Open day dell’Accademia, un’invasione pacifica

È stata un’invasione pacifica e festosa. Ragazzi dell’ultimo anno di scuola superiore, ma non solo loro, alla scoperta di un mondo che affascina per la bellezza dell’arte in sé, ma anche per le opportunità che questa offre nelle sue diverse sfaccettature.

Tanti i corsi di primo e secondo livello proposti nell’ambito di un’Alta formazione artistica. Arte sacra contemporanea, Comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico, Decorazione, Fashion design, Grafica d’arte, Graphic Design, Media art, Pittura, Pittura – Arte pubblica, Scenografia e Scultura le proposte a disposizione degli studenti, che al momento sono oltre settecento di cui circa trecento stranieri. Anche sotto questo profilo l’Accademia rappresenta una ricchezza per chi la frequenta ma anche per l’intero territorio che la ospita. Una ricchezza culturale ed economica.

Un’internazionalizzazione cresciuta progressivamente e che vede la presenza soprattutto di giovani provenienti dall’Europa, dal Medio e dall’Estremo Oriente.

 

L’intervento del direttore Loredana Rea

“L’arte rappresenta l’indispensabile chiave di lettura per interpretare la complessità del presente e offrire un punto di vista differente sulla realtà», ha commentato quest’ultima sottolineando come l’Accademia sia un ruolo privilegiato in cui l’uomo possa comprendere le sue relazioni con il reale e l’immaginario, indagando se stesso e ponendosi quesiti sull’altro da sé, sempre pronto ad accogliere e fare propri gli elementi inattesi”.

“L’arte insegna a focalizzare l’attenzione su indagini aperte e sfaccettate, senza percorsi certi, capaci di mettere in discussione abitudini consolidate, per suggerire nuove modalità di visione e di comportamento, in un continuo sovvertimento delle regole e delle convenzioni, in un esercizio al superamento dei confini di sé, per ripensare le modalità di esistere nel mondo”. Un’Accademia, ha aggiunto Loredana Rea, che è laboratorio di ricerca, “dentro cui si coagulano le tensioni progettuali, le sperimentazioni metodologiche e linguistiche di quanti credono nella possibilità di seminare fertili interrogazioni, innescare processi di dialogo e incontro per costruire mobili equilibri e poter tracciare altre prospettive per il prossimo futuro”.

 

Una grande festa

L’open day che è stato una festa. Una festa di giovani, di appassionati d’arte, della cultura. Una festa dedicata alla luna, come tutte le attività che si svolgeranno quest’anno per ricordare il cinquantesimo anniversario del primo allunaggio.

Bellissime alcune installazioni preparate per l’occasione. Una in particolare, di Arte pubblica, “Nel cerchio della luna pensieri nomadi costruiscono castelli di carta e imbastiscono sogni”.

“Mira alla luna. Se la manchi sarai sempre tra le stelle”. Le stelle e la luna rappresentano il futuro dei giovani studenti.

 

 

Redazione

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