Pofi, aziende florovivaistiche in crisi, il sindaco Ciccone scrive al Prefetto Portelli


A seguito della pandemia da Covid-19, che ha sconvolto il nostro territorio nazionale e non solo, molte aziende agricole, in particolare quelle florovivaistiche, si trovano ad affrontare un periodo di enorme crisi a causa delle misure adottate dal Governo circa il distanziamento sociale, la quarantena, l’isolamento e il blocco degli spostamenti”.  Così Tommaso Ciccoone, sindaco di Pofi, in una lettera inviata al Prefetto Portelli.

Il prefetto Portelli

L’intervento

Questa epidemia rappresenta una grave emergenza sanitaria e un durissimo colpo per l’economia italiana. Infatti, la quasi totalità delle produzioni sono rimaste invendute e molti si trovano in grande difficoltà a causa dei mancati guadagni.   Da parte del Governo c’è stato, già da diverso tempo, l’auspicato chiarimento sul via libera alla vendita di piante e fiori nei mercati, punti vendita, supermercati e vivai, precisando che: la vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita”. 

L’art. 1, comma 1, lettera f), del DPCM del 22 marzo 2020, ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di prodotti agricoli, consentendo, quindi, la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti etc. Tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificatamente ricomprese nell’allegato 1 dello stesso Dpcm: coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, con codice ATECO 0.1, per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Conseguentemente, come ormai acclarato, deve considerarsi ammessa l’apertura dei punti vendita di tali prodotti, organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme   igienico-sanitarie in vigore”.   

La richiesta

Quanto in premessa per la necessità di un chiarimento in merito alla possibilità, da parte degli acquirenti, di potersi recare in altri comuni per comprare i prodotti di cui sopra.   Nello specifico, attesa la legittimità dello spostamento nel caso in cui nel territorio del proprio comune di residenza non vi siano aziende della fattispecie su enunciata, si chiede a Sua Eccellenza una cortese nota di delucidazione circa la possibilità di potersi spostare in altri comuni per acquistare prodotti dell’ortofrutticoltura e della florovivaistica nell’eventualità in cui essi siano ottenibili, esclusivamente ed unicamente, comprandoli da determinate e selezionate imprese del territorio, a prescindere dalla presenza o meno nel proprio comune di residenza di aziende aventi stessa tipologia.   L’opportunità di una tale precisazione andrebbe a sostegno delle tante imprese del territorio, forti di produzioni tipiche locali come, nello specifico, quelle del comune che mi onoro di rappresentare: poco meno di cento aziende che, negli anni, hanno saputo imporsi per qualità ed unicità delle loro produzioni, conquistando posizioni di vertice a livello regionale e nazionale”.    

“L’impatto devastante dell’attuale emergenza, con il blocco delle vendite, ha causato la distruzione di migliaia di fiori e piante, appassiti e distrutti nei vivai locali e dell’intero territorio nazionale, il crollo degli acquisti, il collasso delle produzioni tipiche primaverili e il blocco delle vendite di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale”.

Redazione

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