Il marito era morto ma lei incassava la pensione
Il marito era morto ma lei continuava a percepire la pensione. Nel mirino delle Fiamme Gialle della tenenza di Fiuggi sono finite tre persone, tutte residenti nella cittadina idropinica. L’uomo, stando alle indagini, è venuto a mancare nel 2013. I tre hanno accumulato, in tal modo, nel giro di 5 anni, una somma di oltre 41 mila euro. L’assegno sociale continuava a essere erogato sul conto corrente intestato alla moglie del deceduto da dove poi veniva prelevato in contanti o mediante il bancomat intestato al defunto.
Le indagini
Tutto è scaturito a seguito di diversi input da parte del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, il quale aveva fornito un’analisi di rischio su di una platea di soggetti che beneficiavano di pensione/assegni sociali ma potenzialmente in maniera indebita. Pertanto, i militari della Tenenza di Fiuggi, coordinati dalla Procura della Repubblica di Frosinone, hanno posto in essere una serie di accertamenti, riscontrando che la posizione pensionistica del soggetto in esame non era stata aggiornata presso l’Inps di Frosinone per mancata comunicazione del decesso. Al termine delle indagini, il Giudice, confermando il quadro probatorio rappresentato dai Finanzieri della città termale e formalizzato dalla richiesta del Pubblico Ministero, ha emesso nei confronti dei ‘furbetti’ un decreto di sequestro preventivo sui beni mobili e immobili per un valore corrispondente al profitto illecito e fino alla concorrenza dell’importo di più di 41mila euro.
Il precedente
Una vera e propria offensiva contro i falsi invalidi e le truffe ai danni della previdenza sociale, quella messa in campo dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, che ha portato alla luce l’ennesimo caso di spreco di denaro pubblico, questa volta nel settore previdenziale. L’esito dell’indagine non è dissimile da quello di una recente operazione condotta sempre dai finanzieri della città termale, che ha portato alla scoperta di una falsa invalida la quale dal 1998 all’ottobre del 2018 aveva illecitamente percepito un’indennità di accompagnamento per un totale di circa 310 mila euro.