A Ceccano va in scena ‘Sogno o son desto’: Corsi attacca Gizzi. E la farsa continua

Sogno o son desto? Eh sì, perché vedere Marco Corsi che sulle pagine di ‘Ciociaria Oggi’ abbia avuto l’opportunità di spiegare le ragioni della caduta di Caligiore, ha fatto veramente pensare di essere ancora tra le braccia di Morfeo. 

 

Sogno o son desto, si domandò il filosofo. Ruspandini come Bruto

Narra Plutarco che Calpurnia, la moglie di Giulio Cesare, sognò di avere tra le braccia il marito assassinato. Il sogno subito sembrò turbare Cesare, che pure non era uomo impressionabile, al punto che in un primo momento egli decise di non andare in Senato. Decimo Bruto Albino allora lo provocò dicendogli all’incirca: “Cesare, che fai? Mentre tutti ti aspettano, tu rimandi in attesa che Calpurnia abbia sogni più gioiosi?”.

Erano le Idi di marzo e Cesare, da condottiero senza paura, alla fine non diede ascolto alla moglie. Come andarono le cose è noto a tutti.  Così come è noto come sono andate le cose a Ceccano. E il senatore Bruto stavolta risponde al nome di Massimo Ruspandini. 

Le dichiarazioni di Corsi

C’ha provato l’ex presidente del consiglio comunale a illustrare i motivi che lo avrebbero convinto a far cadere l’amministrazione in carica. Tanto che in un passaggio evidenzia: “Viene spontaneo chiedersi se un’amministrazione, che dal suo insediamento perde ben cinque consiglieri comunali e due assessori per incapacità politico-amministrativa, possa legittimamente continuare a rispondere alle esigenze dei cittadini solo ed esclusivamente attraverso il continuo soccorso esterno finalizzato al mantenimento di incarichi e poltrone”.

La domanda è anche legittima. Peccato che Corsi si sia accorto che qualcosa non andava nella giunta Caligiore solo a pochi mesi dalla scadenza elettorale. La realtà è ben altra. E passa attraverso un accordo con il senatore Massimo Ruspandini, vero artefice della caduta dell’unico comune amministrato da FdI. 

Questione di poltrone

Il presidente del consiglio, inoltre, nel replicare alle accuse mosse nei suoi confronti nei giorni scorsi da Stefano Gizzi, afferma:“Anziché attaccare personalmente chi ha avuto il coraggio di non restare legato alla poltrona fino all’ultimo minuto, sarebbe auspicabile e più nobile fare un esame di coscienza e chiedere i motivi di questa incapacità a tenere coesa l’originaria coalizione di maggioranza nel rispetto del programma elettorale del 2015″.

Corsi, però, sulla sua di poltrona c’è rimasto per 4 anni e mezzo. Perché non si è alzato prima?. La verità  è che se ha deciso di staccare la spina solo a pochi mesi dal rinnovo dell’amministrazione è stato proprio per bruciare la naturale ricandidatura di Caligiore.

Cosa comporta il commissariamento

Infine, dopo aver illustrato tutta una serie di argomentazioni (pubblicate anche sulla sua pagina Facebook) riferendosi sempre a Gizzi, aggiunge: “Sulle paure paventate dall’ex assessore in merito allo stop di alcuni interventi programmati, di certo se le procedure attivate risultano corrette da un punto di vista amministrativo e contabile, le stesse verranno attuate e realizzate senza alcun problema”.

Corsi, però, dimentica che la sua decisione ha provocato l’insediamento del Commissario prefettizio che può solamente aumentare le tasse per far quadrare i conti. A ricordarglielo sono coloro che stanno commentando l’articolo che lo stesso presidente del Consiglio ha pubblicato sulla sua pagina Facebook. 

Gianluca Trento

Giornalista dei quotidiani online "LaProvinciaQuotidiano.it" e "TuNews24.it" e del settimanale cartaceo "Tu News". In passato è stato anche Direttore Editoriale de "La Provincia", Direttore Responsabile del quotidiano "Ciociaria Oggi", Condirettore de "Il quotidiano della Ciociaria", giornalista di "Paese Sera", del settimanale "L’Inchiesta" e del quotidiano online "Il Corriere della Provincia".

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