Biodigestori, Legambiente Frosinone evidenzia le risultanze del rapporto Ispra sulle nuove tecnologie
L’Italia è il paese degli oltre 340 comitati del no. Di certo, è probabile che alcuni abbiano pienamente ragione, altri parzialmente, altri ancora di ragioni v’è invece da presumere ne abbiamo davvero poche, basando più che altro la propria opposizione su argomentazioni che spaziano dal demagogico al pretestuoso. Fra le molte opere osteggiate nel Belpaese ricadono anche i digestori per la produzione di biogas, accusati di inquinare e di rappresentare rischi sanitari per la popolazione circostante.
La presa di posizione
Sulla questione interviene nuovamente Legambiente Frosinone . Lo fa sulla pagina Facebook, evidenziando quanto contenuto nel rapporto Rifiuti Urbani redatto dall’Ispra.
“Accanto ai sistemi tradizionali di trattamento aerobico dedicati al recupero di materia dai rifiuti organici, si delinea un crescente interesse verso quelle tecnologie più evolute ed ecosostenibili in grado, non solo di soddisfare la maggiore richiesta di trattamento delle frazioni provenienti dalla raccolta differenziata al fine del loro recupero attraverso la produzione di ammendanti ma, anche, di contenere le emissioni e riutilizzare l’energia prodotta attraverso la purificazione del biogas generato. Da sottolineare: tecnologie più evolute ed ecosostenibili, in grado di contenere le emissioni: chi vuole capire, capisca“.
“Inoltre nella mappa che mostra l’ubicazione degli impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico dei rifiuti in Italia, occorre notare la quasi totale assenza di impianti nel progredito centro-sud in confronto con la loro maggiore diffusione nel retrogrado nord”.
