Frosinone, Ottaviani sulle scuole: “Il Governo permetta ai sindaci di intervenire”

“Ancora una volta, da quando è in atto la pandemia, dal marzo 2020, assistiamo a una quotidiana babele e confusione sulle competenze tra le varie autorità pubbliche, sulla questione dell’apertura o chiusura delle scuole, o sulla possibilità di adottare la Dad per le legittime esigenze didattiche. In realtà, la materia è disciplinata dall’articolo 50 del Tuel che, al quinto comma, recita espressamente che ‘in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica, a carattere esclusivamente locale, le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal Sindaco’, con ciò, distinguendo, quindi, i casi di situazioni di natura soltanto locale, in cui può intervenire direttamente l’autorità municipale, rispetto ai casi che riguardano situazioni sanitarie più estese, o sovracomunali, come le pandemie, ove la competenza rimane saldamente nelle mani del Governo o della Regione, per evitare facili sovrapposizioni o conflitti tra i singoli circondari”.

Così il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, che rivendica il potere decisionale dei sindaci in materia di scuola, auspicando l’intervento del Governo con un provvedimento specifico che consenta ai primi cittadini di intervenire sul territorio del proprio Comune, di concerto con i servizi epidemiologici delle unità sanitarie locali.

“Nelle ultime ore – prosegue Ottaviani – l’ordinanza del Presidente della Regione Lazio ha disposto il differimento della riapertura delle scuole al 10 di gennaio, evitando, almeno per ora, la rincorsa al risiko dei singoli Comuni, a tutela delle famiglie, dei docenti e degli alunni. In realtà, le indicazioni sulla curva dei contagi non lasciano ben sperare per ciò che potrà succedere dal 10 di gennaio in poi e, quindi, l’augurio è che per quella data il Governo emani uno specifico provvedimento, come già avvenuto in passato, che permetta ai Sindaci di intervenire su tutto il territorio del proprio Comune, di concerto con i servizi epidemiologici delle unità sanitarie locali, in grado di attestare la effettiva situazione sanitaria con la tempestività del caso. Diversamente, dal 10 gennaio in poi, si rischierebbe di alimentare soltanto l’ulteriore incertezza operativa, che oscilla tra l’interruzione del pubblico servizio dell’istruzione, da una parte, e l’omissione di provvedimenti adeguati e proporzionati alle criticità sanitarie, dall’altra”.

REDAZIONE LaProvinciaQuotidiano.it

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