Tangenti a Ferentino: ecco come Riggi ha inguaiato Bacchi
Pio Riggi mette nei guai anche Luca Bacchi. Ammettendo di aver preteso una tangente per il project financing del cimitero di Ferentino, lo stesso Riggi, nel corso dell’interrogatorio, ha parlato di un accordo assunto con l’ex assessore e due imprenditori.
Gli inquirenti, infatti, grazie a una serie di intercettazioni e al sequestro di materiale nell’abitazione dell’ex assessore, hanno deciso di emettere un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.
La decisione del Gip
“Seppur non rieletto al Comune di Ferentino- scrive il Gip – l’inserimento sostanziale del Bacchi, comunque, nell’amministrazione del predetto comune, emerge, sia da quanto sopra indicato riguardo ai neo eletti della lista civica da lui capeggiata, sia dall’incarico ricoperto di assessore alla manutenzione, grazie al quale si è relazionato con una serie di dipendenti comunali, tutti potenzialmente in grado di fornire, alla luce dei nuovi sviluppi investigativi, utili informazioni, pregiudicate nella loro genuinità dallo stato di libertà del Bacchi”.
Nell’ordinanza si legge ancora che “con tale condotta Bacchi ha dimostrato totale spregio per il ‘bene pubblico’ che aveva il compito di gestire, promuovere e salvaguardare, nonché spregiudicatezza e disinvoltura per ottenere denaro. Sebbene da giugno 2018 l’indagato non ricopre più la carica di assessore presso il comune di Ferentino”.
A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica– Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati i carabinieri della compagnia di Tivoli.
Il precedente poco più di un mese fa
L’attività investigativa, aveva già consentito di certificare l’esistenza di un clan camorristico operativo nel Lazio, orientato alla penetrazione nel tessuto economico delle pubbliche amministrazioni.
In manette, lo scorso 7 marzo, sono finiti il consigliere comunale Pio Riggi, un imprenditore e tre appartenenti a un sodalizio criminale, i quali avevano avviato una vera e propria pressione estorsiva in danno di un imprenditore tiburtino, che si era aggiudicato un appalto di circa 6 milioni di euro, utile alla costruzione ed alla gestione di loculi presso il cimitero del comune di Ferentino.
Le indagini avevano quindi permesso di accertare gravi indizi di colpevolezza relativamente all’aggiudicazione dell’appalto del ‘project financing’ nell’anno 2018, fino alla richiesta estorsiva formulata dal consigliere comunale di maggioranza con delega ai servizi cimiteriali, che reclamava dal co-titolare della ditta, a titolo di tangente, la somma di euro 300.000, pari al 5% dell’importo totale dei lavori stimati.
Richiesta alla quale l’imprenditore non soggiaceva nonostante le insistenze del consigliere comunale che ricorreva, a questo punto, ad esponenti della Camorra per costringerlo a pagare, grazie alla forza di intimidazione del Clan.
