Pd: alle 18.48 Luca Fantini diventa segretario. Stefania Martini presidente

Si è aperto con un minuto di raccoglimento per le vittime del coronavirus, il congresso provinciale del Partito Democratico.  Ad avviare i lavori è stato Alessio Gentile, il quale ha ricordato il grande lavoro portato avanti dal partito, nonostante le difficoltà create proprio dalla pandemia.  

“Il nostro partito – ha affermato Gentile – sta governando a tutti livelli, con capacità di buon governo”.  Un passaggio lo ha riservato sulla ricostruzione dell’identità del Pd. “Fondamentale – ha aggiunto – è ripartire dalle periferie del Pd, ovvero dagli amministratori locali, mettendo da parte i personalismi e le rendite di posizione”. 

Poi, dopo aver chiesto sostegno per Luca Fantini, ha reso noto che il nuovo presidente provinciale dem è Stefania Martini, la quale, oltre a ringraziare il segretario uscente, Domenico Alfieri, ha chiesto un impegno concreto nell’intersesse superiore del Paese. Quindi ha proclamato Fantini nuovo segretario del Pd e a lui ha passato la parola.

Il lungo intervento di Fantini

Cari amici e compagni, nessuno, all’inizio di questo percorso congressuale, avrebbe potuto prevedere lo scoppio di un evento così drammatico e impattante per molte famiglie come quello legato alla pandemia. Credo di interpretare la volontà di tutti nel voler rivolgere, in apertura di questa relazione, un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime del coronavirus. Cinque mesi fa la nostra federazione intraprendeva un atteso percorso congressuale scegliendo, per la prima volta la strada dell’unitarietà e individuando nella mia persona la figura dell’unico candidato per dare nuovo impulso all’iniziativa politica del Partito Democratico nella provincia di Frosinone”.

“A distanza di cinque mesi il mondo è cambiato: le difficili prove che ritenevamo di avere davanti allora sono divenute sfide epocali che riguardano un processo di trasformazione della nostra società senza precedenti. Tuttavia, dinanzi a uno scenario tanto diverso, quella scelta di un congresso unitario è rimasta immutata. Il grande senso di responsabilità dimostrato in questa fase dalla classe dirigente della nostra federazione non si è tradotto in un unanimismo sterile e opaco ma ha ridato spinta e nuova vitalità al lavoro di tanti e tante che in queste settimane, tra non poche difficoltà, hanno animato in modo energico ed appassionato un confronto serio, aperto e costruttivo sul futuro della nostra organizzazione e del nostro territorio”.

L’impegno

“Per tutto questo, sento di dover rivolgere un sentito grazie a tutti a voi. In questi giorni ho assistito con orgoglio al riscatto di una grande comunità, la mia, che è viva e che guarda senza paura alla stagione di rinnovamento a cui va incontro. Conosco bene il senso della responsabilità che deriva dalla vostra fiducia. È una coscienza che ho maturato nel tempo e grazie ai vostri insegnamenti, a partire dal momento in cui, salendo per la prima volta le scale della federazione, ho messo in tasca una tessera di partito e ho iniziato ad apprezzare e a comprendere il valore della militanza”.

La mia esperienza politica, dai giovani democratici fino al lavoro svolto nell’ultimo Congresso con il Segretario Zingaretti e passando per i manifesti appesi in campagna elettorale, per i gazebo e per le feste dell’unità, è stata da sempre ispirata all’impegno e al sacrificio che ho potuto osservare in tanti di voi, al vostro esempio mosso soltanto dalla passione e dalla fede incrollabile per i valori che la nostra tradizione rappresenta”.

L’obiettivo

La carica che mi appresto a ricoprire rappresenta allora per me un grande onore ma anche l’opportunità di restituire qualcosa di quanto ricevuto in questi anni. Spero di essere all’altezza della sfida di riportare questa federazione ad essere avamposto tra i circoli, interlocutore affidabile per le forze migliori della società e riferimento costante per i nostri amministratori. So, in ogni caso, che il mio impegno non sarà sufficiente se non dovesse trovare il coinvolgimento attivo di tutta la nostra comunità, se dovesse mancare il contributo dei militanti, se dovessimo fallire nel riscoprire quel “noi” che ci rende il grande partito riformista che siamo. Nessuno può pensare di cavarsela da solo! Nessuno può pensare di fare a meno del nostro popolo! Alle parole d’odio e alle soluzioni demagogiche della destra noi rispondiamo con le persone”.

