Biodigestore di Frosinone, il futuro green dal capoluogo va analizzato con metodi scientifici e non strumentali

Le questioni ambientali del capoluogo sembrano ormai avere i social come nuovo e ufficiale luogo di discussione. Sarebbe, invece, più opportuno che il dibattito si spostasse dalla piazza virtuale all’aula istituzionale. E lì, con tanto di studi alla mano, dimostrare davvero che il progetto del Biodigestore di Frosinone rappresenti un pericolo concreto per la salute dei cittadini. 

Prima di tale passo bisognerebbe, però, che alcuni ‘ambientalisti dell’ultima ora’ facessero un bel ‘mea culpa’ sulla gestione dei rifiuti portata avanti in questa città per decenni. E i danni che la stessa ha provocato alla salute dei Frusinati.

La contapposizione

Se da una parte l‘associazione medici di famiglia per l’ambiente sosteniene le sue ragioni, ritendono che il Biodigestore sia industria insalubre, dall’altra c’è Legambiente che la vede esattamente contrario.

La questione botulino

Sul tavolo, ultimamente, è finito pure il possibile rilascio del botulino, attraverso un processo di fermentazione con formazione di biogas e digestato, che avrebbe provocato la morte di 50 mucche in Emilia Romagna. Di contro uno studio dell’Arpa del Vento evidenzia che casi di positività sono stati registrati solo all’ingresso degli impianti. ‘I risultati in uscita – si legge nel documento – indeboliscono le tesi per cui il digestore anaerobico possa rappresentare, per le sue caratteristiche chimico-fisiche, un ambiente ideale per lo sviluppo del botulino”.

L’invito

La questione green, quindi, se veramente la si vuole affrontare, non dovrebbe essere valutata sui singoli impatti, ma sul sovrapporsi di tanti impatti. Eliminando, alla fine del confronto scientifico, i metodi vetusti o veramente pericolosi. 

Le prese di posizione via social, quindi, vista l’importanza e l’attenzione su questi temi, possono anche contribuire a una discussione istituzionale aperta ai cittadini, e ai vari portatori di interessi, ma non possono certamente rappresentare in modo scientifico la validità o meno di un progetto. E chi alimenta discussioni sterili, e non di carattere scientifico (nello stile tutto italico del tuttologo di turno),  non fa certo l’interesse della comunità.

Redazione

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