Segreteria Pd, polpetta avvelenata per Zingaretti

Il Pd, anche dopo la chiusura delle urne, sarà ancora senza segretario. Lo rivela un sondaggio effettuato da Bidimedia. A pochi giorni dall’indizione delle primarie, almeno stando alle rilevazioni statistiche,  nessun candidato è in grado di convincere la maggioranza assoluta degli elettori Dem. E c’è già chi parla di congiura. Di una polpetta avvelenata da servire a Nicola Zingaretti. A preparlarla Marco Minniti e Maurizio Martina.

 

Nicola Zingaretti

Zingaretti in testa

Nicola Zingaretti non va oltre il 44%. E’ in testa alla classifica ma senza riuscire ad ottenere l’elezione a segretario tramite le urne. Il Presidente della Regione Lazio, infatti, è incalzato da Marco Minniti, il quale, anche se non ha ancora sciolto le riserve, gode del 29% dei consensi.

L’ex ministro dell’Interno riesce infatti a strappare a Zingaretti non pochi voti provenienti dallo “zoccolo duro” del partito: attivisti e votanti storici. Il governatore del Lazio ha invece un bacino di preferenze più ampio; forse merito di una candidatura presentata come trasversale ed unificante. Essere visto come candidato strettamente “renziano” pare, però, un limite per Minniti.

In terza posizione si piazza Matteo Richetti. L’ex portavoce della segreteria di Renzi non va oltre il 14% dei voti, un risultato comunque non disprezzabile vista la poca notorietà. Soprattutto, se il dato fosse confermato, sarebbe lui il terzo ad accedere alle primarie aperte.

Poche briciole per gli altri

Gli altri sfidanti raccolgono solo le briciole: Francesco Boccia, esponente della corrente di Michele Emiliano, resta al palo col 6%, mentre l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, con appena il 3% viene superato addirittura da Dario Corallo, giovane dirigente siciliano. Tutto questo avviene in attesa di scoprire se anche Maurizio Martina farà parte della contesa elettorale interna al Pd.

Martina e Minniti

C’è chi parla di congiura

Il colpo “gobbo” – così lo definiscono gli uomini vicini a Zingaretti – è arrivato l’altro giorno con un articolo uscito sul Messaggero dal titolo eloquente: “Pd, l’ultima manovra tra Martina e Minniti, patto anti-Zingaretti”. Con la loro discesa in campo diventerebbe, quindi, davvero complicato per il governatore del Lazio riuscire a prendere più del 50% dei voti alle primarie del 10 febbraio. Se così fosse, secondo lo statuto del partito, l’elezione del nuovo segretario passerebbe dal voto dell’assemblea nazionale.  

Le reazioni di chi sostiene il governatore

“Ma guarda un po’ che bel piattino ci stanno preparando i renziani.…” hanno commentato deputati già scesi in campo con Zingaretti, ad esempio quelli di area Dem, la corrente di Dario Franceschini che ha tenuto a battesimo l’ufficializzazione della candidatura del governatore.  La polpetta avvelenata è, dunque, servita. Agli uomini del presidente della Regione Lazio non resta quindi lavorare duramente per portare più gente possibile a votare per stoppare chi marcia separato per colpire unito.

Gianluca Trento

Giornalista dei quotidiani online "LaProvinciaQuotidiano.it" e "TuNews24.it" e del settimanale cartaceo "Tu News". In passato è stato anche Direttore Editoriale de "La Provincia", Direttore Responsabile del quotidiano "Ciociaria Oggi", Condirettore de "Il quotidiano della Ciociaria", giornalista di "Paese Sera", del settimanale "L’Inchiesta" e del quotidiano online "Il Corriere della Provincia".

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