Parenti serpenti, cugini assassini e Fratelli d’Italia coltelli

Parenti serpenti, cugini assassini e fratelli coltelli. È un proverbio italiano piuttosto diffuso che non rappresenta, ovviamente, una verità assoluta. Ma come spesso accade nei detti e nelle massime, c’è un fondo di verità. Ed è quello che sta accadendo, in provincia di Frosinone, all’interno del partito di Giorgia Meloni.

Lo scontro

Continua, infatti, il derby interno, con valenze e riflessi anche esterni, di Fratelli d’Italia. Le due formazioni si affrontano ormai senza esclusioni di colpi e dispetti, con un gioco spesso falloso e con trucchetti antisportivi. Basta socchiudere gli occhi per vedere lo schieramento delle squadre in campo: da un lato i Fratelli di Ceccano con un 3-5-1-1 a supporto dell’unica punta, il leader ‘Maximo’; dall’altro i resti della Provincia, con un bellicoso 4-3-3  formato dal ‘trio delle meraviglie’ Iannarilli-Savo-Foglietta.

Ieri il senatore Massimo Ruspandini è riuscito addirittura nell’intento di ottenere, di fatto, il dono dell’ubiquità, essendo fisicamente presente a Cassino (città dimenticata da Dio e dai rappresentanti istituzionali di ogni genere e grado) e spiritualmente a Frosinone, convitato di pietra dei cosiddetti ‘rampelliani’ contemporaneamente riuniti in un letterale conclave presso il ristorante ‘Sora Giulia’ di Frosinone.

Il caso

A scatenare l’ennesimo scontro è stata una cerimonia di commemorazione della strage di Acca Larentia, tenutasi nei locali della Federazione di FdI, che ha rivestito in realtà quasi i panni di una seduta spiritica alla luce: secondo una pura logica settaria, nell’occasione erano presenti soltanto i fidi scudieri del senatore ceccanese, tutti gli altri esclusi perché nemmeno invitati.

L’immediata reazione di Foglietta, Iannarilli (che invece non esclude mai nessuno) e Savo è stata la convocazione, per ieri sera, di un incontro della compagine vicina a Rampelli e Antoniozzi.  Nel corso dell’appuntamento hanno colpito le esternazioni, condite di rancore per via di vecchie ruggini, di Marco Ferrara, ma soprattutto quelle di gente del calibro di Iannarilli e Savo, per poca incisività, con Foglietta sbalordito.

Poca incisività

Se, infatti, quello che possono fare i Gabbiani & affiliati in questo momento è solo esprimere lagnanze e tenere il piede in due scarpe, non sapendo (è il caso di dirlo…) che pesci prendere, si spiega facilmente il motivo del regno (quasi assoluto in termini personali ma di pochi contenuti) del senatore di Ceccano.  Insomma, diventa difficile organizzare un contro-gioco, se esiste solo il collante di ipotetiche candidature chissà dove e chissà quando. Bisognerebbe, quindi, che ci fosse qualcuno in grado di ‘contare il tempo’ e concepire un progetto di ampio respiro, se all’interno di FdI davvero si vuole fare il salto di qualità.

Pulciani nel mirino

Ma non è questo, evidentemente, il sogno condiviso dal senatore Ruspandini, che sotto tale profilo vuole solo togliersi la montagna di sassolini accumulata nelle scarpe durante la dominazione pre-Pulciani.

Già, Pulciani: colui che – messo al vertice federale da Foglietta – dovrebbe gestire con abilità i contrasti interni. E che invece di professione, politicamente parlando, fa ormai il portaordini del capo del Nuovo Ordine Ceccanese; ovvero del senatore Ruspandini che, sempre ieri, diffondeva il suo verbo via social, facendolo riverberare proprio nel noto ristorante frusinate, ben sapendo che Pulciani aveva vietato l’uso dei locali della federazione all’altro gruppo per non fargli un torto.

Redazione

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