Anticorpi monoclonali per marito e moglie: al via allo ‘Spaziani’ la terapia anti-Covid

Ieri il signor Mario è stato sottoposto alla terapia con gli anticorpi monoclonali. Oggi l’appuntamento è per Paola, sua moglie. Anche a lei viene somministrata la stessa terapia per combattere il COVID. È partita, presso l’Ospedale F. Spaziani di Frosinone, la terapia con anticorpi monoclonali contro il COVID-19.

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L’ospedale ‘Fabrizio Spaziani’ di Frosinone

L’intervento

“Entrambi – spiegano dalla Asl – sono pazienti con gravi fattori di rischio quindi candidabili a questa terapia che è limitata a precise tipologie di pazienti, che hanno un’alta probabilità di peggioramento”.

Gli anticorpi monoclonali impediscono il danno d’organo e quindi la degenerazione della malattia con insufficienza respiratoria severa, con la necessità di ricovero in ospedale e eventualmente nella terapia intensiva. 

“Sono pazienti, con gravi fattori di rischio, ma con una forma iniziale della malattia, senza necessità di ossigeno.  Gli anticorpi monoclonali  sono proteine in grado di neutralizzare gli antigeni, cioè quelle sostanze estranee all’organismo come virus e batteri  – spiega la dottoressa Katia Casinelli, primario di Malattie Infettive e responsabile del Centro di somministrazione degli anticorpi monoclonali all’Ospedale di Frosinone. 

“Le persone destinatarie della terapia dovranno avere l’infezione da non più di 10 giorni e presentare una sintomatologia lieve o moderata, tale da non richiedere la somministrazione di ossigeno – illustra Casinelli – ed è fondamentale la correttezza della diagnosi e la rapidità di comunicazione da parte del medico di medicina generale”.

Ecco come funzionano

Gli anticorpi monoclonali agiscono legandosi al COVID-19, impedendone l’ingresso nelle cellule umane e la successiva replicazione. Si tratta di una terapia molto specifica che mostra la sua efficacia solo nelle fasi iniziali della malattia con esordio da non oltre 10 giorni. I criteri specifici per l’arruolamento in terapia riguardano pazienti con età superiore ai 12 anni, COVID-19 positivi, con specifici fattori di rischio, non ospedalizzati, non in ossigenoterapia per COVID-19 e che presentano sintomi lievi o moderati, ma nei quali la malattia potrebbe evolvere verso una forma grave.

Il reclutamento alla terapia avviene attraverso i Medici di Medicina Generale, attraverso le USCAR o i Pronto Soccorso, mediante l’invio di un apposito modulo  al Centro di somministrazione dell’Ospedale F. Spaziani (mail: centromonoclonalicovid@aslfrosinone.it). Qui i Medici valutano l’eleggibilità al trattamento e programmano la terapia che prevede infusioni di 60 minuti, seguiti da 60 minuti di osservazione. Effettuata la somministrazione, i pazienti saranno seguiti a distanza dal Centro per un periodo di 30 giorni, al fine di valutare l’efficacia della terapia e l’insorgenza di eventuali effetti collaterali. 

La prima terapia è stata somministrata già il 27 marzo 2021, grazie allo sforzo congiunto dei reparti di Medicina, Malattie Infettive, la UOC di Farmacia e di tutto il team che ha creduto e crede in questa nuova arma contro il Coronavirus. 

REDAZIONE LaProvinciaQuotidiano.it

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