“Insieme sono certo che avremo forza e passione per affrontare gli stravolgimenti in atto, così radicali e veloci da fare spavento e da interrogare la politica sull’effettiva capacità di governarli. La pandemia che stiamo attraversando ha portato all’estremo limiti e contraddizioni insiti da tempo in un modello di sviluppo fondato troppo a lungo sull’ingiustizia sociale. Lo scenario che emerge è drammaticamente affetto da gravi disuguaglianze e richiede un profondo ripensamento dei modelli sociali ed economici che sono stati di ispirazione fino ad oggi. Richiede, in sostanza, l’edificazione di una società nuova, fondata su un paradigma alternativo ispirato alla solidarietà, all’uguaglianza, alla sostenibilità ambientale e alla centralità della persona in tutte le sue dimensioni”.

Europa al centro

“Per vocazione, è compito delle forze progressiste europee e in tutto il mondo cogliere la sfida di questo cambiamento, anche nelle sue forme più estreme e radicali. O saremo noi a farci carico di questa missione oppure lasceremo il campo a spinte demagogiche e illiberali che già si addensano come un’ombra oscura nella nostra storia, minacciando il progetto europeo e le istituzioni democratiche. Il nostro congresso non può prescindere da questo contesto. Non possiamo sottrarre la nostra federazione e il nostro territorio dalla connessione con una dimensione europea di cui siamo parte e che dobbiamo difendere e sostenere, declinando con forza l’operato di un grande partito riformista anche nella nostra provincia”.

D’altronde, proprio dall’Europa, negli ultimi giorni, è giunto un risultato importante e insperato fino a pochi mesi fa. Aldilà della straordinaria portata del recovery plan, ritengo che il vero successo di questo negoziato sia stato quello di aver affermato, per la prima volta dal dopoguerra, il principio di condivisione del rischio e delle risorse per il bene del mercato unico e dei paesi più colpiti dalla crisi. Questa è stata la grande vittoria della famiglia del socialismo europeo, del governo italiano e del Partito Democratico.

“Dal piano di ricostruzione dell’economia europea proverranno risorse ingenti anche per il nostro territorio. Occorrerà decidere come spenderle e sarà finalmente l’occasione di immaginare una provincia che cresce e diventa un modello di rilancio. Non potremo farci trovare impreparati o essere spettatori inermi delle scelte che verranno attuate”.

Sguardo al futuro

“‘Una provincia che cresce’ è stato anche il titolo della mozione che ho presentato e rivisto alla luce degli eventi intercorsi. È stata scritta insieme a tante realtà positive che hanno creduto nella mia candidatura e che sento di dover ringraziare. Abbiamo cercato di convogliare al suo interno spunti di riflessione su tanti temi locali: dalla sanità alla scuola, dalla forma partito al lavoro fino alla cultura, al turismo, all’università e all’ambiente. Alla luce delle tante assemblee a cui ho partecipato in questi giorni nei circoli della nostra provincia credo che questo esperimento sia stato utile per generare un dibattito che ha già prodotto contributi aggiuntivi di grande interesse. Non possiamo limitarci tuttavia agli spunti di discussione elaborati nella mozione. Occorre integrarli e ampliarli decidendo tutti insieme la direzione da percorrere nei prossimi anni”.

Per questo, da subito mi metterò al lavoro con le sensibilità del partito per costruire una classe dirigente rinnovata che sia voce di tutte le realtà politiche, espressione di un sano pluralismo interno irrinunciabile per la nostra storia. Subito dopo, tuttavia, chiederemo il contributo di tutti gli interlocutori naturali della nostra organizzazione: iscritti, Giovani Democratici, volontari, simpatizzanti, realtà associative, organizzazioni datoriali e sindacali (che ringrazio anche per la presenza in questa assemblea) ed esponenti a vario titolo della società civile. L’intento è quello di dare vita a un grande appuntamento, a degli stati generali che traccino una rotta a lungo termine, un programma ambizioso e strategico per il futuro della provincia”.

“Nel definire una progettualità di lungo respiro dovremo cominciare dall’affrontare il drammatico impatto contingente della crisi legata al coronavirus, in termini occupazionali e produttivi. Nulla sarà più come prima, è vero, ma da questo dato di fatto dobbiamo cogliere le motivazioni per far tesoro delle lezioni impartite dall’emergenza appena trascorsa e costruire un modello industriale e di sviluppo alternativo, che non lasci indietro nessuno”.

