Lazio laboratorio criminale, ecco i clan che operano in Ciociaria

Il Lazio si presenta come un vero e proprio ‘laboratorio criminale‘, in cui coesistono formazioni, non solo mafiose, di diversa matrice e etnia, il cui radicamento è più evidente nella Capitale e nelle province di Latina e Frosinone, non a caso quelle con il più alto numero di beni confiscati alle mafie”. Questo quanto emerge dalla relazione della divisione investigativa antimafia, inviata al parlamento.

Il focus sul Frusinate

L’incidenza criminale registrata nel frusinate – si legge nel rapporto – è prevalentemente determinata dall’operatività di proiezioni dei sodalizi campani, con particolare riferimento alle storiche presenze del clan Venosa ed alle proiezioni del clan dei casalesi e del clan Mallardo. Riscontri investigativi hanno, inoltre, nel tempo, evidenziato gli interessi, oltre a quelli dei Casalesi, anche dei Misso e dei Mazzarella nel settore del gioco, attraverso il riciclaggio di denaro in settori quali il bingo, la raccolta delle scommesse sportive ed ippiche, i videopoker e le new slot. Nel particolare comparto è recentemente emersa anche una proiezione della criminalità lucana”.

Anche nel territorio di Cassino si è registrata, nel tempo, una crescente presenza di proiezioni dei sodalizi criminali campani, in particolare originari del casertano. Nell’area risiedono soggetti appartenenti al cartello dei Casalesi, agli Esposito di Sessa Aurunca (CE), ai Belforte di Marcianise (CE), ai clan napoletani Licciardi, Giuliano, Mazzarella, Di Lauto ed al clan dei Gionta, originario di Torre Annunziata (NA)”.

Nascondiglio per boss

Nella provincia, inoltre, hanno trovato rifugio numerosi latitanti, come dimostrano gli arresti avvenuti negli anni passati di alcuni esponenti di spicco legati ai clan Amato-Pagano, Polverino e dei casalesi”.

Gli affari della criminalità locale

Contestualmente all’operatività delle propaggini camorristiche, si registrano sul territorio diversi episodi delittuosi perpetrati da aggregazioni criminali autoctone. Queste, ancorché meno strutturate delle prime, risultano attive nel racket delle estorsioni, nell’usura e nel traffico degli stupefacenti, anche in osmosi con organizzazioni insediate in altre aree”.

Redazione

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