Al Convegno Giustizia e Impresa Unindustria lancia l’appello per la riperimetrazione del Sin

Giustizia e Impresa per la tutela dell’ambiente. Questo il tema del convegno che si è tenuto nella sede di Unindustria Frosinone, servito per approfondire, insieme ad autorevoli relatori ed esperti del settore, nonché rappresentanti di enti ed istituzioni, alcune criticità sul tema ambientale. In particolare sulle procedure e sul rilascio delle Aia. Tutto ciò con l’obiettivo di far emergere un nuovo modello, che vede insieme le aziende ed il territorio in un nuovo approccio tra il fare impresa e l’attenzione per l’ambiente nel quale l’impresa stessa opera.

 

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Presenti, tra gli altri, Filippo Tortoriello, presidente Unindustria Lazio; Ignazio Portelli, Prefetto di Frosinone; Massimiliano Valeriani, assessore regionale al ciclo dei rifiuti e agli impianti di trattamento; Maurizio Stirpe, vicepresidente nazionale di Confindustria; Francesco De Angelis, presidente Asi; Paolo Sordi, presidente del Tribunale di Frosinone; il vescovo diocesano Ambrogio Spreafico e il colonnello della Guardia di Finanza, Alessandro Gallozzi.

L’intervento di Giovanni Turriziani

Il calcolo del rischio giuridico – ha fatto notare il presidente di Unindustria Frosinone – è ormai per l’impresa non meno importante del consueto calcolo del rischio economico, tanto più dove si consideri l’elevato grado di complessità degli odierni ordinamenti giuridici”.

L’invito alle istituzioni

“In collaborazione con la Luiss Business School Unindustria  – ha continuato – abbiamo pubblicato lo studio ‘Le buone pratiche nelle normative e nella gestione amministrativa in materia ambientale’, in cui si è cercato di affrontare in modo rigoroso il problema, più volte sollevato dalle imprese associate, dei tempi di rilascio delle autorizzazioni ambientali da parte degli enti competenti. Troppo spesso, infatti, le aziende si trovano ad affrontare procedimenti che durano anni in attesa dei titoli autorizzativi necessari ad avviare le loro attività, spesso anche strategiche per il territorio”.

“Quello che chiediamo – ha aggiunto Turriziani – è una risposta da parte delle Amministrazioni nei tempi stabiliti, un confronto costruttivo, una maggiore trasparenza e iter procedurali tracciabili e online. Esistono esempi virtuosi a riguardo. Ma anche autocertificazione sulla base di linee guida precise, con le imprese che si impegnano a rispettare determinate procedure e parametri, essendo poi sottoposte ai dovuti controlli. Esattamente quello che avevamo richiesto con tutti i canali a disposizione al Ministero dell’Ambiente per regolare le autorizzazioni all’interno del Sin Valle del Sacco, che ricordiamo è un Sin fuori dall’ordinario per estensione, conformazione e costituzione”.

“Invece – ha argomentato – è arrivata la Circolare della Direzione Generale del Ministero dell’Ambiente dello scorso 2 maggio riguardate il Sin Valle del Sacco, che, così come strutturata riteniamo non sia idonea a risolvere lo stallo cui stiamo assistendo da circa tre anni. Alla nostra richiesta di riferimenti analitici e oggettivi, la circolare rimanda a leggi ordinarie e discrezionali per risolvere un caso così anomalo ed unico. Si tratta di ripercussioni negative che vanno ed andranno ulteriormente a gravare su un territorio che, lo ricordiamo, è stato riconosciuto Area di Crisi Complessa”.

Rischio delocalizzazioni

Questa situazione – ha anche affermato – sta tra l’altro portando ad altre delocalizzazione e insediamenti di nuove aziende, come lo stabilimento Amazon a Colleferro, in aree limitrofe al SIN, andando contro i principi della riduzione del consumo di suolo e creando in qualche modo un danno urbanistico e pianificatorio. Questo territorio sta pagando due volte, non solo per il danno ambientale provocato da alcuni e subito da tutti, noi compresi, ma per il danno amministrativo che si sta creando”.

Riperimetrazione del Sin

“Quale la proposta? Una legge di modifica del Sin – ha concluso Turriziani –  che contempli la pubblicazione dei risultati delle analisi, la fissazione di parametri negli analiti da ricercare, la sua riperimetrazione, procedure semplificate per escludere rapidamente chi non c’entra niente e suo malgrado si trova all’interno. Diversamente, anche a noi non resterà che il ricorso alla corte di giustizia europea: altro lavoro per i giuristi.

