Cresce la domanda di frumento, Confagricoltura: comparto ciociaro pronto alla sfida

Le scorte di grano duro a livello mondiale continuano a calare, il prezzo è da mesi in rialzo e sulla qualità della prossima campagna produttiva incombono non poche preoccupazioni. È quanto emerso dal Durum Days 2020, l’evento che ogni anno chiama a confronto tutti gli attori della filiera a cui ha perso parte anche Confagricoltura. Iniziale impennata dei consumi di pasta con il lockdown (+40% a marzo), prevista ulteriore contrazione delle riserve mondiali (-27%) di frumento duro, mentre la siccità mette a rischio quantità e qualità del prossimo raccolto.

L’intervento

Le scorte mondiali sono ai minimi mentre cresce la domanda di frumento italiano e di qualità: Su questo aspetto, il presidente di Confagricoltura Frosinone Vincenzo del Greco Spezza rassicura: “In merito alla qualità e alla capacità produttiva del comparto ciociaro – sottolinea – non c’è da discutere perché la mission dei nostri agricoltori è, da sempre, la produzione di cereali (grano, mais, orzo e segale) di pregio. Per quanto riguarda il nostro territorio stiamo lavorando intensamente per aumentare la produzione cerealicola, grazie agli accordi di filiera e alle innovazioni tecnologiche in linea con l’attenzione crescente da parte dei consumatori verso la provenienza della materia prima e verso prodotti di qualità, di formati speciali e con più alto contenuto proteico”.

L’unica preoccupazione è legata alla prolungata siccità: “Il prossimo raccolto potrebbe risentire di questo aspetto – spiega il presidente del Greco Spezza – ma i nostri agricoltori faranno il possibile. Tuttavia mi auguro che il prossimo raccolto da una parte veda riconosciuti gli sforzi degli agricoltori con un prezzo che possa dare ossigeno al settore cerealicolo, che ormai da anni soffre una crisi strutturale a causa della concorrenza estera, e dall’altro crei le premesse per una autosufficienza nazionale che oltre ad offrire un prodotto più sano e controllato darebbe vantaggi in termini economici, ambientali e sociali”.

L’appello

Per quanto riguarda il blocco delle esportazioni di cereali da parte della Russia “finita l’emergenza dovremmo riscrivere le regole del mercato orientandolo verso la filiera corta e preferendo i prodotti che utilizzano materie prime italiane e a km 0 cercando di valorizzare il lavoro del produttore e mantenere il prezzo al consumatore finale evitando inutili ‘dispersioni’ di denaro delle filiere. Chiediamo al Governo di incentivare ancora di più gli sforzi in materia di ricerca e innovazione e di promozione di strumenti per la valorizzazione del prodotto. È pure opportuno accelerare i pagamenti dei contratti di filiera e perfezionare l’istituzione a livello sperimentale della Commissione Unica Nazionale del grano duro, garantendo così al settore, sulla scia di quanto già avviene in altri comparti, uno strumento che possa contribuire a dare una indicazione delle tendenze di mercato, alla base della formazione dei prezzi”.

pubblilaser il corriere della provincia

Redazione

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