‘Per un Comune sicuro’: al via un progetto di Anci, Upi, Federsanità e Regione

Promuovere metodi di prevenzione legati alla gestione delle epidemie attraverso una buona organizzazione del lavoro, l’uso di strumenti di distanziamento personale con tecnologie digitali, con la presentazione di buone pratiche e con l’attuazione di strategie di comunità, concordate tra Aziende sanitarie, Comuni e Province.

Si chiama ‘Per un Comune sicuro’ l’iniziativa che nasce dalla collaborazione tra Anci Lazio, Federsanità Lazio, Upi Lazio e Regione Lazio e che sarà presentata in videoconferenza venerdì 8 maggio 2020, a partire dalle ore 9.30.

L’iniziativa

Il progetto mira a rendere i Comuni e le Province protagonisti consapevoli della Fase 2. Dopo una prima fase emergenziale, in cui Comuni, Città Metropolitana, Province e Regione, hanno svolto un ruolo di primo piano nella gestione della fase emergenziale, si pone adesso la necessità di continuare su questa strada virtuosa con la riorganizzazione dell’impianto lavorativo, sociale e logistico del territorio e, così, mettere a regime una serie di iniziative volte a garantire i servizi e rimodellarli al contesto attuale.

Particolarmente soddisfatto del progetto il presidente Antonio Pompeo, che ha sempre sottolineato la necessità di coinvolgere gli amministratori locali, partendo dalle loro esperienze sui territori per rispondere, in maniera efficiente e puntuale, alle esigenze che arrivano dalle comunità.

antonio pompeo il corriere della provincia
Il presidente della Provincia di Frosinone e presidente di Upi Lazio, Antonio Pompeo

L’intervento di Pompeo

Saluto con favore il progetto ‘Per un Comune sicuro’ – a parlare è Antonio Pompeo, presidente di UPI Lazio e della Provincia di Frosinone – al quale l’Upi Lazio ha voluto subito aderire. Si tratta di una piattaforma operativa e formativa che nasce dal basso, valorizzando quegli enti che sono stati in prima linea e che meglio di tutti hanno acquisito competenze e buone pratiche sull’organizzazione del lavoro, sulla tutela dei luoghi, sull’assistenza, sulla cura delle fragilità. Un bagaglio di competenze a disposizione di tutti gli operatori e gli amministratori della nostra Regione che ridisegnano e rilanciano le funzioni degli Enti locali non solamente per rispondere alle esigenze del domani, ma anche per farsi trovare pronti nel caso di nuove emergenze. Un ringraziamento ad Anci Lazio e al presidente Roberto Varone, così come a tutte le istituzioni che hanno aderito e che dimostrano la validità e la forza di questo progetto“.

Le parole di Varone

Il passaggio alla fase 2 – precisa Riccardo Varone, Presidente di Anci Lazio e sindaco di Monterotondo – richiede alla pubblica amministrazione locale di mettere in campo nuovi modelli organizzativi del lavoro, che assicurino la sicurezza del personale e dei cittadini. Come occorre anche ripensare il rapporto con l’uso delle nuove tecnologie e degli strumenti digitali, parte fondamentale del progetto: necessaria una valutazione dell’affidabilità delle reti di comunicazione e la disponibilità di sistemi adeguati a rispondere alla domanda che viene dal cittadino; come anche un investimento in termini di culturali e di formazione sulle nuove modalità di rapporto attraverso i processi digitali e la possibilità di svolgere il proprio lavoro da casa con qualità (smart working)“.

L’analisi di Frittelli

La Fase 2 della crisi legata al COVID-19 – dichiara Tiziana Frittelli, Presidente Federsanità e Commissario straordinario PTV – dovrà trasformarsi nell’occasione per ripensare tutta una serie di servizi che, grazie al supporto di professionisti di alta qualità, alla tecnologia disponibile e alla collaborazione con il territorio, possono fornire al cittadino una serie di opportunità, prima poco o per nulla sfruttate. Formazione e continua comunicazione fra gli attori istituzionali completano il quadro di quello che speriamo possa diventare una buona pratica attuata anche in altre parti d’Italia“.

Altra fase del progetto è invece legata all’individuazione di una serie di “Strategie di comunità” e di prevenzione primaria; dopo un’attenta verifica delle procedure da utilizzare e tenendo conto delle tempistiche indicate a livello governativo e regionale, saranno individuate delle “Sentinelle di comunità” e i “supporti di rete della solidarietà”.

Assistenti sociali, polizia municipale, farmacie comunali, care giver, terzo settore, parrocchie, associazioni sportive, volontari della protezione civile, Nas. Le sentinelle saranno organizzate in team e formate attraverso una serie di webinar, per meglio conoscere l’uso dei DPI e della vita sociale in sicurezza, un innovativo processo di presa in carico e monitoraggio; inoltre verranno mappati i centri e le realtà aggregative sui territori (sia di gestione comunale che quelli che agiscono sul territorio comunale) così da avere un chiaro riferimento rispetto a tutto quelle situazioni non soggette a controllo sanitario.

Redazione

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