Il colonnello Gallozzi: i reati economici una piaga devastante

Lui il giro d’Italia l’ha fatto per conquistare la divisa grigioverde con le tre stelle, che oggi sfoggia orgogliosamente. Milano, Bergamo, Torino, Mondragone, Venezia, Cagliari, Roma: è qui che ha lasciato la famiglia a luglio, quando la nuova destinazione è stata Frosinone. Ma non l’accento, che tradisce anche la stessa fede calcistica, nonostante i suoi natali, il primo marzo del ‘66, si debbano alla città di Trento.

Un curriculum importante

Il colonnello Alessandro Gallozzi, comandante provinciale delle Fiamme Gialle di Frosinone, si è arruolato appena maggiorenne: finanziere a Portoferraio, allievo sottufficiale a Cuneo e poi quattro anni all’Accademia di Bergamo, ha frequentato sia il Corso superiore di Stato maggiore Interforze (2007/2008) sia quello di Alti Studi per la Difesa (2017/2018).

A capo di Sezioni operative, Nuclei di polizia economico-finanziaria, capo di Stato Maggiore del Comando Regionale Sardegna e comandante del Quartier Generale della Guardia di Finanza: dal primo gennaio 2011 è stato promosso al grado di colonnello.

 

guardia finanza frosinone il corriere della provincia
Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Alessandro Gallozzi

 

L’ho intervistato nel suo ufficio di piazza Risorgimento, per fare un bilancio dei suoi primi otto mesi. E la cosa che più colpisce è stata la non scontata disponibilità all’incontro con gli operatori dell’informazione. Per lui la comunicazione è molto importante e, sin dal suo insediamento, ha voluto conoscere personalmente i giornalisti del territorio, instaurare con loro una rispettosa collaborazione. Ha perfino deciso di ‘rinfrescare’ l’archivio fotografico messo a disposizione della stampa.

La Guardia di Finanza di Frosinone è stata protagonista, in quest’ultimo anno, di numerose operazioni che hanno colpito anche alcuni imprenditori, arrivando a scoperchiare evasioni fiscali a sei zeri. È un fenomeno diffuso?

“È diffuso in Ciociaria come lo è in tutta Italia, del resto. Noi abbiamo l’obbligo di controllare l’economia che è fondamentale perché un reato del genere porta lavoratori in cassa integrazione, in disoccupazione, fabbriche chiuse e conseguenze drammatiche. Proprio il magistrato Piercamillo Davigo, ospite alcuni giorni fa in Prefettura a Frosinone, ha sottolineato come gli illeciti di tipo economico facciano più male della microcriminalità. Abbiamo anche condotto numerose indagini su soggetti che, ad esempio, acquistano quantitativi di merce fino a un ordine consistente dopodiché non liquidano più i fornitori. Successivamente immettono sul mercato i prodotti non pagati a prezzi talmente concorrenziali che altri imprenditori finiscono fuori dal mercato. Così si innesca un meccanismo pericoloso perché questi ultimi non riescono più a vendere, a pagare gli stipendi e quindi si vedono costretti a chiudere le attività”.

Le Fiamme Gialle non si occupano solo di contrastare le violazioni finanziarie, ma sono attive nel contrasto alla criminalità organizzata. Può fare un quadro della situazione in Ciociaria?

“Non ci sono criticità specifiche, nel modo più assoluto. Ma noi siamo sempre attenti a controllare i flussi finanziari, per capire da dove arriva il denaro perché è facile, in un momento di crisi, far entrare nelle società capitali illeciti. L’imprenditore che oggi non riesce a pagare lo stipendio ai suoi operai può essere, ad esempio, avvicinato da soggetti che in un primo momento lo aiutano e poi gli sfilano l’azienda per ripulire soldi di dubbia provenienza che, paradossalmente, possono essere anche tassati al 45%, tanto quello che resta poi è capitale pulito”.

Gli ultimi dati resi noti dai vostri rapporti parlano chiaro: sono migliaia i prodotti contraffatti. Dai giocattoli, ai vestiti, fino ad arrivare ai generi alimentari. Come si identificano quelli sicuri?

