Fontana Liri: la centrale idroelettrica in mani private? L’allarme di Uilpa
“La centrale idroelettrica dell’ex propellenti di Fontana Liri ferma da quattordici mesi rischia di finire nelle mani dei privati e con lei anche tutti i benefici economici (passati, presenti e futuri) goduti dalla P.A. e dalla comunità locale. Facciamo appello al sindaco e a tutta la politica della Provincia di Frosinone affinché ciò non avvenga”.
A chiederlo con forza è l’esponente della segreteria UILPA Provinciale Riccardo Colafrancesco che denuncia la concreta possibilità di perdere una risorsa, non solo per il rilancio dello stabilimento ma per tutto il territorio.
La centrale idroelettrica, che produce energia pulita, fino allo scorso anno ha garantito utili e fatturato all’Agenzia Industrie Difesa: “Una risorsa – spiega Colafrancesco – che rischia di finire nelle mani del privato a scapito dell’intera comunità locale. A mio avviso la centrale andrebbe difesa, con una seria manutenzione e l’innesto di nuovo personale per poi farla ripartire nella produzione, garantendo così una liquidità necessaria per ammodernare e sviluppare nuovi progetti per il rilancio dell’Ente, come sta succedendo in altri stabilimenti con i loro impianti vecchi e nuovi ed assunzioni di giovani”.
Sembra che invece non ci sia nessuna volontà di rilanciare la struttura dell’ex Propellenti che avrebbe enormi potenzialità: “Fermo ormai da diversi anni e messa da parte ormai la produzione di propellente e nitrocellulosa, abbiamo avanzato al dg svariate proposte di produzioni alternative tutte cestinate, compresa quella recente di poter produrre mascherine e gel disinfettante dando una mano alla collettività. Abbiamo reparti interi con attrezzature che potrebbero farlo e ci hanno detto ancora una volta no!”.
Da difendere dunque non resta che la centrale idroelettrica, “dalla quale potrebbe partire una idea di sviluppo dello stabilimento e quindi del territorio. Ricordo – sottolinea l’esponente UILPA – che qui ci lavorano persone di Fontana Liri, Monte San Giovanni Campano, Arce, Arpino, Sora, Isola del Liri e di tutto il comprensorio, famiglie che aspettano risposte dall’Agenzia Industrie Difesa. Ripeto però un concetto fondamentale: la politica della nostra provincia il sindaco del paese e tutte le istituzioni devono farsi carico di questa situazione e difendere questo bene che potrebbe produrre ulteriore ricchezza per tutta la comunità”.