Lucio Migliorelli tra numeri e politica. E Ora guida la ‘Saf green revolution’

Suo padre Achille è stato per quasi 40 anni Sindaco di San Giorgio a Liri. Di numeri, cifre, bilanci e di conti pubblici da far quadrare a fine anno Lucio Migliorelli ne ha sentito parlare ogni giorno, per anni, che fosse a casa o nella sede di partito o ai dibattiti politici che frequentava assiduamente, con passione. Ha sempre avuto a che fare, fin da ragazzo, coi numeri e con la politica.

Il ritratto

Dottore commercialista, dirigente provinciale di partito, Consigliere provinciale e capogruppo per le due consiliature nell’Amministrazione Scalia è stato sempre in prima linea con il vantaggio, rispetto a tanti, di essere uno che prima di partire in battaglia, lancia in resta, ha il buon vizio di documentarsi, di studiare le carte. Delega poco, perché ha una naturale inclinazione alla meticolosità, alla conoscenza degli argomenti, alla visione di strategia e, quindi, all’assunzione di responsabilità.

Cose che gli hanno permesso di essere apprezzato dai compagni di cordata e dagli avversari, sia nei suoi anni da capo della segreteria dell’allora assessore regionale ai rifiuti e oggi presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini che oggi, quando si avvia alla scadenza del suo primo mandato da presidente della Saf.

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Lucio Migliorelli all’ingresso dello stabilimento di Colfelice

Lucio Migliorelli è uno tenace, ambizioso. Uno che non molla la presa e quando si mette in testa una cosa nessuno lo ferma – dicono di lui i suoi amici. Sarà anche per questa sua determinazione e per la sua ostinazione a puntare dritto alla meta che in questi anni la Saf – Società Ambiente Frosinone – si è imposta come soggetto primario nel panorama provinciale, considerata anche la delicatezza del suo ambito operativo.

La società – che è pubblica, visto che i detentori delle quote sono i Comuni e la Provincia – è sottoposta a una graduale riorganizzazione interna messa in moto per efficientare i servizi e le prestazioni, ma soprattutto per predisporre la struttura produttiva a una sua radicale trasformazione. Una ristrutturazione tecnologica e impiantistica rivoluzionaria, che trasformerà il sito della Saf in Fabbrica dei Materiali.

L’intervista

Saf sta diventando sinonimo di azienda moderna e green. Necessità di adattamento o spirito visionario?

“Dobbiamo avere un approccio direi cogente rispetto alla necessità di traguardare la provincia di Frosinone nell’economia circolare del rifiuto. Essere all’avanguardia oggi, credetemi, è un obbligo. Non possiamo più attingere, all’infinito e indiscriminatamente, alle materie prime. Dobbiamo riciclarle, recuperarle, riutilizzarle. Oggi non ha più senso disperdere, distruggere. Oggi è invece un obbligo morale, prima che una necessità sociale ed economica, recuperare tutto ciò che è possibile dalla spazzatura perché ogni rifiuto può essere una ricchezza. È materia dalla quale generare nuova materia. È la sfida che dobbiamo vincere per lasciare ai nostri figli un ambiente migliore di come lo abbiamo avuto noi”.

La Fabbrica dei Materiali è un progetto in linea con questa emergenza al termine della quale i Comuni potrebbero trovarsi con le casse ancora più vuote?

“Questa emergenza ci restituirà una società stravolta nella sua organizzazione complessiva e sarà nostro compito, ciascuno per la propria parte, contribuire a riorganizzare le dinamiche collettive delle nostre nuove vite, migliorandole dove possibile. Lavoriamo tutti affinché la Saf si inserisca nel contesto delle nostre nuove vite e, attraverso la sua radicale ristrutturazione, sia anch’essa un elemento di forte novità. L’obiettivo è il recupero e riutilizzo dei materiali trattati per renderli nuovamente utili ai fini produttivi, piuttosto che finire in discarica o nel termovalorizzatore. La Fabbrica farà, a dimensione industriale, quello che migliaia di cittadini fanno già nei propri contesti familiari, nelle case o anche sui luoghi di lavoro. I benefici saranno principalmente di natura ambientale e poi anche di natura economica in funzione della riduzione dei costi di gestione dell’impianto”.

Rifiuti: problema da risolvere o opportunità da sfruttare?

“Partiamo dal presupposto che i rifiuti vengono prodotti ogni giorno, dai cittadini come dall’industria. E per gestirli servono impianti tecnologicamente avanzati e, possibilmente, ubicati più vicino possibile al luogo dove vengono prodotti. Questo è il concetto di chiusura del ciclo virtuoso dei rifiuti. Può sembrare un paradosso, ma i rifiuti sono al tempo stesso l’una e l’altra cosa. Nel senso che l’opportunità è la soluzione al problema. I rifiuti sono un problema fin quando è alto l’impatto ambientale e direi anche economico del loro smaltimento. Nel momento in cui, però, riusciremo a recuperare percentuali alte di materia – carta, ferro, alluminio e altri metalli, cartoncino, cartone, plastiche – dal rifiuto indifferenziato, il problema diventa palesemente opportunità perché quella materia prima selezionata, recuperata e rigenerata a nuova vita, diventerà la base primaria per produrre nuovi incarti, nuovi contenitori, nuovi imballaggi. In questo modo trasformeremo il problema in opportunità sia dal punto di vista economico che ambientale”.

Lei e una nutrita pattuglia di dipendenti della Saf avete scattato un selfie a distanza con tanto di mascherine nel piazzale. Come cambia il lavoro di una azienda quando fuori c’è una pandemia?

“Cambia, e se cambia! Il sito di Colfelice ha assunto le sembianze di un check-point militare per via delle misure di sicurezza e prevenzione, opportunamente indicate nei Dpcm del presidente Conte, per impedire al massimo ogni possibile rischio di trasmissione del contagio. Il nostro lavoro è equiparato ad un servizio pubblico essenziale. Il servizio non si può fermare. Pensate per un attimo a cosa accadrebbe in Ciociaria se al dramma della pandemia si aggiungesse il blocco della raccolta dei rifiuti. Continuiamo a lavorare, ma in condizioni più impegnative e gravose noi che lavoriamo dagli uffici, ma soprattutto le maestranze cui è delegata la gestione dei carichi di rifiuti in ingresso. La foto è stata il nostro modesto contributo al rafforzamento dei sentimenti di fiducia e di speranza che devono sorreggere tutti noi in questa condizione di vita così insolita e destabilizzante”.

saf foto il corriere della provincia
I dipendenti della Saf hanno scattato la foto con il presidente Migliorelli con mascherine e a distanza di sicurezza

“Abbiamo voluto dire: noi ci siamo, siamo al lavoro. E le braccia alzate in segno di saluto erano per i medici e gli infermieri in prima linea per salvare vite, per le forze dell’ordine e per tutti gli altri che come noi sono al lavoro in questo periodo. Il loro impegno commovente, la loro passione siano di esempio per tutti. Ce la faremo a superare anche questa prova. E se saremo migliori di prima il merito più grande sarà stato proprio della immensa prova di coraggio, di forza e altruismo dei nuovi eroi in camice, con i volti stanchi, segnati dalle mascherine. A tutti gli altri la raccomandazione di ogni giorno: dobbiamo tutelare la nostra salute rimanendo a casa. Stiamo lottando contro un nemico invisibile e pericoloso, che batteremo solo se, uniti, rispetteremo le regole che il Governo ha imposto per questo periodo. Poi torneremo tutti ad abbracciarci”.

Redazione

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