Il Pd provinciale lancia il ‘congresso bi-fase’ per il 5 aprile

Qualcosa di ‘doppio’, a quanto pare, deve esserci sempre. Ma stavolta è come a dire che ‘due è meglio di uno’. Nessuna corrente, nessuna conta e, soprattutto, nessuna scissione nelle liste da presentare per le candidature: il minimo comun denominatore è l’unità. E non nel senso del solito ‘refrain’ ma come unica strada per tornare ad antiche glorie, così come ha testimoniato la recentissima storia politica dell’Emilia Romagna.

Una parola, unità, risuonata più a lungo e più forte di un’eco in quella sala convegni dell’hotel ‘Memmina’ dove, altre volte, lo scontro e la distanza si potevano tagliare con il coltello. Stavolta no. Almeno ‘sub sole’. Tutti i ‘big’, da Francesco De Angelis ad Antonio Pompeo, da Mauro Buschini a Sara Battisti, hanno, almeno una volta, usato la parola ‘unità’, anche se in declinazioni diverse.

Unità senza correnti, unità che rispetti le opinioni di tutti, unità nelle tematiche da affrontare prima di parlare di candidature, unità nella convinzione che sia arrivato il momento di aprire al contributo di tutti, in primis ai giovani. Una sorta di investitura per quello che sarà – a questo punto pare di capire unitariamente anche lui – colui che prenderà il posto del segretario reggente Domenico Alfieri: Luca Fantini, attuale segretario dei Giovani Democratici. Seduto in quarta fila accanto a Riccardo Strambi, componente dell’ufficio stampa di Zingaretti.

Assemblee di circolo e date

La road map che porterà al congresso del prossimo 5 aprile 2020 disegna una modalità nuova, ‘bifasica’: le assemblee di circolo, infatti, saranno ‘doppiamente riunite’. In una prima fase, dal 28 febbraio al 15 marzo, si parlerà dei temi, si affronteranno quelle che sono le linee guida da seguire; in un secondo step, fissato tra il 23 e il 29 marzo, invece, si farà il punto sulle candidature, individuando coloro che saranno deputati a rappresentare il Pd provinciale.

La commissione, inoltre, sarà composta da 11 membri, oltre al segretario provinciale dei Giovani Democratici (o suo delegato) mentre l’assemblea consterà di 140 componenti.

Il fil rouge per una vera svolta

Non ci sarà alcuna conta, alcuna guerra al nostro interno. L’avversario è fuori ed è lì che dobbiamo combatterlo, non al nostro interno, dove dobbiamo valorizzare le diversità che sono la vera ricchezza e lasciare spazio ai giovani per una nuova stagione del Partito Democratico che sia il coronamento del lavoro messo in campo dal segretario nazionale Nicola Zingaretti”.

Così Francesco De Angelis che, in versione amarcord ricordando i suoi esordi nel Pci, ha aperto la Direzione provinciale di ieri sera e le porte a quella che – tutti si augurano o, almeno, così hanno detto – sarà la nuova stagione del Partito Democratico, rafforzato nella convinzione di poter tornare ad essere incisivo e inclusivo, sulla scorta della spinta positiva partita dall’Emilia Romagna.

 

congresso pd antonio pompeo il corriere della provincia
Un momento dell’intervento di Antonio Pompeo

 

Ed è proprio dal neopresidente Bonaccini che è partito Antonio Pompeo per fare tre riflessioni sulla vittoria del Pd: è stato premiato il buon governo di un amministratore, – il che, per estensione, lo ha portato, ancora una volta, a sottolineare l’importanza di coinvolgere i sindaci e i rappresentanti diretti del territorio nelle scelte del partito – la nascita del movimento delle Sardine deve far riflettere su cosa è stato sbagliato nel Pd che, di converso, deve mutuare da questi giovani l’entusiasmo e la passione. Infine il collante che ha consentito la netta affermazione del partito: l’unità della coalizione. “Nel partito tutti devono potersi sentire a casa e io credo ci siano le condizioni affinché ciò avvenga”.

Anche Mauro Buschini e Sara Battisti sulla stessa linea: l’importanza di tornare a discutere sui temi, la necessità di “tornare ad emozionarsi” – così ha chiuso il suo intervento la consigliera regionale -, il certosino lavoro di ‘ricucitura’ del segretario Zingaretti e l’assoluto bisogno di adattare il partito alle nuove sfide della società, per rispondere alle esigenze di tutti e interpretare i bisogni sempre crescenti di un Paese complesso e bellissimo.

“Dobbiamo fare buona amministrazione” ha detto Buschini, facendo riferimento alla vicenda della Valle del Sacco e alla bonifica come risultato dell’impegno e della responsabilità ascrivibili al Partito Democratico. Poi un partito che sia ‘onnicomprensivo’: soltanto così si può tornare a vincere.

A chiudere un Giovane Democratico pronto a fare il grande salto: “Sono pronto a raccogliere questa sfida – ha detto Luca Fantini, candidato ‘in pectore’ alla segreteria – anche se so che non sarà facile. Abbiamo un percorso difficile da affrontare ma abbiamo il dovere di farlo”. Tutti d’accordo nel sostenere che il dibattito debba tornare nelle sedi opportune e che il nemico da combattere arrivi da destra.

Insomma, anche stavolta il Pd sembra avere le carte in regola, con giocatori determinati a vincere. La partita, però, è appena cominciata.

 

 

Redazione

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