Trarre insegnamenti dalla storia più recente, significa innanzitutto rimettere al centro della nostra agenda il tema del lavoro. Se è vero infatti che, nonostante il prezzo drammatico pagato in termini di vite umane, il tessuto del nostro paese è riuscito, nel suo complesso, a reggere l’impatto della pandemia, questo lo dobbiamo soprattutto al sacrificio e al contributo del mondo del lavoro, inteso in tutte le sue dimensioni e sfaccettature”.

Attenzione ai lavoratori

Penso, chiaramente, agli operatori sanitari, impegnati in prima linea per il contrasto del virus ma anche ai lavoratori operanti nel settore alimentare, della logistica e delle reti commerciali, agli psicologi, agli insegnanti, agli operatori ecologici e del trasporto pubblico, agli imprenditori e ai lavoratori del tessile che hanno provveduto con lungimiranza a riconvertire le loro produzioni per fornire alla popolazione dispositivi di protezione individuale. Penso, anche, al contributo prezioso di quelle categorie meno tutelate, a quei giovani, miei coetanei, impiegati in forme di lavoro nuove o emergenti, talvolta neppure pienamente riconosciute dalla legislazione, come i rider”.

Dare dignità a queste categorie, oltre ogni slogan, vuol dire soprattutto dare centralità ai bisogni delle persone, rafforzare il welfare e abbattere le diseguaglianze. A questo proposito è essenziale dare continuità alla leva delle politiche espansive messe in campo per garantire la ripresa, sulla scorta del Piano Sociale approvato dalla Regione Lazio e di tutti gli strumenti adottati in questi mesi per sostenere i cittadini. In questo sforzo, siamo chiamati ad un grande lavoro di coordinamento e proposta con gli amministratori locali, per rimuovere tutti gli ostacoli che limitano il pieno sviluppo della persona, per sostenere gli investimenti, sopperire al calo della domanda e generare nuove competenze che favoriscano la digitalizzazione, lo sviluppo dell’Industria 4.0 e la promozione di una rivoluzione in campo ambientale del nostro sistema produttivo.

Puntare sull’ambiente

Proprio il tema dell’ecologia e della salvaguardia dell’ambiente, inteso non come vincolo ma come opportunità, dovrà essere elemento caratterizzante nella definizione di una proposta alternativa alle destre e ai populismi. Dalla legge di bilancio nazionale, dalla grande iniziativa del Green deal europeo, che punta a rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050 e dalla nuova programmazione 2021-2027 dei fondi strutturali, che saranno veicolati dalla Regione Lazio, giungono risorse importanti per valorizzare le aree naturali protette, il patrimonio delle zone rurali e dei piccoli comuni, per promuovere l’innovazione e la crescita del nostro tessuto industriale e per favorire iniziative risanamento dei siti che versano nello stato di maggiore criticità.

“Tra questi non possiamo trascurare il sito di interesse nazionale della Valle del Sacco per il quale il nostro partito dovrà agire unitariamente, vigilando sul progetto, mantenendo attiva la filiera delle istituzioni e delle competenze e ascoltando le esigenze di quanti vivono la quotidianità del territorio. La lotta per la sostenibilità ambientale è un impegno che dobbiamo a chi abiterà il pianeta dopo noi. È il fulcro di un grande patto generazionale, come hanno voluto ricordarci gli studenti e le studentesse del movimento “Fridays for Future” che sono scesi in strada e hanno riempito le piazze anche delle nostre città per chiedere alla politica di oggi di avere cura di un futuro che non gli appartiene”.

“La loro esperienza ci dimostra come il protagonismo di una nuova generazione sia imprescindibile per l’edificazione di una società giusta e passi anche e soprattutto per la valorizzazione dei luoghi della conoscenza come presidio sociale e strumento per la lotta alle disuguaglianze”.

