Valle del Sacco inquinata: maglia nera del Lazio anche nel 2018

Anche per il 2018, l’Arpa (Agenzia Regionale per Ambiente), certifica che la qualità dell’aria, nella zona della Valle del Sacco, è la peggiore del Lazio. Nel ‘Monitoraggio della qualità dell’aria Valutazione Preliminare Anno 2018’, pubblicato in queste ore sul sito dell’ente, i risultati ottenuti dalla rete automatica di monitoraggio della qualità dell’aria del Lazio dal 01/01/2018 al 31/12/2018 conferma che ‘gli unici superamenti dei valori limite per il 2018 sono per il pm10 nella zona Valle del Sacco‘.

smog inquinamento il corriere della provincia

La rete di monitoraggio della qualità dell’aria in gestione all’Arpa Lazio è costituita da 52 postazioni chimiche di misura nella Regione. La zona codificata ‘Valle del Sacco’ con la presenza delle centraline dell’Arpa comprende i territori di Alatri, Anagni, Cassino, Ceccano, Colleferro, Ferentino, Frosinone e Fontechiari.

L’intervento

A fare un’attenta analisi su quanto riportato nel dossier di Arpa è il consigliere provinciale e comunale di Frosinone, Danilo Magliocchetti, da sempre sensibile alla problematica dell’inquinamento.

danilo magliocchetti frosinone ciociaria
Il consigliere provinciale e comunale di Frosinone Danilo Magliocchetti

 

“Sempre l’Arpa scrive – fa notare Magliocchetti – che ‘per ciò che attiene al PM10, la situazione peggiore si presenta nella zona Valle del Sacco. Nell’Agglomerato di Roma si registrano valori più elevati, sia per le medie annue che per il numero di superamenti del limite giornaliero di PM10, rispetto alle zone Appenninica e Litoranea, ma in nessuna delle tre zone si ha un superamento dei limiti normativi’. Nella Valle del Sacco – continua il consigliere – si registra nel 2018 un numero totale di superamenti di quasi 3 volte rispetto a Roma. Non va meglio in provincia di Frosinone per il biossido di azoto, laddove il rapporto evidenzia che ‘le criticità rilevate per il biossido di azoto riguardano il valore medio annuale e sono maggiori nell’Agglomerato di Roma, ma presenti anche in zona Valle del Sacco’.

Le conclusioni

“Quindi la zona della Valle del Sacco nel 2018 – conclude Magliocchetti – ha evidenziato forti criticità per PM10, ozono e biossido di azoto. Da questi dati, così recenti e provenienti da un ente certamente attendibile e qualificato come l’Arpa, è di cristallina evidenza, da un lato, che il problema ambientale della Valle del Sacco e quindi della salubrità dell’aria e per la salute delle persone, è lontanissimo dall’essere stato affrontato e risolto. Circostanza acclarata dalla perdurante costanza, negli anni, di dati negativi rilevati dall’Arpa. Dall’altro, che è diventato indispensabile un vero piano Marshall, da parte del Governo centrale e del Ministero dell’Ambiente, con risorse finanziarie e interventi straordinari, per approcciare in modo diverso, rispetto a quanto fatto fino ad ora, il problema ambientale della Valle del Sacco, che pesa come un macigno sulla vita dei cittadini”.

Redazione

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