tv di Rai e Mediaset. Ma lei non era felice. Come lo sarebbe potuta essere? In un modo solo suo, che aveva il diritto ma anche la responsabilità di trovare.

Lo ha fatto nelle storie di altre donne che, come lei, sono diventate impresa. Le ha cercate per nove mesi, in tutta Italia, grazie a un crowfunding e a quanti hanno dato fiducia al suo progetto. Le ha seguite, ascoltate, guardate all’opera e materialmente partorite in un libro, prima in versione e-book, poi su carta. ‘Appassionate’ racconta dieci di loro ma Filomena, che sta lavorando alla versione inglese mentre collabora con il Corriere della sera, ne riunisce migliaia ogni giorno, tanti sono i followers della sua pagina Facebook. A lei piace pensare che siano “esempi che formano e informano”.

E anche un po’ la versione positiva di Gomorra. Ma tutto questo è arrivato dopo anni di vita precaria, di porte sbattute in faccia, di case editrici scomparse dopo una mail di ‘complimenti per il primo capitolo, ci riserviamo di decidere a opera ultimata’, viaggi in autobus e tribolazioni notturne. Lei non ha mollato, anche quando tutto le sembrava voler dire che non ce l’avrebbe fatta e la paura riusciva persino a toccarla tanto era materializzata. Si è presa cura dell’idea e ha messo le gambe ai sogni. Oggi presenta e cura laboratori sui temi del lavoro e della passione: dal 14 al 16 dicembre sarà a Bologna con Fabiana Palù per il workshop intensivo ‘Da te stessa alla tua impresa’.

“È la passione – ha raccontato ieri sera, quando al Lotto 20 ha parlato della sua storia – che ti porta a dire ‘io esisto’. Il piacere è l’indizio del nostro destino e quello che si mette nel fare quotidiano lascia il segno perché è in questo che ci realizziamo. Ecco, le imprese che nascono da questo sono utili, necessarie. Sono quelle che funzionano e noi siamo pile ambulanti, destinate a produrre energia”. La sua è contagiosa. La sprigiona in una potenza naturale che ti conquista perché non è una favola a lieto fine, è una scommessa che vince giorno dopo giorno. Intanto ha finalmente trovato il compagno giusto, che da Babbo Natale le farà portare un letto più grande (“in Francia, dove viviamo, i letti sono troppo piccoli”) e messo al mondo la sua storia più bella, alla quale ha dedicato la sua nuova vita.

 

 

Giulia Abbruzzese

Giornalista dei quotidiani online "Il Corriere della Provincia" e "TuNews24.it" e del settimanale "Tu News", ha collaborato anche con il mensile "Qui Magazine" oltre che con il settimanale "Qui Sette"; è stata inoltre Caposervizio del quotidiano "‘Ciociaria Oggi" e Caporedattore de "Il quotidiano della Ciociaria". Collabora con la rivista "Chic Style".

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