Mattarella: l’università non sia per l’elite
“Gli studi universitari non possono essere un fenomeno di elite, ma devono essere il più diffusamente possibile distribuiti nel Paese e devono avere un contatto ampio e profondo con i territori”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso dell’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Cassino. Ad accoglierlo il Rettore Giovanni Betta, il presidente della Provincia, Antonio Pompeo e dal vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio.
Il richiamo
“Il nostro Paese – ha rimarcato il Capo dello Stato – è, infatti, ancora in ritardo nel numero dei laureati rispetto alla media europea. E per questo ha bisogno di intensificare un percorso che non può mai dirsi raggiunto compiutamente, ma che ha ancora bisogno di una forte spinta da parte delle istituzioni”. Evidenziando, come costituisca “la spinta e lo strumento per l’apertura, per l’interesse e il rispetto verso le culture diverse, verso le altrui opinioni, verso le esperienze di altri, per l’amicizia”.
La riflessione
La considerazione di Mattarella ha preso spunto dall’intervento della rappresentante degli studenti, che al Capo dello Stato ha fatto “venire in mente un episodio drammatico, quello di un ragazzino quattordicenne, poco più che un bambino, che poco più di tre anni fa è annegato nel Mediterraneo. E recuperandone il corpo hanno trovato cucita nella giacca del suo vestito la pagella scolastica con i suoi voti”.
“Chissà quanti casi non conosceremo mai di giovanissimi che attribuiscono alla loro pagella, ai loro risultati scolastici, al loro rendimento scolastico il valore di un passaporto. O anche più di un passaporto: di un accreditamento di credibilità, di serietà, di impegno, verso Paesi in cui speravano di poter sviluppare la loro vita, la loro cultura, il loro benessere, stroncato in questo modo drammatico. Certamente – ha concluso – interroga fortemente le nostre coscienze”.