Emergenza Coronavirus, il Prc chiede di ridurre stipendi e pensioni d’oro

“I tragici avvenimenti che stanno modificando le condizioni di vita del nostro Paese ma complessivamente il mondo intero, rischiano di dividere sempre più le classi sociali e approfondire le distanze tra esseri umani. Ci sarà chi potrà permettersi una ripresa economica più veloce e chi rischia di rimanere irrimediabilmente indietro”. Lo evidenzia Il Prc della provincia di Frosinone

L’intervento

L’ emergenza sociale ed economica che stiamo vivendo a causa del Covid 19 fa affiorare sempre di più le disuguaglianze e aumentare la massa degli esclusi, mettendo in pericolo anche la convivenza democratica nel nostro Paese.  In un quadro economico da Emergenza Pandemica, immagine forte ma necessaria,  tutti sono chiamati a fare la loro parte. Del resto,  è viva in tutti noi la memoria della devastazione morale, sociale ed economica dell’ultimo conflitto mondiale. Ecco che allora, si rende necessario da parte di ciascuno di noi dare il proprio contributo in maniera responsabile”.

Rinunciare tutti a qualcosa oggi significa dare prospettive comuni per il domani. Se si deve ripartire lo si deve fare insieme, tutti con il loro sapere, ognuno secondo le proprie possibilità. Ecco che allora occorre oggi, cogliere l’occasione per dare segnali anche “ simbolici” per farci sentire tutti più uguali e meno distanti”. 

Da giorni assistiamo a fatti nuovi quali: il congelamento delle cedole dei dividendi azionari da parte di importanti gruppi bancarinazionali, accettando di fatto l’appello della Banca Centrale Europea. In alcune imprese private, si annunciano forti riduzioni degli stipendi dei manager e dei collaboratori partecipando al buon andamento finanziario aziendale.  Tale sforzo non si potrebbe realizzare senza la collaborazione delle lavoratrici e dei lavoratori, che in questa drammatica crisi sanitaria ed economica, si vedono ridotte al minimo le loro entrate e le prospettive future. Nonostante ciò la dignità che da sempre ha contraddistinto la classe operaia del nostro Paese sta prevalendo”.                                                    

L’appello

Le lavoratrici e i lavoratori partecipano allo sforzo comune, chiamati a lavoro per necessità oppure costretti al fermo ed in cassa integrazione. Per tutte queste ragioni anche il settore pubblico è chiamato responsabilmente a fare di più. Ad oggi, in un processo crescente di normativa  emergenziale,  nessun provvedimento è stato preso per una riduzione, almeno per il tempo necessario a uscire dallo stato di eccezione, dei stipendi e dei compensi dei manager delle aziende pubbliche.  Inoltre, si auspica una volontà politica comune in grado di incidere anche sulle pensioni d’oro”.                                                                                                                          

Lo si deve fare per noi stessi, per i nostri figli, ma soprattutto per tutte quelle persone, che, se già soffrivano sacrifici e disagi in una condizione di  “normalità economica”,  in questa fase rischiano di ritrovarsi definitivamente “ invisibili” ai margini della società. Più in generale, in questa prospettiva, riteniamo ancora attuali, ma non pienamente applicati gli articoli della Costituzionale Italiana, ai quali lavorarono, con passione e rigore Piero Calamandrei e gli altri costituenti. In particolare, intendiamo ricordare l’art. 3 comma 2:   “  E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese

“E per tutti questi motivi, l’intera comunità di questo paese sollecita il Governo nonché le forze Parlamentari a intervenire, per una diminuzione degli stipendi dei manager di aziende pubbliche nazionali e  delle  “c.d. pensioni d’oro”, avendo come riferimento il meccanismo  di pagamento della cassa integrazione ordinaria Covid – 19, così come stabilita con circolare Inps del 20 febbraio 2020, con una riduzione proporzionale del 20%. Tali misure devono prevedere, inoltre, anche una riduzione corrispondente per i contratti e compensi dei manager di aziende pubbliche regionali, provinciali e comunali. I risparmi ottenuti, potranno costituire un fondo di solidarietà nazionale gestita dall’INPS,   in favore di tutti i soggetti deboli esposti alla crisi, di quei lavoratori e famiglie  monoreddito che con una cassa in deroga perdono il 20% in media della propria retribuzione”.

I firmatari

Domenico Carcone, Pasquale Beneduce, Comitato Politico Federale di Frosinone del Partito della Rifondazione Comunista nelle persone di: Antonella Spagnoli, Nevia Borgia, Luigi Pede, Giuseppe Di Pede, Luigi Mingarelli, Maddè Guglielmo, Carlo Forletta, Daniele Severa, Giovanni Tedeschi, Gaetano Patamia, Luca Esposito, Paolo Ceccano, Emiliano Lanni, Tonino Buttarazzi, Domenico Staccone, Daniele De Bartolo.

Redazione

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