Tutelare l’ambiente ma anche il lavoro: monito di Antonazzo
Sì ai provvedimenti che incentivano il ‘nuovo’ nel settore automobilistico, con l’aumento sempre crescente di veicoli elettrici che non inquinino. Ma – e questo il pesante risvolto della medaglia – no a misure legislative che minacciano di peggiorare le condizioni sociali del territorio.
È questo, in sintesi, il senso dell’intervento del vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, monsignor Gerardo Antonazzo, sulla vicenda dell’ecotassa ma soprattutto sulle ricadute che essa avrà su produzione e occupazione dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano e sull’indotto.
Se da un lato, quindi, monsignor Antonazzo, leva la sua voce per pronunciarsi positivamente sull’ecobonus “che mira a incentivare il ‘nuovo’ (l’elettrico), che tuttavia è prodotto di nicchia, anche per via del fatto che l’Italia è poco dotata di ciò che serve a livello infrastrutturale (le colonnine per la ricarica)”; d’altro canto ritiene “inopportuno introdurre un ulteriore balzello sull’attuale (diesel e benzina),considerato che si tratta di prodotti ancora necessari e di utilizzo di massa”.
La tutela dell’ambiente resta prioritaria
Don Gerardo sottolinea come “la tutela dell’ambiente costituisce una priorità a livello mondiale, che ha a suo fondamento la necessità di attivazione di nuovi processi culturali che conducano alla piena consapevolezza di una necessaria ecologia ambientale, mai disgiunta da una rinnovata ecologia umana, così come sapientemente prospettato da Papa Francesco nell’enciclica ‘Laudato Si’. In termini di tutela dell’ambiente, l’introduzione dell’ecotassa rischia di perseguire effetti contrari a quelli auspicati dai promotori, rallentando il processo di rinnovamento dell’attuale parco-auto. Gli ultimi modelli attualmente prodotti dall’industria dell’auto, euro 6 ed euro 6 bis, sono nettamente meno inquinanti dei modelli euro 0,1,2,3,4 che ancora massicciamente percorrono le strade e per rinnovare i quali, proprio in ragione di ciò,quantomeno non dovrebbero essere incrementati i costi di sostituzione”.
“Inoltre, – continua l’intervento del vescovo – tale provvedimento potrebbe non incoraggiare lo slancio occorrente alla attuale situazione economico-produttiva, provocando anzi negative ripercussioni sui livelli occupazionali, e conseguentemente sociali, dei territori che ospitano gli insediamenti industriali Fca, e in particolare di quello ciociaro. Da questo punto di vista preoccupa il persistente silenzio dell’azienda in ordine alla conferma del piano di investimenti sul territorio nazionale (5 miliardi di euro entro il 2021)che hanno fatto presagire l’obiettivo della piena occupazione negli stabilimenti, preannunciato solo poco più di un mese fa, esattamente il 29 novembre scorso”.
La responsabilità dei governanti verso il lavoro
Monsignor Antonazzo ricorda che “per tanti il lavoro è stato ed è il lavoro della fabbrica, e che l’economia della fabbrica è stata un frutto diretto dell’umanesimo civile che ha generato una grande officina cooperativa da cui è rinata un’Italia nuova e più moderna,f ondata sul lavoro e ogni giorno rifondata dai lavoratori, compreso quel lavoratore che viene definito imprenditore”.
Richiamando il concetto di responsabilità quale elemento fondante del senso morale, e quindi della Dottrina sociale della Chiesa, il vescovo auspica che, così come preannunciato circa la ‘tassa sulla bontà’, anche sull’ecotassa sia possibile un ripensamento da parte del Governo e del Parlamento.
Giornalista dei quotidiani online “Il Corriere della Provincia” e “TuNews24.it” e del settimanale “Tu News”, ha collaborato anche con il mensile “Qui Magazine” oltre che con il settimanale “Qui Sette”; è stata inoltre Caposervizio del quotidiano “‘Ciociaria Oggi” e Caporedattore de “Il quotidiano della Ciociaria”. Collabora con la rivista “Chic Style”.