L’analisi di Tortoriello

“La sostenibilità – ha fatto notare il presidente regionale di Unindustria – è ormai un pilastro della cultura imprenditoriale, ma la Pubblica Amministrazione deve dimostrare di voler supportare un sistema produttivo moderno e responsabile”.

Regole chiare

“Come ha ricordato il Presidente Boccia, oggi la cultura della responsabilità si allarga a tutti i campi d’azione di un’impresa che deve imparare a essere eccellente in ogni sua funzione e attore di crescita a beneficio dell’intera società. Le imprese non chiedono di essere avvantaggiate, ma di operare in uno contesto di regole chiare, dove i rapporti con gli Enti e le Istituzioni siano equi e trasparenti nel pieno rispetto dei tempi della competitività.

Occorre una giustizia efficiente

“Se l’Italia rimane in coda alle classifiche delle economie attrattive, dipende in gran parte la disomogeneità da regione a regione nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni e per i tempi della giustizia. In media, nel nostro Paese, per arrivare ad una sentenza nelle procedure civili abbiamo bisogno di 991 giorni: più del doppio delle medie registrate in Spagna (510 giorni), Germania (429 giorni) e Francia (395 giorni). L’efficienza della giustizia è dunque davvero un elemento di equità sociale ed equità territoriale”.

Un nuovo modello di pubblica amministrazione

“Le nuove sfide dell’economia – ha aggiunto Tortoriello –  così come gli obiettivi di sostenibilità che ci impone l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e che riteniamo tutti imprescindibili per la qualità della nostra vita, non possono prescindere da un modello di Pubblica Amministrazione nuovo. Le regole devono evolversi con gli obiettivi, essere il frutto di un’interpretazione onesta sia degli scenari di sviluppo che delle ricadute concrete nei procedimenti amministrativi”.

“Dobbiamo spezzare la spirale negativa tutta italiana per cui la regola diventa complicazione, ambiguità e conseguente freno all’azione: una regola dovrebbe dirci come le cose vanno fatte e non solo indicarci tutto ciò che non è possibile fare. I processi decisionali rimangono complessi, favoriscono i veti e lasciano spazio a molteplici interpretazioni. A questo si aggiunge spesso una sovrapposizione o polverizzazione delle competenze che ritarda il momento della decisione, anche per evitare conseguenze sul piano delle responsabilità”.

Il Sin del Sacco blocca lo sviluppo

“Esemplare – ha fatto notare – è lo stallo degli investimenti sul SIN della Valle del Sacco, così come la crescente crisi nella gestione del ciclo dei rifiuti che nella nostra regione ha fatto aumentare sensibilmente il costo dello smaltimento di quelli speciali, soprattutto per settori di eccellenza del nostro tessuto imprenditoriale: dal chimico-farmaceutico alla lavorazione delle plastiche. Non si può parlare di economia circolare e di ambiziosi obiettivi di uso e riciclo, se non viene reso sostenibile l’eco-sistema regolatorio ed infrastrutturale in cui vivono e operano cittadini e imprese”.

L’appello del presidente

“Il messaggio che ribadiamo anche in questa edizione – ha concluso Tortoriello – è una chiamata alla corresponsabilità nelle scelte, nel raggiungimento degli obiettivi e nell’osservanza leale delle prescrizioni. Partendo da questo patto di reciprocità, il territorio e la nostra regione possono diventare davvero un laboratorio di soluzioni per accelerare la transizione a una economia realmente circolare e pienamente sostenibile”.

Il dibattito

Impresa e territorio: insieme per un nuovo approccio all’autorizzazione ambientale, è stato il tema della seconda parte del Convegno. Ne hanno parlato Pasquale Fimiani, Sostituto Procuratore generale presso la Corte di Cassazione – Coordinatore della rete delle Procure generali in materia ambientale; Marcello Cecchetti, Ordinario Università di Sassari e professore a contratto di Diritto costituzionale dell’Università LUISS Guido Carli;  Flaminia Tosini, Direttore Direzione Regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti Regione Lazio. A coordinare i lavori è stato Marco Ravazzolo, Responsabile Area Ambiente di Confindustria.  Le conclusioni sono state affidate ad Andrea Claudio Gemme, Presidente Gruppo Tecnico Industria e Ambiente di Confindustria e Presidente ANA.

Gianluca Trento

Giornalista dei quotidiani online "LaProvinciaQuotidiano.it" e "TuNews24.it" e del settimanale cartaceo "Tu News". In passato è stato anche Direttore Editoriale de "La Provincia", Direttore Responsabile del quotidiano "Ciociaria Oggi", Condirettore de "Il quotidiano della Ciociaria", giornalista di "Paese Sera", del settimanale "L’Inchiesta" e del quotidiano online "Il Corriere della Provincia".

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