Frosinone: una stazione ‘futuribile’ da 15 milioni di euro

Un nuovo modo di intendere lo scalo ferroviario. Che non sarà più soltanto il luogo dove prendere un treno. Ma quello in cui socializzare, mangiare bene, leggere e, perché no, curare la mente e il fisico.

L’hanno immaginata così gli ingegneri e i direttori delle Ferrovie dello Stato italiane che questo pomeriggio, alla villa comunale di Frosinone, hanno illustrato il progetto della nuova stazione del capoluogo alla presenza dell’amministratore delegato e direttore generale di Fs, Gianfranco Battisti; del sindaco Nicola Ottaviani e del capo di gabinetto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Gino Scaccia.

L’ad Battisti: sviluppo sostenibile con mobilità moderna

Quali siano gli obiettivi del progetto coordinato di rigenerazione urbana lo ha spiegato bene l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, particolarmente coinvolto perché, come lui stesso ha tenuto a ribadire, questa è anche la sua terra.

 

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L’amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato italiane Gianfranco Battisti

 

“Quello che abbiamo intenzione di fare – ha detto Battisti – è rilanciare un modello di sviluppo sostenibile, attraverso un sistema di mobilità moderno e con il treno che, ad oggi, è il mezzo di trasporto più ecosostenibile che ci sia, con un terzo di emissioni di CO2 rispetto agli altri. Come gruppo ferroviario, nei prossimi 5 anni faremo investimenti per 58 miliardi di cui 42 saranno destinati alle infrastrutture e 14 ai treni: cosa che ci contraddistingue come primo gruppo italiano industriale per investimenti e questo fa sì che una realtà come la nostra abbia un dovere anche sociale”.

La missione ‘sociale’ di FS

“Noi non cerchiamo solo la profittabilità – ha sottolineato il dg fiuggino – ma cerchiamo di coniugare anche lo sviluppo sociale: abbiamo un piano di riqualificazione di 600 stazioni a livello nazionale, per un investimento di circa 700 milioni di euro, che le trasformerà in nuovi hub fondamentali all’interno delle città. Un nuovo modo di concepire gli spazi e di far vivere la stazione e, per Frosinone, qualcosa che permetterà non solo di unire due zone cittadine attualmente divise ma anche di migliorare la qualità della vita di chi ogni giorno utilizza le ferrovie e parlo di 32.000 persone per circa 70 treni“.

La rigenerazione urbana

Un punto fondamentale, toccato dall’ad Battisti, è quello della progettazione delle città del futuro, nelle quali rientra anche il capoluogo ciociaro. “Nella logica del recupero urbano – ha evidenziato il dg di FS – anche il progetto della stazione di Frosinone porrà le basi di nuovo sviluppo e questo significa che c’è visione da parte di chi oggi governa la città per costruire quella del futuro, rappresentando anche il baricentro tra Roma e Napoli”.

Coinvolte dodici stazioni della provincia di Frosinone

“Non ci siamo limitati soltanto al capoluogo ciociaro – ha proseguito Battisti – ma siamo intervenuti anche su molte altre stazioni: Anagni-Fiuggi; Ferentino-Supino, che abbiamo già inaugurato con un investimento di circa 8 milioni di euro; Sgurgola, Morolo, Ceccano; Castro-Pofi-Vallecorsa; Ceprano-Falvaterra; Isoletta-San Giovanni Incarico; Roccasecca; Piedimonte San Germano-Villa Santa Lucia-Aquino e Cassino che, come Frosinone, raccoglie volumi particolarmente importanti dal punto di vista dei passeggeri”.

 

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Da sinistra: Gianfranco Battisti, Sara Venturoni e Nicola Ottaviani

 

“Tornando a Frosinone, ci tengo a dire che si tratterà di un investimento da 15 milioni di euro sulla stazione che, crediamo, possano creare le condizioni per un nuovo sviluppo e una rinascita della città stessa, in questi anni un po’ penalizzata da una crisi economica che, seppur generalizzata, ha colpito in particolare queste zone per le quali sento un particolare attaccamento”.

Ottaviani: un’infrastruttura che ricuce un quartiere

“Con la costruzione del sovrappasso pedonale – ha esordito nel suo intervento il sindaco Nicola Ottaviani – si ha la possibilità di ricucire un quartiere, dalla parte est alla ovest, che da trent’anni aveva ricevuto un colpo di cesoia e rischiava di essere socialmente anche mortale oltre che estremamente penalizzante anche dal punto di vista architettonico ed estetico. Sono un convinto assertore – ha continuato Ottaviani – del principio greco secondo cui ‘il bello attira il buono e il brutto attira il cattivo’: quindi se i quartieri vengono riqualificati il malintenzionato cambia strada e le zone diventano più vivibili”.

“L’investimento di Ferrovie dello Stato si sposa con quello dell’Amministrazione comunale di circa 8 milioni di euro sull’intero quartiere: non solo stazione, ma anche le aree urbane attigue come una grande piazza e un ampio parcheggio che servirà, anche e soprattutto, per i pendolari. Abbiamo pensato a tanto, a un’opera che mette nella stessa filiera più esigenze: commerciali, di trasporto, di chi studia e di chi lavora”.

