Vendemmia selettiva: Coldiretti chiede alla Regione di aprire il bando

Il lockdown ha dimezzato anche in Ciociaria le vendite di vino, a causa della chiusura forzata per oltre due mesi di ristoranti, hotel, bar e pub. La crisi colpisce quattro cantine su dieci con un taglio che si aggira intorno al 50% del valore delle vendite. Non solo. Pesanti le ripercussioni anche sugli agricoltori.

Una situazione in cui si rende indispensabile l’attivazione di misure urgenti come quella della ‘vendemmia verde selettiva’. Con la Circolare di OP Agea Istruzioni Operative 46 del 11 giugno 2020 Agea, sono disponibili le procedure informatizzate nel portale Sian, al fine di consentire alle Regioni di adottare le proprie disposizioni per la presentazione delle domande per la Vendemmia Verde.

Ad oggi, però, la Regione Lazio non ha manifestato la volontà di aprire il bando per tale misura e vista la scadenza di presentazione delle domande fissata al prossimo 25 giugno, Coldiretti Lazio ha chiesto nuovamente alla Pisana un intervento urgente per l’attivazione della misura e per uno slittamento dei termini.

Picchi: una misura da attivare per tutelare il settore

“Tra i settori più in crisi c’è quello vitivinicolo – spiega il direttore di Coldiretti Frosinone e Latina Carlo Picchi – Abbiamo già sottolineato l’importanza di mettere a disposizione degli agricoltori, sia la misura della vendemmia verde che della distillazione di crisi. La misura rappresenta, nell’insieme degli interventi attivabili, uno strumento utile a prevenire un possibile crollo dei prezzi dell’uva alla prossima vendemmia, con inevitabili ripercussioni sul settore viticolo”.

carlo picchi direttore coldiretti il corriere della provincia
Il direttore di Coldiretti Frosinone Carlo Picchi

Si tratta di interventi importanti sui quali si registra un pesante ritardo nell’attuazione a quasi due mesi dall’inizio della vendemmia, quando sarà necessario aver già liberato posto per il vino nuovo nelle cantine.

“L’attivazione della sola misura sulla distillazione di crisi – conclude Picchi – è a favore quasi esclusivo delle cantine che lavorano l’uva, ma che non la producono: chi sostiene l’esclusività dell’applicazione di questa misura, sta promuovendo un’azione speculativa verso i viticoltori. Un’attenzione, questa, che dobbiamo avere soprattutto in quest’annata agraria, dove le crisi non sono date solo dai mercati difficili, ma anche da speculatori che in questo e in altri settori si rivalgono soprattutto sugli anelli più deboli della filiera”.

Redazione

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