Il vescovo che prende in prestito ‘La verità’ di Vasco per parlare ai giovani
Il messaggio è di quelli importanti, attuali, che parla di tempi moderni. Che chiama in causa la verità e tutti i valori che sono ad essa intimamente connessi: educazione, rispetto, libertà, cultura, crescita. Ma anche odio, violenza, guerra, dolore, morte.
Quella del vescovo di Sora non è una lettera qualunque ma è rivolta a giovani qualunque. È un invito ma anche un consiglio, un monito ma anche una chiave di lettura della società in cui oggi si è adolescenti prima, ragazzi durante, uomini e donne poi.
Sa quali corde toccare, monsignor Gerardo Antonazzo, per arrivare dritto alle complesse sensibilità dei giovani. E prende in prestito quelle degli strumenti musicali della band di Vasco. Sì, proprio lui, un’anima rock che denuncia e contesta, che critica e provoca, che non allude: tira il sasso e poi mostra pure la mano.
‘La verità’ di Vasco è, nelle parole del vescovo Antonazzo, “poesia vera, verità poetica. Un singolo straordinario – dice l’alto prelato – che esprime perfettamente il clima storico e la confusione che stiamo vivendo ai nostri giorni. La verità di Vasco – osserva ancora – vuole punzecchiare e scuotere le coscienze perché, come recita il testo, disturba sempre un po’ qualcosa“.
“Imparate a ragionare con la vostra testa”
Ma prima di parlare di verità, con una sorta di lunga esegesi della canzone del Blasco, monsignor Antonazzo usa parole come ‘meraviglia’, ‘stupore’, ‘scoperta’: invita i giovani a sprigionare la meravigla e assaporare la freschezza delle relazioni, delle scoperte, delle esperienze e conoscenze mai vissute prima.
“Ciascun ragazzo, – scrive in un passo – soprattutto in età adolescenziale, abbia bisogno di essere riconosciuto e valorizzato nella sua singolarità e unicità. Imparate a ragionare con la vostra testa; cosa ben diversa dal ‘fare di testa propria’”.
Una società che non si fida più della ragione
Un passaggio fondamentale, nella lettera di monsignor Antonazzo, è anche quello riservato a una società sempre più litigiosa, astiosa e culturalmente cieca, che non ha più fiducia nella ragione.
“Oggi – scrive il vescovo – assistiamo a un diffuso ritiro dalle questioni importanti e complesse, mentre le persone si accontentano di slogan, di opinioni, di frasi ad effetto e di tweeet. La nostra società sembra aver perso fiducia nella ragione. Si ragiona poco, soprattutto con la propria testa”.
Il binomio verità-libertà del presidente Mattarella
Prima di chiudere con quella che ritiene la frase più adatta per descrivere il giusto atteggiamento nei confronti della verità (‘La verità si sposa’), monsignor Antonazzo cita il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando, in occasione del 150esimo anniversario dell’Associazione Italiana Editori (11 settembre 2019), identifica la verità alla radice di ogni atto veramente libero.
Cita testualmente il Capo dello Stato: “Sappiamo tutti che in latino liber-libro e liber-uomo libero sono due etimi differenti: da un lato, l’interno della corteccia degli alberi su cui si scriveva, dall’altro la condizione di libertà. Ma l’identità del suono trasmette una suggestione davvero molto grande: avvicina i libri alla libertà”.
Conclusione… a voce alta
Chiude, monsignor Antonazzo, invitando i ragazzi a cantare ‘La verità’, “per cercarla e custodirla con ogni sforzo possibile”. E consegna loro le parole del testo di Vasco “come argomento di confronto aperto, perché le sue parole meritano di essere cantate con la vostra vita“.
Giornalista dei quotidiani online “Il Corriere della Provincia” e “TuNews24.it” e del settimanale “Tu News”, ha collaborato anche con il mensile “Qui Magazine” oltre che con il settimanale “Qui Sette”; è stata inoltre Caposervizio del quotidiano “‘Ciociaria Oggi” e Caporedattore de “Il quotidiano della Ciociaria”. Collabora con la rivista “Chic Style”.