 

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Da sinistra: Gianfranco Battisti, Nicola Ottaviani e Gino Scaccia

 

In particolare tra gli interventi ammessi è incluso quello di riqualificazione e pedonalizzazione di Piazzale Kambo e il riuso dell’area denominata ‘ex Frasca’, posta oltre il fascio binari, destinata a diventare un parcheggio di interscambio, per garantire una più idonea alternativa di accesso ai servizi ferroviari dal settore sud-est della città.

“Un esempio di quel sistema Italia che funziona”

Ottaviani non ha mancato di sottolineare come questo progetto sia dimostrazione dei risultati quando c’è dialogo e concertazione tra le istituzioni: “Ma, soprattutto – ha detto – se tanti evitano di duplicare le risorse che sono in cassa: qui si è messo a regime tutto, anche l’euro più piccolo per ottimizzare l’investimento. Grazie ancora per aver creduto a questa scommessa con la quale il capoluogo rischia, nel senso positivo del termine, di diventare baricentrico tra due aree metropolitane, Roma e Napoli, all’interno delle quali chiediamo e crediamo di poter attingere utenza e anche una base per futuri investimenti”.

Rigenerazione urbana come migliore qualità di vita

A illustrare numeri, cifre, slide e rendering di come diventerà la stazione di Frosinone in un futuro neanche troppo lontano sono stati il direttore della Direzione Stazioni Rfi, Sara Venturoni; il direttore Network 600 stazioni di Rfi, Francesco Corea; il responsabile dell’Ingegneria Investimenti Rfi, Antonello Martino e Luca Faticanti dell’Unitià operativa di Pianificazione Urbanistica del Comune di Frosinone.

 

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Uno dei rendering della futura stazione ferroviaria di Frosinone

 

Prima di loro l’intervento di Gino Scaccia, capo di gabinetto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, che ha puntato l’attenzione sul rapporto strettissimo tra qualità della vita e trasporti, sulla nuova veste della stazione “che non è più solo infrastruttura ma un centro di aggregazione, un luogo in cui si va a comprare il giornale, si va a fare la spesa, si prende un caffè con un amico e, poi, si prende anche un treno. Quando c’è una mobilità organizzata, intelligente e fluida una persona si sente meglio disposta: ecco perché questo intervento non agisce soltanto sul piano della rigenerazione urbana ma anche su quello del tessuto trasportistico”.

 

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L’area della nuova stazione ferroviaria di Frosinone

 

In platea, tra gli altri, il presidente della Camera di Commercio, Marcello Pigliacelli, che Battisti ha voluto ringraziare personalmente, sia come figura professionale che come ‘caro amico’; gli assessori comunali a Bilancio e Finanze, Riccardo Mastrangeli e a Centro storico, Rossella Testa e il consigliere comunale Corrado Renzi.

La nuova stazione di Frosinone

Prima della firma del protocollo d’intesa, dunque, nella sala conferenze della villa comunale è stato proiettato un video che, attraverso una serie di slide, mostra come sarà trasformata la stazione ferroviaria, partendo da uno studio analitico dell’area vasta (abitanti, frequentatori, servizi, spazi utilizzati e criticità) e considerando le attività mancanti che servono per lo sviluppo dell’intera area.

 

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Un’infrastruttura completamente rinnovata, luminosa con spazi molto più ampi e sapientemente distribuiti per offrire non solo ai viaggiatori ma anche a cittadini, visitatori e turisti la possibilità di vivere e sfruttare appieno gli edifici recuperati che saranno utilizzati per palestre, ristoranti, librerie, centri di aggregazione e luoghi simili che favoriscano l’interazione tra le persone.

Il forte legame tra mobilità e turismo

Che il settore turistico sia intimamente connesso con quello della mobilità e dei trasporti non è scoperta recente. In questo caso, però, è un elemento niente affatto trascurabile se si tiene conto che proprio l’ad di Ferrovie dello Stato italiane è anche presidente nazionale di Federturismo Confindustria.

“Questi interventi – ha concluso Battisti – vanno certamente nella direzione di sostenere lo sviluppo turistico. Ricordo che il turismo sarà l’industria che da qui al 2030 crescerà più di tutte: 140 milioni di nuovi arrivi europei ogni anno nei prossimi undici anni. Una grande opportunità che dobbiamo intercettare e che Frosinone, in questo caso, deve essere particolarmente abile nel saper sfruttare”.

Per dirla meglio: è un treno che non si può permettere di perdere!

 

 

Giulia Abbruzzese

Giornalista dei quotidiani online "Il Corriere della Provincia" e "TuNews24.it" e del settimanale "Tu News", ha collaborato anche con il mensile "Qui Magazine" oltre che con il settimanale "Qui Sette"; è stata inoltre Caposervizio del quotidiano "‘Ciociaria Oggi" e Caporedattore de "Il quotidiano della Ciociaria". Collabora con la rivista "Chic Style".

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