Economia del Frusinate tra luci e ombre, il grido d’allarme di Federlazio

E’ una fotografia tra luci e ombre, quella scattata dall’indagine congiunturale di Federlazio sul primo semestre 2019,  i cui dati sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal direttore Roberto Battisti, dal vicepresidente Tonino Boccadamo e da Andrea Toma, responsabile Lavoro del Censis. Le conclusioni sono state affidate a Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro della Regione Lazio, il quale, al termine dell’incontro, ha annunciato che chiederà al presidente della Camera di Commercio di Frosinone, Marcello Pigliacelli, di convocare una riunione per analizzare la situazione economica del territorio.

L’analisi

Lo studio, che ha riguardato il secondo semestre 2019, ha fatto emergere una situazione a corrente alternata per quanto riguarda la provincia di Frosinone. Se, infatti, da un lato sono cresciute le esportazioni, dall’altro si è registrata una flessione complessiva dei livelli produttivi, un calo degli investimenti e il continuo ricorso alla cassa integrazione, con un incremento davvero preoccupante per quella in deroga: più 144,8%.

L’intervento di Battisti

“Il confronto  con le altre province – ha affermato Battisti –  desta qualche preoccupazione. Non solo Roma (con + 0,17%) e Rieti (con + 0,10%) fanno registrare un valore positivo, ma anche Latina e Viterbo presentano, rispettivamente con solo -0,02% e -0,08%, una situazione visibilmente un po’ meno preoccupante rispetto a Frosinone dal punto di vista della dinamica imprenditoriale”. E poi una stoccata alla macchina burocratica. “Credo che questo territorio – ha chiosato – sul piano delle politiche e degli interventi, oggi non abbia più bisogno tanto di ‘straordinarietà’ quanto invece di‘ordinarietà’. Il sistema, in buona sostanza, necessita di servizi pubblici funzionanti e di una pubblica amministrazione consapevole di essere in qualche modo essa stessa un fattore produttivo. Vale a dire un soggetto che, con la qualità e la rapidità della sua azione, sia in grado di rendere più performante il tessuto produttivo, aumentando l’attrattività del territorio nei confronti di iniziative imprenditoriali esterne”.

“Il Frusinate – ha poi proseguito – necessita, inoltre, di una viabilità più adeguata nelle aree industriali  ma anche di una manutenzione sistematica delle infrastrutture di servizio, al fine di evitare che si generino, come spesso è accaduto, situazioni emergenziali. Ci sembra, però, giusto – ha argomentato –  ricordare un risultato recentemente raggiunto, proprio perché si è riusciti a sviluppare un’azione sinergica tra i diversi attori. Ovvero l’apertura del cantiere per il rifacimento e la messa in sicurezza di un tratto stradale nell’area industriale di Anagni, che era diventato l’emblema del degrado infrastrutturale. Questo territorio – ha concluso il direttore – necessità soprattutto di una politica che abbia visione e concretezza e che non viri verso l’autoreferenzialità”.

 

Tonino Boccadamo

Le parole di Boccadamo

“Dobbiamo riconoscere che rimane piuttosto difficile, pur con tutta la buona volontà – ha invece affermato Tonino Boccadamo – rintracciare tra le risultanze scaturite dalla nostra rilevazione congiunturale, segnali che possano attenuare il sentimento di preoccupazione per l’andamento dell’economia nella nostra provincia. Anche perché – ha aggiunto – già l’indagine effettuata sei mesi fa aveva fatto emergere quelli che avevamo definito inequivocabili marker di rallentamento dell’economia locale. Ebbene – ha evidenziato il vicepresidente  –  quei marker – oggi non solo non risultano alleggeriti, ma escono ulteriormente rafforzati”.

Un passaggio lo ha poi riservato al clima di incertezza che regna sul futuro della Fiat di Cassino. “In una provincia come questa – ha argomentato –  dove l’indotto dell’automobile è una parte importante dell’economia provinciale, il rallentamento delle attività dello stabilimento di Piedimonte San Germano rappresenterebbe un ulteriore colpo alle Pmi locali. Ora resta da vedere cosa produrrà l’intesa tra Fca e Psa”.

Sotto la lente del vicepresidente è finito anche mismatching tra domanda e offerta che connota oggi il mercato del lavoro. “Abbiamo in questa provincia – ha concluso Boccadamo  – numerosi esempi di imprese industriali che cercano operai specializzati o imprese di autotrasporto che cercano autisti qualificati, senza riuscire a coprire tali fabbisogni. E’ dunque evidente che, oltre alle problematiche economiche in senso stretto, esiste anche una criticità nel sistema dei servizi per l’impiego, che richiama la necessità di disporre di un sistema informativo in grado di interconnettere i diversi attori del mercato del lavoro”.

L’impegno di Di Berardino

A raccogliere le istanze di Federlazio è stato l’assessore Di Berardino, il quale ha evidenziato come i dati hanno varie sfaccettature.  “Perché se da un parte è giusto evidenziare il significativo aumento delle esportazioni – ha detto –  dall’altro dobbiamo ricordarci che ci troviamo in un territorio di area di crisi complessa. Crediamo, quindi, che si arrivato il momento di compiere una verifica. Ovvero se i provvedimenti messi in campo stanno determinando risultati. Altrimenti – ha sottolineato-  procederemo con l’intensificazione di un’azione politico-amministrativa capace di dare risposte più complessive”. Infine un piccolo richiamo: “Imprese e pubbliche amminsitrazioni – ha concluso l’assessore regionale – dovrebbe, nel momento stesso in cui hanno l’opportunità di assumere personale, di riservare una parte di posti a coloro che si trovano nel bacino della cig in deroga.  La Regione, in tale caso, è pronta a farsi carico di dare vita a corsi di formazione per la riconversione del personale”.  Infine l’annuncio di una richiesta che inoltrerà al presidente della Camera di Commercio per la convocazione di un tavolo che analizzi l’economia territoriale e gli strumenti da adottare per rilanciarla.

Redazione

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