Jago su Rai 3 si racconta a Domenico Iannacone
Dopo il successo della settima stagione de I Dieci Comandamenti (RAI 3), Domenico Iannacone inizia una nuova avventura televisiva, attraverso emozionanti film-verità condensati in 20 minuti. L’appuntamento è per le 20.25 di ogni lunedì con il programma ‘Che ci faccio qui’. Protagonista della prima puntata è lo scultore anagnino Jago.
Il racconto del giornalista
“La prima puntata – spiega il giornalista – propone una storia che mi ha folgorato: quella del giovane scultore di Jago che da bambino sognava di diventare Michelangelo, ma era davvero anche lui un genio visto che ogni sua opera sembra scolpita nel burro”.
Da Anagni alla conquista del mondo
Jago è Jacopo Cardillo, 31 anni di Anagni (Frosinone), autodidatta della scultura con una gran voglia di stupire. Si è fatto conoscere come “social artist”: su Facebook lo seguono 250 mila ammiratori che lui tiene aggiornati con video e dirette sui lavori in corso.
Da ‘Habemus Papam’ ad ‘Habemus Hominem’
“Dieci anni fa a soli 22 anni aveva realizzato una su Papa Ratzinger, dal marmo estrae ‘Habemus Papam’, non viene accettata dal Vaticano, ma riceve la prestigiosa Medaglia Pontificia. Nel 2011 è selezionata per la 54/a Biennale d’Arte di Venezia. Nel 2013, però il colpo di scena che nessuno sospetta. Ratzinger abdica. E l’artista, come fosse sempre stato in attesa di questa svolta, riprende il busto e comincia a togliere. Colpo dopo colpo dalla mantellina di Benedetto, Jago estrae un iper-realistico anziano, indebolito, curvo, rugoso uomo. Jago adegua il suo titolo in ‘Habemus Hominem’.
L’arte in comproprietà
“Ma la storia non è finita. Il pubblico, conquistato dall’opera potrà portarsene a casa non un frammento, ma una quota. È l’idea dell’arte in comproprietà, resa possibile dalla collaborazione tra Jago, il collezionista privato proprietario di ‘Habemus Hominem’. Jago vive oggi negli Stati Uniti è apprezzato e valorizzato. In patria non lo è sempre stato”.