Pontecorvo, Tanzi: il futuro della città è nel far restare i giovani

“Far restare i giovani a Pontecorvo e comunque nei nostri territori  è la nostra  prima sfida”.

Dopo la manifestazione di ieri, nella sala del ristorante ‘Paradise’, insieme a tutti i componenti della sua lista e ai tanti cittadini intervenuti, nel rispetto della normativa anti-Covid, il candidato sindaco Gabriele Tanzi ora annuncia una nuova iniziativa. L’appuntamento è per domani sera alle ore 19 a San Cosma con il presidente della LEGA COOP Lazio Sud Daniele Del Monaco.

L’intervento

“Negli ultimi 15 anni – fa notare il candidato sindaco della lista ‘Il Ponte’ – il territorio da un lato ha perso centinaia  di giovani (spesso laureati) che  per lavorare si  sono trasferiti nelle grandi città oppure all’estero (creando un notevole  impoverimento e linfa vitale alle nostre comunità), dall’altro ha subito una grossa crisi occupazionale, soprattutto  femminile, che ha costretto moltissimi ragazzi a lavori saltuari e mal retribuiti  oppure a restare inoccupati”.

“Se a questo aggiungiamo la scarsa propensione alla cultura imprenditoriale, testimoniata  da una serie di dati, uno fra tutti la bassa percentuale di start up innovative e  che la Ciociaria da sempre risulta un ‘territorio muto’, senza identità specifica (sconta la presenza ingombrante di Roma ed al contempo non riesce ad approfittare dal grande fascino del ‘marchio Roma’  e negli anni non ha creato una propria cultura imprenditoriale, in quanto presa d’assalto dalle multinazionali che prima hanno dato lavoro e poi, pian piano, hanno lasciato il nostro territorio), si comprende come è necessaria una vera e propria rivoluzione nelle modalità con cui affrontare questi problemi  e che il primo elemento su cui intervenire è proprio la cultura imprenditoriale”.

L’obiettivo

“Occorre creare – continua Tanzi – possibilità di autoimpiego giovanile o per disoccupati formandoli nella creazione d’impresa, possibilmente in campi specifici quali quello dell’ambiente, dell’energia, dell’agricoltura e del turismo, settori tutti interconnessi e legati fortemente alla comunità ed al territorio, potrebbe essere la via migliore per permettere ai nostri giovani di creare strutture imprenditoriali capaci di camminare con le proprie gambe. A tal proposito sarebbe opportuno iniziare a predisporre una normativa che qualifichi le ‘imprese di Comunità’. 

Le imprese di comunità

“In Italia le imprese di comunità assumono la forma cooperativa ma ad oggi non esiste nel nostro Paese uno specifico riconoscimento giuridico se non in alcune regioni italiane. Adesso però è alle Camere lo studio di una legge nazionale. Quando  diciamo cooperazione di comunità sappiamo di non poterci riferire a descrizioni e modelli univoci e stabili. Le immaginiamo come imprese ‘Custodi del patrimonio culturale ed ambientale, di tradizioni, di saperi e di esperienze’ e vorremmo insieme alla Regione Lazio definirne i contorni. Pensare, ad esempio, al riutilizzo dei beni demaniali dei Comuni, della Regione o di altri  Enti  (palazzi, terreni, boschi) che da anni non vengono utilizzati e disciplinarne l’uso per la creazione di impresa potrebbe essere un modo per riqualificare i beni comuni  e creare occupazione”.

“Guardare alle imprese di comunità (con particolare riferimento al modello cooperativo) come ad un’esperienza di innovazione potrebbe essere, in un momento caratterizzato da scarse risorse pubbliche destinate ai servizi di welfare, non solo un modo di creare start up innovative ma anche di evitare lo spopolamento  e migliorare la qualità della vita delle nostre  popolazioni . Per questo – conclude Gabriele Tanzi – l’idea è quella di promuovere il più possibile da un lato l’idea di impresa cooperativa dall’altro favorire percorsi di nascita di nuove cooperative proprio nei territori creando dei laboratori formativi  dei giovani del posto”.

Redazione

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