Nel programma ricerca e innovazione

Guardando al nostro territorio, l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, in questo senso, rappresenta, un prezioso anello di congiunzione tra il mondo della formazione, della ricerca e del lavoro. Mi preme sottolineare un dato che mi rende orgoglioso e che testimonia a pieno la funzione strategica del nostro ateneo nel tessuto sociale della provincia di Frosinone e non solo: l’Università di Cassino ha il primato di essere, in Italia, quella con il più alto tasso di laureati figli di genitori non laureati. Questo dato parla di un vero avamposto sociale e culturale. Preservare, investire e mantenere vivo il dialogo costante con questa realtà è di fondamentale importanza anche per garantire la competitività del settore automotive, del suo indotto e delle altre realtà industriali del cassinate”.

“Occorre anche, a questo proposito, potenziare, soprattutto rispetto agli indirizzi di Impresa 4.0, l’offerta formativa terziaria professionalizzante, incoraggiando e replicando nuove esperienze positive come quella degli Istituti Tecnici Superiori. In particolare, l’ITS di Pontecorvo rappresenta, da un anno a questa parte, una grande eccellenza nel campo della professionalizzazione che coniuga efficacemente, attraverso la formazione, le esigenze delle imprese del settore meccatronico con la domanda di lavoro di tanti giovani che escono dal mondo della scuola”.

“Inevitabilmente, non potremo svincolare il nostro impegno dalla tutela del diritto allo studio che il lockdown ha messo a dura prova, specialmente nei casi in cui sono mancate le condizioni per l’accesso agli strumenti utili alla didattica a distanza. Se immaginiamo ragionevolmente che l’applicazione dei mezzi informatici alla didattica vada ben oltre la fase transitoria ed emergenziale, comprendiamo come la battaglia per colmare il divario digitale, garantendo a tutti formazione e accessibilità, sia imprescindibile per la tutela di molteplici diritti costituzionali. La sfida della digitalizzazione si affianca alle storiche rivendicazioni sull’edilizia scolastica, sul ruolo dei docenti e sul welfare studentesco, che da anni le diverse componenti della scuola portano avanti con tenacia. Il nostro partito dovrà essere al loro fianco, farsi portavoce delle loro esigenze e declinare in proposte concrete le loro istanze.

La Regione un’opportunità

In questo, troveremo senz’altro nella Regione Lazio un interlocutore istituzionale che rappresenta un modello virtuoso in tutto il paese. Tra le varie iniziative promosse negli ultimi anni dall’amministrazione regionale voglio ricordarne una, tra le prime della precedente legislatura, che preserva a mio avviso un significato emblematico nella prospettiva della lotta alle disuguaglianze: il finanziamento di tutte le borse di studio che vengono ritenute idonee e la conseguente abolizione della figura dell’ “idoneo non assegnatario” che per troppi anni ha segnato un capitolo triste nella vita di tanti studenti meritevoli”.

“Parto da questa menzione per proporre uno spunto di riflessione più generale: ritengo che nel definire il nuovo ruolo della Federazione del Partito Democratico dovremmo certamente prestare attenzione nel valorizzare e nel comunicare efficacemente le ragioni del lavoro dei nostri amministratori e dei nostri eletti, ad ogni livello. Tuttavia, saremo in grado di svolgere al meglio questo compito soltanto se riusciremo ad essere parte integrante delle scelte che verranno assunte, se sapremo rendere la nostra comunità un laboratorio di idee e di proposte incisive. Credo che le politiche in ambito sanitario rappresentino il terreno in cui esercitare prioritariamente questa nuova funzione. A fronte del grande lavoro condotto dalla Regione Lazio, che ha portato, solo qualche giorno fa, all’uscita definitiva dal commissariamento della sanità regionale, dovremo saper comunicare con orgoglio ed efficacia la differenza tra chi ha tentato di distruggere il sistema sanitario regionale, chiudendo presidi ospedalieri e lasciando alle proprie spalle debiti e macerie e chi l’ha risanato, ampliandolo e portandolo nuovamente vicino alle esigenze dei cittadini”.

“Allo stesso tempo, tuttavia, l’apertura della nuova grande stagione di investimenti, resa possibile proprio grazie al termine del commissariamento, non può vederci spettatori passivi delle decisioni che verranno assunte ma deve chiamarci ad essere protagonisti nella costruzione di una proposta per un nuovo modello di sanità regionale, promuovendo un confronto interno, con i cittadini e con le istituzioni e fungendo da spalla e anche da pungolo per i nostri riferimenti nelle istituzioni”.

