La depurazione di Cassino pagata dagli altri utenti della Ciociaria. Ora la Sto chiede indietro 11,3 milioni d’euro 

Il Comune di Cassino avrebbe causato danni per oltre 11 milioni di euro alla gestione del servizio idrico integrato. Facendo pagare la depurazione dei liquami riversati dalla rete fognaria del centro urbano agli altri utenti della Ciociaria.  

E’ quanto sostiene l’Ambito Territoriale Ottimale di Frosinone che ha dato mandato all’avvocato Rachele Cellitti di Frosinone per il recupero della somma di 11.370.368,58 euro quali mancati introiti della tariffa idrica per la sola parte relativa alla depurazione.

La vicenda

Nel periodo dal 2006 al 2017, infatti, il Comune di Cassino ha gestito direttamente il servizio idrico nel centro della città, ma per lo smaltimento dei reflui fognari ha utilizzato l’impianto di depurazione già trasferito alla gestione di Acea Ato 5. Il Municipio ha fatturato ai propri utenti e incassato da questi il dovuto per il servizio di depurazione ma non ha poi mai riversato quelle somme al vero gestore del servizio (Acea Ato 5) che ne sosteneva di fatto i costi.  

Acea Ato 5, da parte sua, ha  caricato quei costi – assieme a tutti gli altri – sulle proprie bollette e li ha quindi fatti pagare ai propri utenti (tra i quali non rientravano allora quelli del centro urbano di Cassino). 
La vicenda è finita anche davanti ai giudici del Tribunale della Città Martire che con una sentenza del 2017 ha stabilito che quei soldi non spettassero ad Acea Ato 5 proprio perché il gestore del servizio idrico ha già recuperato quelle somme dalle bollette pagate da tutti gli altri utenti.
A rivendicare gli 11 milioni è quindi Ambito territoriale quale rappresentante di tutti i Comuni per la gestione del Servizio idrico.

Nel frattempo, però, il Comune di Cassino ha dichiarato, a giugno 2018, il dissesto finanziario quindi la somma – se dovuta all’Ato5 – deve essere ricompresa nella massa passiva che sta assemblando l’Organismo straordinario di liquidazione nel frattempo nominato per ripianare i debiti accumulati dal municipio cassinate. Proprio per tale incombenza, l’Ato 5 si è rivolto all’avvocato Cellitti, evidenziando come il mancato riconoscimento integrale del credito oggetto di istanza di ammissione potrebbe configurare un danno erariale per le casse dello stesso Ambito territoriale ottimale.

Se Ato 5 riuscirà a recuperare gli oltre 11 milioni di euro reclamati, si ritroverà in cassa soldi che gli utenti (di tutta la provincia) hanno già pagato. Cosa farà a quel punto? Li restituirà ai cittadini? Improbabile, quello che resta da sperare è che almeno li usi per abbassare la tariffa dell’acqua, tra le più alte del Lazio e d’Itali

Redazione

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