Fuggì dal carcere di Frosinone, arrestato Battisti

Arrestato nel 1979, nell’ambito di un’operazione antiterrorismo, dopo essere stato condannato a 12 anni per banda armata viene rinchiuso nell’allora carcere di Piazza Risorgimento. Ma il 4 ottobre del 1981 un commando armato, composto da tre persone, fa irruzione nel penitenziario di Frosinone e libera due detenuti. Uno di loro è proprio Cesare Battisti. La sua fuga dall’Italia inizia così.

Una lunga scia di sangue

Sul suo capo pendono condanne per 4 omicidi tra il 1978 e il 1979, di cui due come esecutore materiale, per i quali Battisti si è sempre detto innocente. A perdere la vita sotto i colpi dei terroristi  sono la guardia carceraria Andrea Santoro a Udine, il gioielliere Pierluigi Torregiani a Milano e il macellaio Lino Sabbadin a Mestre. Il figlio di Torregiani, Alberto, allora 15enne fu ferito nell’agguato, rimanendo paralizzato. L’ultima vittima, sempre a Milano, è il poliziotto Andrea Campagna.  Battisti è stato fermato in strada, mentre camminava a piedi per le vie di Santa Cruz de la Sierra e quando gli agenti boliviani si sono rivolti a lui, non ha tentato di fuggire e ha risposto in portoghese. Una volta che i poliziotti, su input dei colleghi italiani, hanno avuto la certezza che si trattasse proprio dell’ex terrorista dei Pac lo hanno bloccato. Gli investigatori italiani erano già da una settimana in Bolivia e dopo aver circoscritto l’area in cui si trovava Battisti hanno iniziato a pedinarlo. Ora l’estradizione.

Redazione

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