Federlazio scrive a Zingaretti: le aziende vanno riaperte prima possibile o sarà la fine
Federlazio sta partecipando, insieme alle altri parti sociali, alle riunioni in videoconferenza con il Presidente Zingaretti per contrastare le problematiche legate alle conseguenze del Coronavirus, al fine di mettere in campo le migliori soluzioni possibili per affrontare l’imminente “Fase 2” e la successiva “Fase 3”.
L’iniziativa
A tal proposito, il Presidente Federlazio Silvio Rossignoli, ha scritto una lettera a Nicola Zingaretti (nella sua duplice veste di Presidente della Regione e di Segretario di uno dei partiti che compongono il Governo), per sottolineare l’urgenza di riaprire prima possibile le attività economiche, con l’adozione di tutte le misure di sicurezza previste, in quanto il sistema delle imprese si trova, ogni giorno che passa, sempre di più in forte difficoltà.
La lettera
“Caro Presidente Zingaretti, viviamo tempi nei quali la vita di molti di noi è a rischio, in particolare quella di coloro che operano al massimo delle loro forze per salvaguardare la nostra salute. Purtuttavia non possiamo non pensare al domani e non solo alla fase 2, ma ancora di più alla fase 3, che nessuno di noi sa come sarà. Se la fase 3 non sara’ quella del ritorno alla normalità, allora dobbiamo dirci che probabilmente nulla sarà più come prima. Le esigenze legate alla prevenzione del ripetersi di eventi come quello che stiamo vivendo, ma ancora di più il cambiamento nelle relazioni sociali e di vicinanza intervenuti, avranno reso la nostra una società diversa da quella che conosciamo”.
“Se cosi’ sarà, allora dobbiamo porci la domanda di come questa trasformazione influirà sul nostro sistema economico. Solo per fare un esempio, chi saranno i turisti del 2021? Cosa si aspettano per tornare nel nostro Paese? Quanti saranno? Domande come queste ci anticipano il timore che molte imprese non avranno più ragioni economiche di esistere”.
“Il distanziamento sociale renderà semplicemente non economico riaprire. Le nostre aziende invece vogliono riaprire ed e’ a te, nella veste di Presidente della Regione Lazio, ma anche di azionista importante del Governo, che indirizziamo questo nostro appello. Non è il ‘dio denaro’ che ci spinge, come impropriamente qualcuno ha detto, ma il timore che le nostre creature, le aziende, non ce la facciano a sopravvivere se non riapriamo e le ‘camere di rianimazione’ non saranno sufficienti a tenerle in vita. Le nostre imprese assicurano il lavoro a migliaia di persone e, se dovessero chiudere, queste ultime non potranno che vivere di sussidi.”