Il turismo volano di sviluppo

Lo stesso può dirsi delle politiche di promozione del turismo e della cultura che sono al centro di una serie di importanti iniziative da parte della Camera di Commercio, di diversi comuni e della Regione. L’intento innovativo di promuovere il brand “Ciociaria” per un turismo di prossimità, con tutte le sue peculiarità storiche, naturalistiche, culturali, enogastronomiche e sportive, si concilia perfettamente con il piano di investimenti infrastrutturali che porterà, tra l’altro, l’Alta Velocità per la prima volta nella nostra provincia, connettendola con l’Europa e offrendo incredibili prospettive in termini di sviluppo e investimenti”.

“Anche in questo caso, tuttavia, dobbiamo sentirci chiamati in causa nel delineare una politica di indirizzo e sviluppo e nel pianificare una strategia per il rilancio di un settore gravemente colpito dalla crisi, sfruttando la connessione con Roma e con le aree costiere e permettendo una diversificazione dell’offerta regionale. Serve un progetto turistico integrato che metta, ad esempio, a sistema o che preveda la creazione di nuovi itinerari e cammini, favorendo la crescita del turismo outdoor, sportivo e ambientale. Occorre implementare un piano che preveda anche la valorizzazione degli eventi culturali che animano i nostri borghi e le nostre città, la promozione di nuove manifestazioni attrattive e la riapertura e messa in rete dei teatri”.

“A tal fine, credo che bisognerà definire nuove modalità di partecipazione alla vita democratica del nostro partito. Anche in questo sforzo non trascureremo gli insegnamenti appresi dalla fase emergenziale appena trascorsa. Le esperienze migliori hanno testimoniato la forza e la vitalità di un partito-comunità capace di reinventarsi e di assicurare la continuità del confronto e dell’azione politica con strumenti nuovi, che hanno fatto ricorso a piattaforme web e ai social network. È emersa chiaramente in questi mesi anche l’idea di un partito di prossimità e di servizio, pronto ad offrire conforto e assistenza verso le persone più fragili e vulnerabili, collaborando con il terzo settore e con le associazioni di volontariato. Tutto questo rappresenta un patrimonio di cui far tesoro per il futuro e deve spingerci a ripensare, come in questo caso, anche ad alcune modalità di azione, riunione e decisione dei nostri organismi dirigenti ed assembleari e ad operare investimenti nelle strumentazioni hardware e software necessarie.

Le donne protagoniste

“Infine, la sfida del rinnovamento passa anche per un nuovo protagonismo femminile che si manifesta sulla scena politica internazionale, con molte donne impegnate a guidare l’opposizione alle destre autoritarie e violente e i movimenti per le grandi battaglie della contemporaneità. Il ruolo centrale delle donne in politica è fondamentale per promuovere una prospettiva di genere nella nostra azione. Il nuovo corso del Partito Democratico assicurerà parità di genere negli organismi del Partito e sosterrà la ripresa delle attività della Conferenza delle Democratiche, che proprio nelle scorse settimane ha eletto la propria portavoce nazionale. Dobbiamo certamente cogliere questa grande opportunità di discussione e confronto e consolidarla nel nostro territorio dando seguito a un processo già avviato”.

Le battaglie delle donne appartengono a tutti noi e devono tradursi al più presto in politiche paritarie di sostenibilità per le famiglie, di accesso e partecipazione al mercato del lavoro e di contrasto alla violenza di genere. Su queste tematiche ha lavorato molto la Regione Lazio ma il ritardo del nostro paese è ancora drammaticamente elevato rispetto agli standard europei”.

L’appello finale

“Cari amici e compagni, per organizzare un campo democratico più grande dei nostri steccati e in grado di includere la parte di società che abbiamo scelto di rappresentare: è questa la missione che deve guidare il lavoro dei prossimi anni. Se saremo in grado di realizzarlo, questi giorni caldi e difficili di confronto, questa assemblea, così anomala nelle sue modalità, assumerà un significato diverso, la ricorderemo un giorno come punto di partenza di un lungo percorso, di una storia nuova in cui avremo scritto una pagina di cambiamento epocale per il nostro territorio”.

“Gli anni ’20 del 2000: tutta un’altra storia”, recitava il titolo di un’iniziativa del nostro partito svoltasi a Bologna nel mese di novembre. Oggi abbiamo la certezza che lo sarà, servirà tutto il coraggio, tutta la forza e tutta la passione che abbiamo per far sì che la storia che scriveremo sia migliore di quella è finita”.

Redazione

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