Giorno della memoria: a San Donato celebrazione provinciale. Medaglie ai familiari delle vittime

Domani, 27 gennaio 2020, a San Donato Val di Comino, si svolgerà la celebrazione provinciale del ‘Giorno della memoria’, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

La cerimonia, organizzata dalla Prefettura di Frosinone e dal Comune di San Donato, prevede anche la consegna di due medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica ai familiari di due cittadini della Provincia di Frosinone vittime della deportazione.

Il programma

La cerimonia inizierà alle 10 nel Teatro comunale. Dopo i saluti delle autorità, saranno proiettati i lavori multimediali degli istituti scolastici del territorio curati da Psiche e Aurora editore: Frosinone, Ceccano, Sora, Broccostella, Cassino, San Donato.

Filo conduttore sarà la guerra in Ciociaria e la deportazione degli ebrei stranieri internati presenti sul territorio. Seguiranno: il ricordo dei testimoni, gli interventi degli studiosi Gaetano De Angelis Curtis e di Domenico Cedrone, la consegna delle medaglie d’onore ai familiari delle vittime della deportazione.

 

gaetano de angelis curtis il corriere della provincia
Gaetano De Angelis Curtis

 

La giornata si concluderà con la deposizione della corona presso il Monumento agli Ebrei internati (Viale Marconi) e l’inaugurazione del percorso ‘Novecento’ (Piazza Carlo Coletti), dedicato ai luoghi della memoria e della Shoah a San Donato.

Gli ebrei stranieri internati in Ciociaria

A partire dal 1940, San Donato Val Comino, Picinisco, Fiuggi e Sora furono le località d’internamento libero della Provincia di Frosinone. Con i suoi 25 ebrei stranieri, San Donato ospitò il numero maggiore di internati di tutto il Lazio e uno dei numeri maggiori d’Italia (il 33° Comune su 601).

Gli internati di San Donato provenivano da Austria, Cecoslovacchia, Germania, Polonia, Ungheria. A San Donato gli ebrei stabilirono buone relazioni con la popolazione ricevendo accoglienza, integrazione e aiuto dalle famiglie e dalle autorità locali. Tra le internate illustri vanno ricordate: Margaret Bloch, amica e confidente di Kafka; Klara Babad, proprietaria di una casa editrice molto conosciuta in Cecoslovacchia; Grete Berger, importante attrice del cinema muto internazionale e dell’Espressionismo tedesco.

 

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Grete Berger fu tra le internate illustri di San Donato

 

Fino alla caduta del fascismo (25 luglio 1943) la Prefettura e il Comune si preoccuparono di erogare i sussidi mensili e di fornire le visite mediche gratuite agli ebrei. A settembre, con l’arrivo delle truppe tedesche, le cose cambiarono anche perché San Donato e la Val di Comino furono centro logistico e retrovia del fronte di Cassino.

Aiuto e soccorso della popolazione civile

Fin dall’autunno giunsero sulle montagne di San Donato anche ex prigionieri alleati fuggiti dai campi di prigionia del centro Italia. Gli ex prigionieri e gli ebrei spaventati dai tedeschi furono nascosti in case di campagna, cantine, stanze del centro storico e ricoveri montani (la Grotta degli Ebrei).

L’aiuto ad alleati ex prigionieri e internati ebrei fu un fenomeno diffuso, spontaneo, che coinvolse l’intero paese. Questo slancio solidale non risparmiò nessuno, incluse le autorità fasciste di San Donato, che approvarono la creazione documenti falsi per salvare gli internati.

La Shoah in provincia di Frosinone

Il 6 aprile giunse a San Donato la polizia militare tedesca e, con uno stratagemma, catturò i 16 ebrei che erano rimasti in paese. Gli internati furono trasferiti nel campo di concentramento di Fossoli presso Carpi (Modena) e da qui ad Auschwitz.

Qualche giorno prima, il 1° aprile, a Posta Fibreno, era stata arrestata la famiglia Sass, fuggita dall’internamento di Alfedena. Dei 19 ebrei rastrellati in provincia di Frosinone sopravvisero ad Auschwitz solo in 4. Ai piccoli Italo Levi (10 anni), Noemi Levi (2 anni) e Peter Sass (4 anni) morti nelle camere a gas andrà il ricordo speciale della giornata del 27 gennaio in Ciociaria.

 

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Il sindaco di San Donato Val di Comino Enrico Pittiglio

 

Le parole del sindaco Pittiglio

“Per scongiurare il ripetersi di tragedie come quella dell’Olocausto occorre ricordare e, ancor di più, far comprendere, specie alle nuove generazioni, gli orrori di un passato buio e nefasto. Oggi purtroppo questa esigenza appare ancor più necessaria: la scritta “Qui c’è un ebreo” sulla porta del figlio di una deportata dei giorni scorsi dimostra come ci sia ancor più bisogno di combattere un clima di odio e diffondere messaggi di pace, libertà e democrazia”.

Redazione

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