Ferentino: il sindaco Pompeo affida la città a Sant’Ambrogio

Chi non l’ha mai vissuta potrà emozionarsi, forse, ma non capire fino in fondo cosa rappresenti Sant’Ambrogio per Ferentino e per i Ferentinesi. Non solo il protettore della città, non solo l’emblema di una fede storica, pura, autentica. Sant’Ambrogio è Ferentino e Ferentino è Sant’Ambrogio.

Una devozione che traspare, ancora più forte, quasi fisica, dalle parole e dai messaggi di un’intera comunità che oggi, a causa del Covid-19, non ha potuto acclamare, gridare, piangere e pregare davanti a quella statua d’argento, simbolo di un popolo che ritrova identità, valori e tradizioni in una festa lunga giorni, con la processione, i canti e le preghiere tra le strade della città.

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La statua di Sant’Ambrogio dove il sindaco ha deposto la fascia

Oggi, nella concattedrale dei Santi Giovanni e Paolo, davanti al vescovo Ambrogio Spreafico, a don Nino, a don Giuseppe e a quella statua in argento cesellato, abilmente scolpita da uno dei più bravi argentieri di Roma, c’erano soltanto il sindaco Antonio Pompeo e il presidente della Pro Loco Luigi Sonni. Accanto a loro, però, centinaia di foto ricordo delle feste passate, interpretazioni personali del momento più atteso dell’anno.

Le parole del vescovo…

In un’atmosfera surreale per la città e per i fedeli, che hanno potuto seguire la celebrazione soltanto in diretta streaming, le parole dell’alto prelato: “La preghiera nasce sempre dal bisogno e nella distanza il nostro martire e patrono ci unisce ancora di più”. Quindi l’invito alle istituzioni: “Siate presenza attenta per i più deboli nella giustizia e nella verità. Siate segno di amore, benevolenza e umiltà”.

… e il messaggio del sindaco

Un’emozione palpabile che neanche la mascherina è riuscita a nascondere: lo sguardo del sindaco Pompeo fermo sulla statua del Santo al quale, terminata la messa, ha affidato la città porgendo sul basamento la fascia tricolore: “Eravate tutti nel mio cuore, con le preghiere e con le intenzioni che avete rivolto al nostro Santo Protettore – ha scritto sui suoi profili social – Torneremo a festeggiarlo e ad osannarlo tutti insieme non appena sarà possibile: ve lo prometto. Lui continuerà a vegliare su di noi e a proteggerci, come ha sempre fatto“.

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Il sindaco Antonio Pompeo durante la celebrazione di questa mattina al Duomo

‘Evviva Sant’Ambrogio! Evviva Sant’Ambrogio! Evviva Sant’Ambrogio!”: l’invocazione ripetuta tre volte ha scandito il momento topico della celebrazione.

La statua portata a spalla, esposta alla città con i drappi rossi e i fedeli sui balconi, privati della possibilità di toccare il loro martire, di abbracciarsi e gridare il suo nome in vicoli e piazze, quasi a togliere il respiro. Il suono delle campane, la sirena di guerra. Un fermo immagine che porta la mente al 1944, quando il Santo non uscì a causa del conflitto mondiale.

Anche oggi l’Italia è in guerra. Contro un virus che l’ha colpita al cuore e l’ha costretta in ginocchio. Ma, come allora, si rialzerà, con sacrificio, dignità e coraggio. I Ferentinesi sanno di avere la protezione di Sant’Ambrogio: il silenzio ha parlato per loro.

Giulia Abbruzzese

Giornalista dei quotidiani online "Il Corriere della Provincia" e "TuNews24.it" e del settimanale "Tu News", ha collaborato anche con il mensile "Qui Magazine" oltre che con il settimanale "Qui Sette"; è stata inoltre Caposervizio del quotidiano "‘Ciociaria Oggi" e Caporedattore de "Il quotidiano della Ciociaria". Collabora con la rivista "Chic Style".

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