Frosinone, ‘Alessandra ama ancora la vita’: la commovente lettera del sindaco Ottaviani
Una tragedia che ha sconvolto un’intera comunità e che lascerà il suo segno per sempre. La scomparsa di Alessandra Pomella avvenuta 3 giorni fa all’interno del parcheggio multipiano di viale Mazzini a Frosinone ha gettato nell’angoscia non solo gli amici e parenti, ma chiunque ha appurato la triste notizia. A lei il sindaco Nicola Ottaviani ha voluto dedicare una lettera. A lei, giovane ragazza di appena 22 anni, il primo cittadino ha rivolto parole di affetto chiedendo scusa se nessuno è riuscito ad impedire quanto accaduto.
La lettera di Nicola Ottaviani
“Alessandra ama ancora la vita. Per chi ha avuto la fortuna di conoscerla, il fatto che Alessandra amasse immensamente la vita non è certo una novità, ma per tanti di noi potrebbe essere una sorpresa, invece, considerare che Alessandra continuerà ad amarla, ovunque ora si trovi. Come? Tramite ognuno dei suoi amici, dei suoi ex compagni di scuola, attraverso i sogni ed i progetti di ogni ragazza e di ogni ragazzo, che vivono nella nostra città. Perdonaci, Alessandra, se in quell’attimo di smarrimento non eravamo presenti, o se quando hai messaggiato con qualcuno di noi, in passato, abbiamo letto con troppa fretta quello che scrivevi, o quando volevi, semplicemente, parlare e noi ti abbiamo sentito ma non ti abbiamo ascoltato, o quando eravamo in attesa che tu venissi a suonare al nostro citofono, mentre eravamo noi che dovevamo venirti a cercare.Conoscendoti, abbiamo la certezza che, adesso, il tuo sguardo benevolo ci ha già perdonato, chiedendo a tutti noi, però, qualcosa in cambio.
Continuare a farti vivere nei sogni e nei progetti dei ragazzi della nostra città, nelle loro infinite ambizioni, nella loro “sana rabbia” per cambiare le cose che non vanno e nell’amore per far germogliare quelle che valgono davvero.
Un dubbio, a volte, corre nella mente di tanti, più e meno giovani di Alessandra.
Ma vale davvero la pena vivere?
Dovremmo chiederlo a chi non ha mai vissuto completamente. Magari,
in parallelo, potremmo chiedere ad un non vedente cosa abbia provato in quell’unico giorno in cui i suoi occhi si sono aperti, prima di tornare al buio, e lui risponderebbe che, anche se per un istante solo, non avrebbe voluto perdersi quel momento per tutto l’oro del mondo.
E allora i giovani della nostra città, insieme a te, continueranno a sorridere, a piangere, a lottare, ma soprattutto a vivere, perché, bella o difficile che sia, la vita non è soltanto nostra, poiché appartiene anche agli altri.
Sì, a tutti quei giovani, nella cui anima, continuerà ogni giorno a vivere il tuo bellissimo sguardo.
Ciao Alessandra”.