“C’è tutta una casistica sul marchio della Comunità Europea (Ce) che viene applicato sui prodotti. Spesso, però, la gente preferisce risparmiare, acquistando articoli che, ad esempio, non hanno indicazioni sulla fabbricazione, sono realizzati con materie di scarsa qualità o, addirittura, materiali pericolosi e nocivi. In particolare, mi riferisco ai tanti sequestri che effettuiamo in occasioni specifiche, come Carnevale o San Valentino: maschere che entrano in contatto con la pelle dei bambini, hanno composizioni tossiche e possono provocare allergie o malattie più gravi. Abbiamo anche effettuato diversi sequestri nei mercati rionali, dove organizziamo controlli in borghese; numerosi sequestri amministrativi e segnalazioni all’Autorità giudiziaria per alcune società completamente sconosciute al fisco”.

Molti sostengono che il cittadino sia la vera sentinella del bene comune. Da noi esiste il fenomeno dell’omertà? Oppure ricevete segnalazioni su episodi di illegalità?

“Riceviamo molte segnalazioni, lo confermo. E anche al numero di pubblica utilità, il 117, arrivano tantissime chiamate, purtroppo spesso anonime. Ci segnalano casi di evasione fiscale, di irregolarità, di abusivismo commerciale, di lavoratori in nero. In questo senso posso dire che il territorio è assolutamente collaborativo”.

 

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La sede del comando provinciale della Guardia di Finanza in piazza Risorgimento

 

Secondo lei, da quello che ha potuto constatare in questi mesi di attività, la nostra è una provincia a rischio radicamento di organizzazioni mafiose?

“Lo dico più volte: il rischio c’è perché questa, nel passato, era una zona industriale importante e poi colpita da una forte crisi. È per tale motivo che il mio invito costante è quello di porre la massima attenzione ai capitali che vengono investiti in provincia, verificandone l’origine. Qui siamo vicini alla Campania ed è capitato diverse volte di avere a che fare con società o beni acquisiti a basso prezzo e che poi, risalendo la filiera, abbiamo attribuito a organizzazioni criminali. Al di là di questo, però, mi sento di dire che non c’è un allarme specifico”.

Ha trovato facilità nel fare squadra con le altre forze dell’ordine del territorio?

“Assolutamente sì. C’è piena condivisione ed è un aspetto che ho notato subito: io provengo da altre zone ma in questa è stato più semplice entrare in sinergia con polizia e carabinieri. Addirittura alcune indagini sono state condotte da tutte e tre le forze dell’ordine. E anche le due Procure, di Frosinone e Cassino, ci spronano a lavorare a più mani, cosa che dà sempre ottimi frutti. Una sorta di ‘squadra allargata’ per la sicurezza. Spesso faccio una battuta, dicendo che uno più uno non fa due, ma tre: questo per intendere che l’unione fa veramente la forza. E non c’è concorrenza, né competizione”.

 

 

Difficoltà particolari che invece ha riscontrato? E dove?

“Direi che non ce ne sono: i nostri militari lavorano benissimo e la cittadinanza risponde altrettanto bene. C’è da sottolineare che oggi la Guardia di Finanza possiede banche dati molto aggiornate e addirittura di analisi, che incrociano i dati e ci forniscono riscontri in brevissimo tempo.  Per quanto riguarda le zone più delicate di questa provincia sono quella del Cassinate, data la vicinanza con l’alto Casertano, dove i clan camorristici sono fortemente radicati e l’area nord di Fiuggi, in cui le tante strutture ricettive stanno attraversando un lungo periodo di sofferenza economica e lì, appunto, è più facile che penetri l’illecito”.

Dal serio al faceto: ha mai visto una partita del Frosinone calcio allo stadio Stirpe?

“Non ancora. Spero di farlo presto perché è una struttura d’eccellenza, soprattutto dal punto di vista della sicurezza”.

Ultima curiosità prima di liberarla: quanto tempo resterà qui a Frosinone?

“Mi auguro il più a lungo possibile”.

Giulia Abbruzzese

Giornalista dei quotidiani online "Il Corriere della Provincia" e "TuNews24.it" e del settimanale "Tu News", ha collaborato anche con il mensile "Qui Magazine" oltre che con il settimanale "Qui Sette"; è stata inoltre Caposervizio del quotidiano "‘Ciociaria Oggi" e Caporedattore de "Il quotidiano della Ciociaria". Collabora con la rivista "Chic Style".

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