D’Amico (Confimprese): “Un errore aver chiuso le porte dell’Europa all’Albania. Imprenditori penalizzati”.
“Un errore madornale, del quale rischiamo tutti di pagare un prezzo altissimo. Mi riferisco al veto con il quale la Francia ha bloccato l’avvio dei negoziati di adesione all’UE con l’Albania, mettendo in dubbio l’intero processo di allargamento europeo. Nonostante una grande maggioranza dei partner europei sia a favore della raccomandazione formulata dalla Commissione”. Lo evidenzia Guido D’Amico, presidente nazionale di Confimprese Italia.
L’analisi
“Oltre alla Francia, a frenare sono anche i Paesi Bassi e la Danimarca. I ripetuti appelli della Commissione e del Parlamento Ue e i messaggi da Tirana non hanno quindi sortito alcun effetto sul presidente francese. Un errore politico ed economico, sia nel breve periodo che in una prospettiva ampia. Conosco bene l’Albania, ho un’esperienza importante in quel Paese, amico dell’Italia e dell’Europa. Ho l’onore di conoscere personalmente il presidente della Repubblica albanese. Si lavora bene con loro”.
L’opportunità
“L’Albania rappresenta davvero la porta dei Balcani per i nostri imprenditori, anche di quelli della provincia di Frosinone. Perché chiudere quella porta? Perché chiudere quel mercato? Perché penalizzare le nostre aziende, micro, piccole e medie in particolar modo? Tanti italiani lavorano in Albania e molti ci vivono. Ma c’è anche un altro aspetto che va considerato. In una visione geopolitica del mondo, nell’ambito di uno scacchiere delicato, se l’Unione Europea chiude le porte all’Albania, inevitabilmente quel Paese può finire nell’orbita della Cina e della Russia”.
“E’ questo che si vuole? Perché l’Europa non è capace di andare oltre le rigide e sterili formule burocratiche? Perché l’Italia non è in grado di farsi sentire davvero? Perché alla fine passa sempre e comunque la linea della Germania e della Francia? Ripeto: conosco benissimo l’Albania e dico che si tratta di un’opportunità straordinaria per la nostra economia, per i nostri prodotti, per i nostri imprenditori. Un errore enorme quello compiuto dall’Unione Europea. Manca una visione. Poi non ci lamentiamo però”.
