Luciano Renna, il ricordo di un maestro del giornalismo

La professione del giornalista è tra le più difficili. Anche affascinanti. Di Giornalisti, volutamente con la G maiuscola, ce ne sono pochi. Di professionisti che tramite la propria attività sentono nel midollo la spinta a fare qualcosa per il prossimo ancora di meno. Ecco Luciano Renna era uno di questi. Metteva sempre la professione prima di tutto. Dei compleanni, degli anniversari, delle festività. Ogni anno ricordarlo non è affatto complicato. Anzi. E’ molto più difficile, non poterlo chiamare, incrociarlo nei momenti dedicati ai media o in città. La Sua Frosinone che voleva sempre più in alto nello sport, nelle occasioni e nelle graduatorie. I suoi modi, il suo garbo, la sua penna intelligente e graffiante , sciabola, poche volte, fioretto quasi sempre, piuma ma anche tagliente se serviva, non si possono dimenticare. Ecco che allora a 17 anni dalla Sua scomparsa, il 18 luglio 2005,sentiamo il piacere di volerlo ricordare. A noi stessi, ma anche a chi fa il nostro mestiere. A chi amministra, a chi insegna educazione fisica proprio come faceva lui. Sapeva dialogare con tutti. Ancora oggi autorevoli esponenti di ogni parte politica conserva aneddoti, dtorie e curiosità. Tutti però ne disegnano un tratto pieno di obiettività, capacità, professionalità e disponibilità. A tutti manca. Come a noi. Innate qualità di ascolto insieme alla lucidità di chi ha sempre pronto un suggerimento, un consiglio, un percorso da seguire. Questo era Luciano Renna . I più giovani forse potranno scoprire sui motori di ricerca chi è stato, cosa ha fatto e comprendere meglio perché a chi è affascinato da un mestiere sempre più difficile e complicato come il nostro , non può scappare l’occasione per ricordarlo. Prima di tutto per noi stessi ma anche per tutti coloro che lo hanno conosciuto. Albert Camus scriveva, “ C’è la vita e c’è la morte, e in mezzo ci sono bellezza e malinconia”.Ricordando Luciano forse questa è la frase più adatta che ci viene in mente perché anche nel Suo, nel nostro lavoro ci ritroviamo in quanto scritto dal filosofo francese, premio Nobel per la letteratura alla fine degli anni ’50.Perchè immaginando Luciano qui davanti a noi, con una Marlboro accesa e con il suo sguardo che sapeva trasmettere e parlare, le occasioni del ricordo vanno sempre più nella bellezza della persona, del modo di scrivere e di essere del tatto,forse a volte anche troppo rispettosi per un mondo al quale ha saputo sicuramente dare più di quanto abbia preso. Ai figli Piergiorgio, Alessandro ed Andrea, quest’ultimo non ce ne vogliano gli altri due, ricorda nei modi e nei comportamenti di più Luciano, anche quest’anno lo ricorderanno con una messa presso la chiesa di S.Antonio oltre che un abbraccio fraterno nei tanti ricordi che ci ha visti spesso insieme l’auspicio di continuare a lavorare come stanno facendo nel solco lasciato da una grande persona, una grande educatore ed un immenso Maestro di giornalismo, oltre che di vita.

REDAZIONE LaProvinciaQuotidiano.it

Seguici anche su Telegram: CLICCA QUI

REDAZIONE LaProvinciaQuotidiano.it ha 4812 articoli e più. Guarda tutti gli articoli di REDAZIONE LaProvinciaQuotidiano.it